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Diabetologia della Asl di Olbia “virtuosa”

La Asl di Olbia viene citata sull’ultimo numero di  “Focus Salute” come “Asl virtuosa” per la prevenzione e la gestione del Diabete nella sua popolazione. “Un riconoscimento che gratifica gli operatori per l’impegno profuso giornalmente”, dice il manager della Asl di Olbia Giovanni Antonio Fadda.

Si tratta di una regola basilare, confermata da molti studi scientifici e, purtroppo, dai risultati che emergono dai dati diffusi dal Ministero della Salute e che Focus, per il secondo anno consecutivo, raccoglie ed elabora per offrire una fotografia della sanità. Oltre che una indicazione per valutare una struttura sanitaria prima di un ricovero.

Quasi 45 mila, tante sono le vite perdute negli ospedali italiani nel 2011. È il dato impressionante che emerge dalla nuova Guida Salute di Focus, dalla differenza tra la media italiana di decessi in ospedale per varie patologie acute e la media degli ospedali migliori con la mortalità più bassa. Su quasi 566 mila pazienti ricoverati nel 2011 per diverse patologie acute: infarto, angioplastica coronarica preventiva, scompenso cardiaco, bypass aortocoronarico valvuloplastica o sostituzione di valvola, ictus, aneurisma dell’aorta addominale non rotto, tumori al polmone, tumore gastrico, tumore al colon retto e al retto, frattura del collo del femore e bronco pneumopatia riacutizzata, l’8% è di mortalità evitabile, se alzassimo il livello medio della qualità delle cure degli interventi, e dell’organizzazione sanitaria, dal medico di famiglia all’equipe ospedaliera.

La Guida Salute di Focus, in edicola il 12 marzo, offre una mappa per valutare i reparti degli ospedali migliori a cui rivolgersi, per comprendere le malattie, gli esami clinici e le terapie. Raccoglie in undici capitoli i dati ufficiali della qualità delle cure per le patologie più comuni, risultati dallo studio di oltre 10,5 milioni di ricoveri del 2011 per 7 milioni di pazienti in 1.483 strutture pubbliche e private con i dati più aggiornati del ministero della Salute.

Si tratta di una regola basilare, confermata da molti studi scientifici e, purtroppo, dai risultati che emergono dai dati diffusi dal Ministero della Salute e che Focus, per il secondo anno consecutivo, raccoglie ed elabora per offrire una fotografia della sanità. Oltre che una indicazione per valutare una struttura sanitaria prima di un ricovero.

Quasi 45 mila, tante sono le vite perdute negli ospedali italiani nel 2011. È il dato impressionante che emerge dalla nuova Guida Salute di Focus, dalla differenza tra la media italiana di decessi in ospedale per varie patologie acute e la media degli ospedali migliori con la mortalità più bassa. Su quasi 566 mila pazienti ricoverati nel 2011 per diverse patologie acute: infarto, angioplastica coronarica preventiva, scompenso cardiaco, bypass aortocoronarico valvuloplastica o sostituzione di valvola, ictus, aneurisma dell’aorta addominale non rotto, tumori al polmone, tumore gastrico, tumore al colon retto e al retto, frattura del collo del femore e bronco pneumopatia riacutizzata, l’8% è di mortalità evitabile, se alzassimo il livello medio della qualità delle cure degli interventi, e dell’organizzazione sanitaria, dal medico di famiglia all’equipe ospedaliera.

La Guida Salute di Focus, in edicola il 12 marzo, offre una mappa per valutare i reparti degli ospedali migliori a cui rivolgersi, per comprendere le malattie, gli esami clinici e le terapie. Raccoglie in undici capitoli i dati ufficiali della qualità delle cure per le patologie più comuni, risultati dallo studio di oltre 10,5 milioni di ricoveri del 2011 per 7 milioni di pazienti in 1.483 strutture pubbliche e private con i dati più aggiornati del ministero della Salute.

 

Nell’ultima edizione della “Guida Salute”, allegata al Focus n. 245 del marzo 2013, sono stati analizzati i dati diffusi dal Ministero della Salute e che Focus, per il secondo anno consecutivo, ha raccolto ed elaborato per offrire uno spaccato della sanità italiana.

Un documento che offre una mappa per valutare i reparti degli ospedali migliori a cui rivolgersi, per comprendere le malattie, gli esami clinici e le terapie.

Dallo studio di oltre 10,5 milioni di ricoveri registrati nel 2011 con 7 milioni di pazienti ricoverati in 1.483 strutture pubbliche e private, la “Guida Salute” raccoglie i dati ufficiali della qualità delle cure per le patologie più comuni.

 

Si tratta di una regola basilare, confermata da molti studi scientifici e, purtroppo, dai risultati che emergono dai dati diffusi dal Ministero della Salute e che Focus, per il secondo anno consecutivo, raccoglie ed elabora per offrire una fotografia della sanità. Oltre che una indicazione per valutare una struttura sanitaria prima di un ricovero.

