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Endometriosi, nel nostro paese colpissce 3 milioni di donne

Otto volte su 10 hanno difficoltà a continuare la vita lavorativa. Nel 73% dei casi si scontrano con problemi di relazione con amici e familiari. E ancora: notti insonni e rapporti sessuali quasi impossibili. Ecco la quotidianità di 3 milioni di italiane affette da endometriosi, malattia invalidante che colpisce con maggior frequenza tra i 25 e i 34 anni. Il disturbo ha una diagnosi difficile e molto lunga. In media, prima di riconoscerlo passano anche dieci anni. Ma la ricerca è in grado di dare una risposta rapida e convincente alle necessità delle pazienti. “Da oggi è disponibile in Italia la prima terapia a base di Dienogest – spiega il prof. Felice Petraglia, Direttore della Scuola di Specializzazione in Ginecologia e Ostetricia dell’Università di Siena –: l’unico progestinico orale studiato e messo in commercio con l’indicazione per il trattamento della patologia, con profili di tollerabilità e sicurezza che ne permettono l’impiego a lungo termine. Lo ha dimostrato un lavoro multicentrico europeo, coordinato dal policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena e pubblicato nel 2012 su Archives of Gynecology and Obstetrics. Sono state coinvolte 168 pazienti che avevano già completato un trattamento di 3 mesi con Dienogest (2mg al giorno), arrivando a ben 65 settimane in totale, senza registrare particolari problematiche. L’efficacia clinica è stata valutata attraverso i seguenti parametri: sollievo dal dolore e riduzione delle lesioni. La molecola attenua i sintomi senza significativi effetti collaterali da ipoestrogenismo, come la riduzione della densità minerale ossea. Dopo vent’anni di attesa disponiamo finalmente di un rimedio efficace e specifico per l’endometriosi, che per le sue caratteristiche potrebbe diventare il farmaco di riferimento per questo disturbo”. Una patologia estrogeno dipendente dovuta al distacco dell’endometrio: il tessuto che riveste l’utero migra in altre sedi del corpo e risponde al naturale ciclo mestruale, infiammandosi periodicamente. 7 pazienti su 10 presentano manifestazioni tipiche già da adolescenti. Intervenire in tempo è fondamentale: il 50% delle donne che non riesce a procreare soffre infatti di endometriosi, una delle prime cause di infertilità. Il nuovo prodotto a base di Dienogest, approvato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e disponibile in fascia C (non rimborsato dal Servizio Sanitario), rappresenta una vera innovazione perché colma il vuoto lasciato da trattamenti terapeutici non incisivi a sufficienza. “La chirurgia va limitata a determinate situazioni e presenta comunque recidive in un caso su due – aggiunge il prof. Luigi Fedele, Direttore del Dipartimento della donna, del bambino e del neonato Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico Milano e Presidente del XX convegno clinico della Società Italiana della Riproduzione (SIDR), in chiusura oggi a Milano –. Finora siamo intervenuti prescrivendo farmaci non specifici per la riduzione dei sintomi o con schemi approvati per la patologia, che presentano però effetti collaterali importanti e sono utilizzabili al massimo per 6 mesi. Inoltre il Dienogest, a differenza del Danazolo, una delle poche molecole approvate finora per la malattia, non ha conseguenze androgeniche (es. irsutismo) e riduce il dolore e le lesioni. Ora sappiamo come intervenire e dobbiamo sforzarci per giungere ad una diagnosi precoce. Secondo uno studio americano, il 47% delle pazienti deve consultare addirittura cinque clinici prima di dare una risposta al proprio malessere. Questo gioca molto sulla qualità di vita della donna e influisce anche sul risultato della terapia”. 

Le cause dell’endometriosi non sono ancora conosciute, ma è probabile che un ruolo importante lo giochi il numero medio di mestruazioni nella vita. Infatti, queste corrispondono a veri e propri picchi infiammatori, che colpiscono ovviamente l’utero e i suoi tessuti. “Il numero di cicli è aumentato in maniera considerevole nelle occidentali e in particolar modo nelle italiane – commenta il prof. Fedele –, perché procreano sempre di meno. Il tasso di fecondità del nostro Paese è di 1,39 figli per donna, uno dei più bassi al mondo. Questo purtroppo non basta a spiegare l’evoluzione di una patologia così particolare. Di conseguenza, per assicurare alle pazienti la miglior qualità di vita possibile, dobbiamo monitorare con costanza l’evoluzione della malattia per prevenire danni più ampi, per esempio sul fronte della fertilità, e agire sui sintomi per ridurli il più possibile. Il dolore può anche essere eliminato, ma è indispensabile che la diagnosi sia precoce, soprattutto nelle giovani”. Persone che si trovano ancora in età riproduttiva e sono quindi da tutelare, per evitare che la loro condizione le porti alla sterilità. “Il Dienogest induce uno stato di inibizione dell’ovulazione completo ma temporaneo – conclude il prof. Petraglia –, come dimostrato dai nostri studi: una volta sospeso, quindi, la fisiologica attività ovarica e mestruale riprende regolarmente”.

 

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