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Funzioni, Assorbimento, integrazione Vitamina C

La Vitamina C o acido ascorbico è una vitamina idrosolubile stabile allo stato solido, mentre in soluzione acquosa si altera rapidamente a contatto con l’ossigeno, dotata di una struttura simile a quella degli zuccheri a 6 atomi di carbonio ed esiste in due forme, destrogira e levogira, la forma attiva della Vitamina C. Essa inoltre presenta due gruppi ossidrile (-OH) legati a due atomi di carbonio uniti da doppio legame (enediolo) che fanno si che l’acido ascorbico doni facilmente elettroni a metalli, esplicando un forte potere riducente

Assorbimento e metabolismo della vitamina C

L’assorbimento avviene a livello dell’intestino tenue, con un meccanismo di trasporto attivo dipendente dal sodio pari all’80% per quantità pari a circa 200 mg mentre un grammo di acido ascorbico viene assorbito a livello intestinale

per il 50%. L’assorbimento si riduce con l’invecchiamento, in chi soffre di ipocloridria o infezioni intestinali. Dopo l’ingestione la vitamina C passa nel plasma dove viene trasportata in minor misura come acido ascorbico e si accumula per la maggior parte in cervello, muscoli, fegato e surreni. Essa viene principalmente eliminata attraverso le urine e in piccole quantità tramite feci, sudore e per via respiratoria. In parte viene riassorbita nei tubuli renali con meccanismo sodio-dipendente.

L’eliminazione della vitamina C diventa completa per dosaggi superiori ai 2 g.

Vitamina C dosi consigliate

La saturazione plasmatica di vitamina C si ottiene con dosi di circa 200 mg/die e l’eccesso viene eliminato con le urine.  Per l’adulto la quantità minima di vitamina C necessaria per prevenire lo scorbuto è di circa 10 mg/die, ma i dosaggi giornalieri devono essere più elevati: secondo i LARN 2014, l’assunzione raccomandata di vitamina C per la popolazione italiana (PRI) è per i lattanti di 35 mg, per bambini e adolescenti maschi fino a 17 anni va da 35 a 105 mg e per le femmine è compresa tra 80 e 85mg. Per gli adulti maschi è di 105mg e di 85 per le femmine. Un ulteriore supplemento è previsto in gravidanza e allattamento, dove si raccomanda di assumere rispettivamente 100 e 130 mg. I principali effetti negativi legati a elevati consumi (> 2g/die), sono i disturbi a carico dell’apparato gastrointestinale (distensione addominale, flatulenza, diarrea, coliche transitorie). Altra problematica legata ad eccessiva assunzione di acido ascorbico è l’aumento dell’escrezione renale di acido ossalico, con possibile formazione di calcoli renali. Pertanto risulta utile frazionare le dosi nella giornata per favorire un assorbimento graduale a livello intestinale ed evitare accumuli con rischio di eccessiva eliminazione per via urinaria.

Le manifestazioni cliniche carenziali di vitamina C (scorbuto) sono oggi molto rare, viceversa sono più frequenti stati di carenza marginale. In questo caso è utile ricorrere ad assunzioni maggiori. Soggetti particolarmente a rischio sono: Forti fumatori, che consumano rapidamente la vitamina C per sopperire allo stress ossidativo provocato dal fumo, soggetti anziani, diabetici o alcolisti soggetti sottoposti a interventi o particolarmente debilitati, soggetti affetti da malassorbimento cronico o dializzati. Assumere più acido ascorbico può essere utile anche in caso di carenza di ferro e in gravidanza e può aiutarci a ridurre durata e intensità dei sintomi del raffreddore e in caso di influenza. Dosi elevate di vitamina C difficilmente possono dare effetti tossici, ma esistono particolari controindicazioni in soggetti predisposti a formazione di calcoli di ossalato di Calcio e per chi è affetto da emocromatosi, una patologia che comporta aumento di deposito di ferro nei tessuti).

Vitamina C integrazione

L’integrazione con vitamina C in condizione di  adeguata nutrizione non è necessaria, ma può essere utile in condizioni di forte stress psicofisico, malattie infettive o attività sportiva intensa. Ma è preferibile assumere l’acido ascorbico da fonti naturali o tramite prodotto di sintesi? L’azione della vitamina C naturale e sintetica non differisce. In forma pura l’acido ascorbico può essere poco gradito al palato a causa del sapore amarognolo e mal tollerato a livello gastrico per la sua acidità, ma ha il vantaggio di essere concentrato: ogni grammo di prodotto contiene un grammo di acido ascorbico. Nei prodotti commerciali troviamo spesso la vitamina C in forma di ascorbati minerali (ascorbato di sodio, ascorbato di calcio, magnesio ascorbato) che risultano meno acidi e più graditi al nostro stomaco rispetto alla vitamina C in forma pura, ma i minerali che vengono aggiunti possono avere controindicazioni in soggetti ipertesi o affetti da patologie renali. Per quanto riguarda in particolare l’integrazione di vitamina C in ambito sportivo nell’ottica di un miglioramento della performance, ad oggi non vi sono evidenze scientifiche sugli effetti benefici di un integrazione in termini di elevate prestazioni atletiche. Per chi svolge attività fisica potrebbe essere utile assumere vitamina C per il suo ruolo nella biosintesi della carnitina, per proteggere le strutture tendinee, muscolari e articolari e per l’azione antiradicalica, ma anche per l’effetto protettivo sul sistema immunitario, spesso messo a dura prova da intense sedute di allenamento o lunghe competizioni come dall’esposizione al freddo. Quello che è certo è che sia corretto assicurare all’atleta una dieta con adeguate porzioni di frutta e verdura, naturalmente ricche di antiossidanti e, eventualmente, consigliare ciclicamente il consumo di un integratore multivitaminico a basso dosaggio.

Dott. Nicola Barbaro

Biologo Nutrizionista, ha conseguito la laurea magistrale in Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione Umana al Dipartimento di Scienze Agrarie, degli Alimenti e dell’Ambiente di Foggia e dal 2018 iscritto all’albo dei Biologi sez. A. Ha iniziato a lavorare come libero professionista e ha svolto attività di frequenza volontaria presso il reparto Dialisi dell’Ospedale Lastaria di Lucera svolgendo attività di consulenza nutrizionale e cercando di aggiornare costantemente la formazione seguendo corsi di nutrizione relativa alle patologiche metaboliche, alle patologie autoimmuni e nutrizione sportiva approfondendo studi di nutrizione in età pediatrica, mimadigiuno e chetogenica. Elabora piani alimentari, con l’ausilio di strumentazione avanzata per la valutazione della composizione corporea(massa grassa, massa magra, acqua corporea totale extracellulare e intracellulare) tramite bioimpedenziometria (BIA) al fine di migliorare le condizioni generali fisiche e psichiche del paziente.

 

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