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Diabete, ne soffrono 17.000 aretini, altrettanti sono ammalati e non lo sanno

Sono 17.000 gli aretini che sono ufficialmente riconosciuti come diabetici. Ce ne sono altrettanti che non sono certificati. ER poi altrettanti ancora che hanno una glicemia oscillante fra 100 e 125 e compongono la cosiddetta platea della “glicemia alterata a digiuno”. Un esercito di persone che combattono con questa malattia che nel mondo porta direttamente o indirettamente alla quarta causa di morte. Sabato prossimo (10 novembre) si celebra la giornata mondiale contro il diabete..

Ad Arezzo si terra al mattino un convegno all’Auditorium del San Donato con la presenza di due fra i più importanti ricercatori del mondo (Ugo Bocci e Piero Marchetti dell’università di Pisa), e i più qualificati operatori locali,

“Proteggiamo il nostro futuro” è lo slogan scelto quest’anno e che campeggia in striscioni, manifesti e pullman, che l’Ada (Associazione diabetici aretini) ha diffuso in questa occasione. Nel pomeriggio di sabato, al centro commerciale Setteponti, operatori della Asl saranno presenti per una misurazione immediata della glicemia e per fornire tutte le indicazioni sui percorsi assistenziali della Asl e sui correti stili di vita da adottare, vera grande medicina preventiva del diabete.

Quello che lancia Lucia Ricci, direttore della Diabetologia della Asl è un autentico allarme: “A fronte del 6% della popolazione già conclamata come colpita dal diabete, si assiste ad un incremento che nemmeno gli scienziati si attendevano. In soli sei mesi nella nostra provincia abbiamo avuto in incremento di 1.300 pazienti. Ci sono stati 300 casi di diabete gestazionale e 350 nuovi accessi alle cure per il piede diabetico. “

Il diabete non si puo’ prendere sotto gamba, come una malattia con la quale convivere senza adottare serie forme curative e soprattutto una attenta prevenzione.

Le conseguenze di un diabete trascurato sono gravissime e vanno a  colpire ogni parte del nostro organismo.

La Asldi Arezzo ha organizzato negli anni un team che vedono, assieme alla diabetologia, esperi della cardiologia, della chirurgia vascolare, delle malattie infettive, della oculistica e adesso anche della pediatria, impegnati per dare le risposte più adeguate ad un vero e proprio esercito che ogni anno cresce nelle sue fila per chiedere di correre ai ripari.

Il 20% degli ammalati della nostra provincia è sopra i 65 anni, ma questa malattia si va diffondendo a gran  velocità fra i bambini con 3 su 10 di loro che sono in soprappeso o obesi e spesso non accettano di cambiare stili di vita, nonostante la pressione di pediatri e medici di famiglia. Un autentico flagello sociale al quale porre sempre pii attenzione.