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Cure palliative, la sfida della sanità moderna

Bilancio positivo per il Congresso internazionale di Bologna promosso dalla Fondazione ANT

terapiadoloreLe cure palliative sono indispensabili e lo saranno sempre di più per la tenuta dei Sistemi sanitari e della coesione sociale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che ne abbiano bisogno tra i quattro e i cinque milioni di persone malate di tumore e circa 100 milioni di pazienti e loro familiari. Nel 2020 circa 10 milioni di decessi saranno causati da una patologia oncologica, dai due ai tre milioni solo nei paesi industrializzati. 

Si è chiuso con un bilancio positivo il Congresso internazionale sulle cure palliative promosso dalla Fondazione ANT Italia Onlus (“The Dignity of Life until the Last Breath. Innovative models in cancer palliative care”) terminato ieri a Bologna. Sono oltre cinquanta gli esperti, tra i più autorevoli a livello internazionale, che hanno partecipato alla tre giorni per confrontarsi sui modelli assistenziali presenti in Europa nel campo delle cure palliative e della home care, con particolare riferimento a modelli innovativi che prevedono la partecipazione integrata di diverse realtà territoriali. Uno sguardo sullo sviluppo delle cure palliative nel mondo è arrivato direttamente dagli Usa, grazie alla lettura magistrale di una delle maggiori esperte internazionali, la dottoressa Kathleen M. Foley del Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York.

L’evento è stato organizzato in sessioni tematiche e tavole rotonde. Si è parlato, in particolare, di Modelli assistenziali integrati: verso la continuità di cura e di Cure palliative in Italia. Nelle sessioni pomeridiane è stato affrontato il tema  “La formazione in cure palliative” e “L’impiego degli analgesici oppioidi nel trattamento del dolore oncologico”. La giornata del 14 settembre ha offerto un panorama della situazione europea sull’organizzazione delle cure palliative, mentre l’ultima tavola rotonda è stata dedicata alla Tecnologia al servizio dell’home care. Il Convegno è servito anche a presentare i dati del bilancio operativo di ANT nel primo semestre del 2013: 6.808 i malati di tumore assistiti gratuitamente a domicilio in 9 regioni d’Italia tra gennaio e giugno di quest’anno, in crescita del 4.6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Si stima che le persone seguite ogni anno da ANT rappresentino circa il 10% di tutti i malati oncologici assistiti a domicilio nel nostro Paese.

 “Tutti i servizi offerti da ANT ai Malati di tumore, alle loro famiglie e ai cittadini – commenta Raffaella Pannuti, presidente ANT – hanno visto una fortissima crescita negli ultimi mesi, a fronte di un bilancio economico che si mantiene appena costante e di una situazione politica che non facilita in alcun modo l’operato, il riconoscimento e l’integrazione del settore non profit”.

In Italia le cure palliative domiciliari sono in continuo miglioramento e diminuisce in modo rilevante il numero di pazienti oncologici che trascorre gli ultimi giorni di vita in un ospedale (da 53.574 nel 2010 si è passati a 49.213 nel 2011 con un calo che supera l’8%), segno che le reti assistenziali diffuse sul territorio riescono a prendere in carico un maggior numero di persone. Anche il numero degli hospice che presta assistenza ai malati terminali aumenta (217 nel 2011 rispetto ai 204 del 2010). È il quadro che emerge dall’ultima relazione recentemente inviata al Parlamento sullo stato di attuazione della legge n. 38/2010 “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore”. Attualmente, si legge nel rapporto, “la situazione appare disomogenea anche se esiste la volontà su tutto il territorio nazionale di organizzare in forme, seppur variegate, una risposta assistenziale adeguata”.

 “Le cure palliative a casa rappresentano la sfida della moderna sanità per dare risposte a tutti i sofferenti cronici – conclude il presidente ANT, Pannuti – il ministro Lorenzin ha ripetuto più volte l’importanza strategica dell’assistenza domiciliare nell’ambito di un ripensamento della Sanità pubblica che sia sostenibile. Dall’ultimo censimento Istat si evince quanto sia cresciuto il non profit in questi dieci anni, in controtendenza rispetto a tutti gli altri settori. Ciò che davvero manca è una presa di coscienza delle istituzioni, che devono guardare a noi con meno gelosie e in modo più propositivo”.