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Curarsi mangiando: il cibo è la medicina migliore

maxresdefaultIl Dott. D’Orta, biologo nutrizionista e Specialista in Scienze dell’alimentazione in un avvincente relazione  tenutasi a Roma il 10 e l’11 giugno 2011 presso la Pontificia Università Lateranense, ha chiuso la Conferenza Nazionale sulla Nutrizione, tema “le nuove frontiere dell’alimentazione nel controllo delle malattie oncologiche”.

Il suo autorevole intervento ha avuto i toni di chi fa vacillare le fondamenta della dietologia. Vasti i temi trattati, volti soprattutto a far convergere le comuni prassi in un’unica prospettiva. La Nutraceutica ed in particolare la Metabolomica.

Il Dottore nella relazione accenna in primis a cosa può infuenzare il metabolismo basale in  un individuo sovrappeso oppure obeso. Questi difatti non riesce a dimagrire nonstante gli sia stata assegnata una dieta con un computo calorico ben al di sotto del suo metabolismo basale.

La spiegazione scientifica? Per il dott. D’Orta sta nelle piccole dimensioni dei  mitocondri di una cellula, quella dell’obeso, cronicamente e persistentemente infiammata. E’ proprio il substrato biochimico di questa cellula ad influenzare il peso e la salute di questi pazienti. Questo stato pro-infiammatorio comporta infatti serie patologie endemiche come il Diabete Mellito di tipo 2 e come la maggior parte delle neoplasie.

Come intervenire? Mangiando bene. In uno studio su 68 pazienti affetti da diabete mellito di tipo 2 i risultati sono stati tangibili. Tale gruppo è stato sottoposto a digiuno per due giorni, ad alimentazione ipoproteica di tipo funzionale e con grassi definiti cis per una settimana, e in seguito con dieta bilanciata. Il risultato è stato che la metà dei pazienti ha smesso di fumare, per un possibile coinvolgimento dopaminico, e  in tutti la glicemia si e normalizzata; quello che è staordinario è che la metà dei pazienti aveva smesso di assumere farmaci antidiabetici.

Dunque modificando la dieta si può ridurre la resistenza insulinica nel diabetico. Ma questo non è che l’inizio. Perché ripulendo l’organismo dei recettori insulinici disfunzionali e dunque di un eccesso di insulina inutilizzabile, si riduce anche l’esposizione delle cellule di quell’organismo ad agenti oncogeni. Non soltanto insulina ma anche fattori di crescita cellulare, androgeni ed estrogeni che come è noto sono coinvolti nella patogenesi di molteplici neoplasie. E ciò può avvenire consumando poca carne rossa,poco latte,ricchissimo di fattori di crescita ed altamente pro-infiammatorio a causa delle proteine acide che lo compongono, e preferendo cibi alcalini quali la mela e le proteine verdi.

Contributo di:

Dott. Giovanni Tanzi, Medico Chirurgo Abilitato e Iscritto all’Albo dal 2008;

Diploma di Formazione Specifica in  Medicina Generale (2010-2013);

Formazione pluriennale in Medicina Interna presso la II°Medicina Universitaria degli OORR di Foggia

(2007-2010);

Formazione in Nutrizione Clinica e DCA  presso la Nutriform di Cosenza (Ott-Nov 2011);

Frequenza Pluriennale presso l’Ambulatorio di Obesità e DCA degli OORR di Foggia come Medico interno e poi Specialista in Formazione (2007-2010);

Medico di Medicina Generale Convenzionato SSN ULSS-1 Belluno;

Studio Selva di Cadore Via IV Novembre 13;

Studio Colle Santa Lucia c/o Comune;

Tel 320/1436662

 

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