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Farmaci generici: usarli con cautelanei bambini

Un pediatra su due tratta meno del 20% dei suoi  pazienti con  gli equivalenti.Coniugare risparmio e sicurezza. La prescrizione da parte dei medici dei farmaci cosiddetti generici o equivalenti rappresenta un’efficace strategia di contenimento dei costi sanitari a vantaggio della spesa  pubblica e di quella privata sostenuta dalle famiglie.  Nell’ultimo quadriennio, grazie ai famaci equivalenti, il Servizio Sanitario Nazionale ha risparmiato circa 400 milioni l’anno (fonte Assogenerici), cifra destinata a crescere anche per effetto del provvedimento sulla Spending Reviewche ha previsto  l’obbligo per il medico di scrivere sulla ricetta il nome del principio attivo.

Tuttavia dai pediatri, riuniti al 69° Congresso Nazionale della Società Italiana di Pediatria, arriva un invito alla cautela perché l’obiettivo del risparmio non  prevalga su quello della sicurezza in una fascia delicata come l’infanzia. “Il bambino non è un adulto in miniatura”, spiega Giovanni Corsello, Presidente della Società Italiana di Pediatria.

 “La prescrizione dei farmaci in pediatria deve essere sempre  il frutto di un percorso che integra efficacia e sicurezza in modo più stringente rispetto all’adulto, perché occorre sempre tener conto non solo della  tossicità dei prodotto in quanto tale ma dei suoi possibili effetti negativi su un organismo diverso, sul piano dei recettori e delle vie metaboliche,  e peculiare perché in via di sviluppo”.

La cautela sui generici riguarda in particolare la questione del dosaggio. Nei farmaci equivalenti la legge consente uno scostamento nella concentrazione di principio attivosino al 20% rispetto al farmaco di marca. “Una variabilità poco significativa nell’adulto, ma che nel bambino può essere causa da un lato di sovradosaggio o dall’altro di inefficacia dellaterapia”, aggiunge Corsello.Non è da sottovalutare inoltre, avvertono i pediatri, il problema degli edulcoranti e degli additivi, sostanze senza azione farmacologica che servono a garantire la stabilità e la conservazione del farmaco.  Nel generico questi ingredienti possono essere diversi rispetto a quelli utilizzati nel farmaco ‘branded’: “Si tratta di sostanze che possono dare luogo a reazioni orticarioidi, talvolta erroneamente imputate al principio attivo ma che in realtà derivano proprio dagli eccipienti”, sottolinea Roberto Bernardini, Presidentedella Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica (SIAIP).

Non sorprendono, quindi,  irisultati del primo studio nazionale sulla percezione e l’utilizzo di generici da parte dei pediatri di famiglia, di recente pubblicato sulla rivista Health Policy. “Sebbene la conoscenza dei farmaci generici da parte dei pediatri italiani sia assolutamente soddisfacente, la loro prescrizione risulta essere limitata”, spiega il Professor Gian Vincenzo Zuccotti, Direttore della Clinica Pediatrica  dell’Ospedale Luigi Sacco di Milano. “Su 303 medici interpellati, circa il 70% dichiara di avere una conoscenza sufficiente o abbastanza buona e la maggioranza di essi ritiene sufficiente (33.6) o buona (45,2%) la loro efficacia. Ciononostante  solo il 13,5% dei pediatri tratta o ha trattato più del 50% dei  pazienti con i generici, mentre il 48,8% tratta meno del 20% dei bambini con gli equivalenti”.

Dal 69° Congresso i pediatri invocano “famaci a misura di bambino” e accolgono con soddisfazione i dati del primo bilancio quinquennale  sul  Regolamento Europeo che ha imposto alle aziende farmaceutiche di testare i nuovi farmaci sulla popolazione pediatrica, da sempre esclusadalla sperimentazione  per motivi etici o per indirizzi industriali.  “Dall’ entrata in vigore del Regolamento nel 2007 sono stati autorizzati  10 nuovi farmaci e 28 hanno ricevuto una nuova indicazionepediatrica”, afferma Paolo Rossi, Direttore del Dipartimento di Pediatria Universitario dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma e membro delPaediatric Committe dell’Ema.“In futuro avremo sempre più farmaci testati sulla popolazione pediatrica” , aggiunge,   “bisogna,però, fare in modo che questa importante novità investa maggiormente anche i generici. Attualmente il Regolamento non incentiva le aziende produttrici a far diventare “in label” un generico “off label” perché la protezione brevettuale è moltoblanda.Non caso dei 10 nuovi farmaci pediatrici autorizzati solo il midazolam è un generico” .

Avere farmaci più a  misura di bambino vuol dire anche favorire una maggiore partecipazione della popolazione pediatrica alle sperimentazioni. “Un capitolodifficile che richiederebbe imponenti campagne di sensibilizzazione”, conclude Rossi.