Vai al contenuto

Ematologia: la via italiana contro i tumori del sangue

ematologia-300x231L’Italia è un’eccellenza a livello mondiale nella ricerca in ematologia. Lo dimostrano gli studi guidati dai centri del nostro Paese che saranno presentati al 57° Congresso dell’American Society of Hematology (ASH), il più importante appuntamento internazionale del settore, che si svolge a Orlando (Florida) dal 5 all’8 dicembre. Per quattro giorni, oltre 15mila esperti discuteranno dei progressi della ricerca e delle terapie delle principali malattie ematologiche.

“Ogni anno in Italia quasi 28mila italiani sono colpiti dai tumori del sangue – spiega il prof. Fabrizio Pane, Presidente SIE (Società Italiana di Ematologia). I passi in avanti nelle sperimentazioni hanno permesso di rendere croniche molte di queste patologie, che un tempo si caratterizzavano per tassi di sopravvivenza molto bassi. Al Congresso ASH saranno presentati dati importanti sull’immuno-oncologia nel mieloma multiplo, che colpisce ogni anno nel nostro Paese quasi 4.500 persone. Questa nuova arma, che rinforza il sistema immunitario contro il tumore, si è già dimostrata efficace nel melanoma e nelle neoplasie del rene e del polmone. È fondamentale offrire nuove opzioni terapeutiche a persone colpite da una malattia che fa registrare tassi di sopravvivenza a 5 anni pari al 42%”. Oltre al mieloma multiplo, le principali malattie ematologiche sono rappresentate dai linfomi di Hodgkin (1.200 nuovi casi ogni anno in Italia) e non Hodgkin (10.200), dalle sindromi mielodisplastiche (4.000) e dalle leucemie: linfatica acuta (1.000), linfatica cronica (3.000), mieloide acuta (3.000) e mieloide cronica (1.000). Complessivamente ogni anno circa 28mila italiani sono colpiti da queste patologie. Sono migliorati i tassi di sopravvivenza, ad esempio guariscono l’80% delle persone colpite da linfoma di Hodgkin e il 60% dei pazienti con linfoma non Hodgkin.

“Nella leucemia linfatica cronica – continua il prof. Pane -, sono stati raggiunti passi in avanti decisivi grazie ai farmaci molecolari, che hanno come bersaglio i meccanismi biologici della malattia e che hanno permesso di abbandonare completamente la chemioterapia. Grande spazio durante il Congresso ASH anche a molecole innovative frutto di manipolazioni genetiche”.

“L’Italia in questi ultimi due decenni ha giocato un ruolo di primo piano nel mondo, con la pubblicazione di ricerche sulle più importanti riviste internazionali – conclude il prof. Pane. Ricordiamo, in particolare, un articolo del 1997 su Blood a firma esclusivamente di scienziati italiani, che ha aperto la strada a un nuovo approccio nel trattamento della leucemia promielocitica acuta. Attualmente, la cura si basa su questo tipo di terapia ed è possibile guarire malati che in passato avevano un’aspettativa di vita di poco più di un mese. Stiamo assistendo oggi al passaggio dall’approccio one disease/one drug (un farmaco per ogni malattia) alla medicina personalizzata attraverso la selezione dei pazienti con esami specifici”.