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Demenze: Arezzo diventa sede sperimentale di un modello di riferimento per tutta la Toscana

La Asl di Arezzo sperimenterà un nuovo modello di percorsi diagnostici assistenziali legati alla demenza, sia di tipo Alzheimer che di altre forme. Un progetto della durata di due anni, voluto dall´Ars, l´Agenzia Regionale di Sanità toscana e che vede nella nostra provincia il terreno ideale per la sua attuazione e sperimentazione.

La demenza è un disturbo mentale organico, a carattere evolutivo, che determina un progressivo deterioramento della memoria e delle altre funzioni cognitive e conduce il paziente, nelle fasi più avanzate della malattia, alla incapacità di svolgere i più semplici atti della vita quotidiana, e pertanto ad uno stato di completa dipendenza dai familiari e da coloro che lo assistono.
È una sindrome che richiede un carico assistenziale e umano assai elevato e che sta determinando un impatto sociale sempre maggiore sulle società industrializzate come la nostra, caratterizzate da un progressivo invecchiamento della popolazione.

"Solo nella nostra provincia – afferma il direttore della Usl Enrico Desideri – si registrano cinquemila casi noti di demenze, che coinvolgono altrettante famiglie, con tutte le problematiche del caso. La nostra Azienda ha già un proprio percorso per queste patologie, rispetto al quale è ora necessario creare una rete operativa e uno schema protocollare che ci consenta la identificazione precoce, e soprattutto corretta, delle demenze. L´obiettivo è quello di conoscere in anticipo, per individuare le strategie più appropriate di cura, nella fase diagnostica, nella presa in carico dei pazienti e nella gestione dell´assistenza".

La malattia di Alzheimer costituisce il 50% di tutte le demenze. Nel restante 50% si collocano tutte le altre, tra cui: demenze vascolari, taupatie, parkinson con demenza, atrofia multisistemica.
"C´è la necessità – sottolinea Paolo Zolo direttore del Dipartimento di Neuroscienze, e responsabile del progetto in procinto di partire – di proporre una visione aggiornata delle demenze non Alzheimer, che rappresentano l´altra metà del ´mondo demenze´. E´ urgente anche individuare una strategia di percorsi integrati di assistenza e cura, calibrati sulle caratteristiche di ciascuna forma di demenza. Da questa personalizzazione e identificazione, possono derivare una risposta di qualità ai bisogni assistenziali e il superamento di tutte le logiche fatalistiche di attesa di eventi e di custodia delle persone."

Per il Presidente dell´Ars Giovanni Barbagli, con l´aumento dell´età media della popolazione toscana, la questione centrale è quella della diffusione dei casi di demenza. Conseguentemente, l´obiettivo primario del progetto è appunto quello di "individuare modalità organizzative in grado di prevenire i problemi assistenziali, orientare risposte molto specifiche e dettagliate, informare e sostenere appropriatamente il contesto familiare e assistenziale dell´evoluzione di ogni singolo caso".

La zona Valdichiana è stata individuata come cabina di regia e sede di sperimentazione del progetto, che sarà finanziato con un importo di 300 mila euro. L´ospedale della Fratta, in particolare, ospiterà una équipe neurologica ad hoc impegnata sul versante specialistico, in grado di assicurare uno screening delle demenze non Alzheimer. Faranno parte di questa rete diagnostico assistenziale, 8 neurologi, 4 geriatri, 3 psichiatri.
La sede di progettazione e realizzazione dei percorsi assistenziali integrati e personalizzati (ospitalità diurna, degenza temporanea, assistenza a domicilio), invece, sarà presso l´istituto Cam di Cortona. "Naturalmente, precisa ancora Desideri, sarà comunque garantita una connessione specifica con il progetto Alzheimer della zona Valdichiana (con i medici di famiglia, i servizi sociosanitari di zona e il supporto neuropsicologico presso l´Ospedale della Fratta) e con il Servizio Sociale della Asl".

Il progetto, denominato "DNA"( Demenze Non Alzheimer), si rivolge in modo specifico ai casi ad esordio giovanile della demenza (persone con meno di 50 anni) ed ai casi particolarmente complessi di Alzheimer, rilevati su tutto il territorio provinciale.
Per ogni singolo caso è previsto un monitoraggio di sei mesi. Sarà predisposto, con rispetto della normativa sulla privacy, un registro provinciale delle demenze sia Alzheimer che non Alzheimer, sulla base di apposite schede predisposte dall´Agenzia Regionale di Sanità.
Tutto questo percorso mira alla definizione di un modello di riferimento per tutta la Toscana, dove le demenze si calcolano in almeno 50.000, con una percentuale di donne del 65% e di uomini del 35%.