Quasi 45 mila, tante sono le vite perdute negli ospedali italiani nel 2011. È il dato impressionante che emerge dalla nuova Guida Salute di Focus, dalla differenza tra la media italiana di decessi in ospedale per varie patologie acute e la media degli ospedali migliori con la mortalità più bassa. Su quasi 566 mila pazienti ricoverati nel 2011 per diverse patologie acute: infarto, angioplastica coronarica preventiva, scompenso cardiaco, bypass aortocoronarico valvuloplastica o sostituzione di valvola, ictus, aneurisma dell’aorta addominale non rotto, tumori al polmone, tumore gastrico, tumore al colon retto e al retto, frattura del collo del femore e bronco pneumopatia riacutizzata, l’8% è di mortalità evitabile, se alzassimo il livello medio della qualità delle cure degli interventi, e dell’organizzazione sanitaria, dal medico di famiglia all’equipe ospedaliera.

La Guida Salute di Focus, in edicola il 12 marzo, offre una mappa per valutare i reparti degli ospedali migliori a cui rivolgersi, per comprendere le malattie, gli esami clinici e le terapie. Raccoglie in undici capitoli i dati ufficiali della qualità delle cure per le patologie più comuni, risultati dallo studio di oltre 10,5 milioni di ricoveri del 2011 per 7 milioni di pazienti in 1.483 strutture pubbliche e private con i dati più aggiornati del ministero della Salute.

 

Una parte della pubblicazione è dedicata ai “ricoveri inutili” cioè quelli per patologie curabili in ambulatorio, come diabete, l’asma o l’influenza, che non dovrebbero essere curate in ospedale se non in casi “eccezionali”.

Tra le patologie analizzate vi è il diabete mellito, “uno dei maggiori problemi sanitari che può generare diverse complicanze, sia nel breve che nel lungo periodo: queste complicanze non sono altro che indicatori diretti che ci consentono di stabilire l’efficacia e appropriatezza dell’assistenza garantita al paziente diabetico”, spiega il Direttore del Servizio di Diabetologia della Asl di Olbia, Giancarlo Tonolo“questi parametri sono stati analizzati nello studio di Focus e sicuramente riempiono di orgoglio il nostro Servizio e ci spronano a continuare a fare sempre il massimo per il bene della nostra popolazione”.

 

In Italia nel 2011 sono stati registrati 9.480 ricoveri legati ad “un diabete non controllato”, con un rischio di ricovero stimato pari allo 0,19 ogni 1.000 abitanti. “Si tratta di quei ricoveri generati dal uno “scompenso metabolico” un indicatore della qualità della diabetologia territoriale. Se il paziente è ben seguito, o grazie ad una diagnosi precoce lo si inserisce in terapia quanto prima e gli si riesce a trasmettere e far accettare il percorso terapeutico, legato sicuramente alla mutazione dello stile di vita, e, soprattutto, noi operatori non commettiamo errori nella somministrazione della terapia, il paziente sarà “compensato” andando quindi ad evitare dei ricoveri inutili e il presentarsi delle complicanze”, spiega Tonolo.

 

Nella provincia di Olbia Tempio (come si legge nella tabella a pag. 91 della Guida e che vi invio in allegato) nell’arco del 2011 sono stati 22 i ricoveri causati da “diabete non controllato” con un rischio di ricovero ogni 1.000 abitanti dello 0,18, leggermente sotto la media nazionale; “il diabete mellito può avere diverse complicanze, sia a breve termine come il coma diabetico che è causato da errori di somministrazione dell’insulina o anche alla scarsa attenzione del paziente alla prescrizione della dieta; ma anche complicanze a lungo termine come danni alla retina, ai reni che possono degenerare sino alla cancrena e all’amputazione dell’arto”.

Nella voce Numero di ricoveri legati alle “complicanze” del diabete, la Asl di Olbia registra un dato migliore alla media nazionale, infatti il dato gallurese, 0,22 ricoveri ogni 1.000 abitanti, è decisamente inferiore rispetto allo 0,46 della media nazionale, in particolare nella gestione delle complicanze a lungo termine (rischio ricovero ogni 1.000 abitanti pari allo 0,14 contro lo 0,35 della media nazionale).

“Un altro buon risultato lo si registra da parte dell’ambulatorio delle complicanze chirurgiche del diabete, che ha in carico prima tra tutti la gestione del piede diabetico e a seguire tutte le altre ulcere nel paziente diabetico. Nel 2011 6.638 pazienti hanno subito in Italia l’amputazione di un arto inferiore, con un rischio medio nazionale di 13 amputazioni ogni 100.000 adulti; nel nostro territorio invece abbiamo registrato 3 amputazioni e un rischio di 2 amputazioni ogni 100.000 abitanti”, conclude Tonolo.

 

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