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Farmaci: automedicazione, vendite 2021 in ripresa ma sotto livelli pre-Covid

Roma, 31 gen. (Adnkronos Salute) – In recupero il trend delle vendite dei farmaci senza obbligo di prescrizione. Dopo un 2020 fortemente negativo dovuto agli effetti delle misure di contenimento della pandemia e a un’incidenza quasi azzerata dei virus influenzali e simil-influenzali, il 2021 ha iniziato a mostrare segni di ripresa a partire da aprile anche se, a fine anno, le vendite risultano ancora sotto i livelli del 2019. A parità di classificazione, infatti, nel confronto con il periodo pre-pandemico, il settore perde l’8,8% a volumi e il 3,4% a valori.

Secondo le elaborazioni di Assosalute, l’Associazione nazionale farmaci di automedicazione, che fa parte di Federchimica, su dati Iqvia, le confezioni di farmaci senza obbligo di prescrizione dispensate nel 2021 sono state pari a poco più di 245 milioni, in linea con il 2020 (0,0%), mentre i fatturati, poco meno di 2,4 miliardi euro, crescono moderatamente del 3,3%.

Anche per il 2021, l’andamento del settore dei medicinali senza obbligo di ricetta – spiega Assosalute in una nota – è legato a fattori esogeni. Tra essi una maggiore circolazione dei virus influenzali e simil-influenzali soprattutto a fine 2021. L’Istituto superiore di sanità (Iss), tramite la sorveglianza epidemiologica della rete Influnet, ha evidenziato, infatti, come l’incidenza di questi virus sia stata maggiore rispetto allo scorso anno (e superiore alla cosiddetta soglia basale già dalla 43esima settimana del 2021), sebbene resti ancora sporadica se confrontata col periodo pre-pandemico: l’utilizzo delle mascherine, il distanziamento sociale, l’igiene delle mani e, in generale, il cambiamento delle abitudini di vita (maggiore ricorso allo smartworking e minore utilizzo dei mezzi pubblici, ad esempio), hanno contribuito alla diminuita circolazione dei virus tipici della stagione fredda.

Tuttavia, una maggiore diffusione di infezioni respiratorie da SarS-CoV-2, proprio nel mese di dicembre 2021, ha dato impulso a un maggiore ricorso ai farmaci da banco, soprattutto quelli per la cura delle affezioni dell’apparato respiratorio.

Questi medicinali – che rappresentano la prima categoria terapeutica del mercato non prescription, con una quota del 32,8% a volumi e del 27% a valori – pur perdendo, rispetto al 2020, ancora il 2,6% in termini di confezioni, hanno recuperato, in parte, la pesante contrazione del 2020. Tale recupero è ascrivibile a diversi fattori concomitanti: l’elevato numero di cittadini vaccinati ha consentito una parziale riduzione delle misure di contenimento della pandemia e ha favorito una maggiore (per quanto lieve) diffusione dei virus respiratori stagionali e della variante Omicron del virus SarS-CoV-2, che si presenta con una sintomatologia di minore gravità nei soggetti vaccinati rispetto ai non-vaccinati. A questi elementi si aggiunge che, durante tutto l’anno, il ricorso ai farmaci contro le affezioni dell’apparato respiratorio ha supportato molti italiani nella gestione dei sintomi post-vaccino anti-Covid-19.

I dati 2021 evidenziano, quindi, ancora una volta, come, sul breve periodo, il ricorso ai medicinali senza obbligo di ricetta sia determinato dalla maggiore o minore incidenza di disturbi lievi e condizionato da fattori contingenti, mentre sul lungo periodo il comparto stenta a crescere: dal 2010 al 2021 la spesa resta al palo (-0,3% in media) mentre l’erosione dei volumi si attesta al -3,0% medio annuo.

“I dati del 2021 mostrano come il mercato dei farmaci senza obbligo di prescrizione sia tornato a mostrare un andamento in linea con il trend storico del settore, caratterizzato da una tenuta dei fatturati e da un ricorso legato alla stagionalità”, commenta Salvatore Butti, presidente di Federchimica Assosalute. “Soprattutto in questi anni di chiusure e di pandemia – continua – i farmaci di automedicazione sono stati in grado di dare risposte terapeutiche efficaci per la risoluzione dei più comuni e diffusi piccoli disturbi, rappresentando, al contempo, un importante strumento per la gestione dei sintomi lievi legati, in questo inedito periodo storico, a forme non gravi di SarS-CoV-2 e dei piccoli malesseri post-vaccino”.

Guardando alle vendite delle due categorie in cui è suddivisa la classe dei farmaci senza obbligo di ricetta, quali i medicinali di automedicazione o Otc (Over The Counter) – che rappresentano il 75% del mercato dei farmaci senza obbligo di prescrizione, per un giro d’affari di quasi 1,8 miliardi di euro e volumi venduti per oltre 185 milioni di confezioni – e i Sop (Behind The Counter), si osservano trend in parte differenti. Infatti, se entrambe le specialità medicinali chiudono il 2021 con un incremento dei fatturati (+2,8% per gli Otc e +4,9% per i Sop), i volumi sono in leggera contrazione per gli OTC (-0,5%) e in aumento, seppur di misura, per i SOP (+1,5%).

Rimangono stabili le dinamiche competitive tra i diversi canali di vendita, farmacie, parafarmacie e corner della Grande distribuzione organizzata (Gdo). La farmacia continua a detenere una quota di mercato di poco inferiore al 90% a volumi e superiore al 91% a valori. In crescita l’e-commerce, spinto dalla pandemia e dalle restrizioni, per quanto in netto rallentamento rispetto ai trend a tre cifre registrati nel 2020. Infatti, nel 2021 le vendite online di medicinali senza obbligo di ricetta – 6,4 milioni di confezioni e un giro di affari di quasi 45 milioni di euro – fanno registrare un incremento del +10,4% a volumi e del +8,3% a valori. Si conferma, quindi, come, rispetto ad altri settori, anche in ambito salute e benessere, il ricorso a internet per l’acquisto di medicinali non prescription, resti ancora un fenomeno marginale, rappresentando meno del 2% del fatturato del settore.