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Covid: ‘rallenta cura malattie infettive e progressi in lotta a virus’, l’allarme

Milano, 23 set. (Adnkronos Salute) – Covid-19 sta calamitando l’attenzione “quasi esclusiva” di medici e ricercatori, anche di quelli che si occupano di malattie causate da microbi diversi dal virus Sars-CoV-2. Una focalizzazione “miope” che frena i programmi di controllo contro le patologie infettive e tropicali e che, come ‘effetto-paradosso’, potrebbe anche rallentare i progressi nella lotta all’emergenza pandemica, lasciando spazio alla circolazione del nuovo coronavirus e allo sviluppo di varianti ancora più pericolose e magari resistenti ai vaccini. A lanciare l’allarme sono gli esperti dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, in occasione della conferma da parte del ministero della Salute – appena pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale – della sua qualifica di Irccs, Istituto di ricerca e cura a carattere scientifico, dedicato alle malattie infettive e tropicali.

“La pandemia sta avendo un impatto devastante sui programmi di lotta alle grandi endemie già scarsamente finanziati. Tra queste l’Hiv, la tubercolosi e la malaria – elenca Zeno Bisoffi, direttore del Dipartimento di Malattie infettive e tropicali dell’ospedale veronese – Secondo il report del Global Fund, nel 2020 sono stati realizzati 40 milioni di test Hiv in meno, 104 milioni a fronte dei 144 milioni del 2019. Anche per la malaria i numeri sono particolarmente critici: nel 2019 ci sono stati circa 260 milioni di casi sospetti sottoposti a test diagnostico, mentre nel 2020 il dato si è arrestato a 248 milioni. Un calo si è registrato anche nelle persone trattate per Tbc: dai 5,5 milioni pre-pandemia ai 4,5 milioni del 2020”.

“Le conseguenze sono ora gravissime – ammonisce lo specialista – e a lungo andare si possono riflettere in una minaccia sanitaria anche per i nostri Paesi nella lotta al Covid. Ad esempio – spiega – un aumento dei casi di tubercolosi non adeguatamente trattata provocherà automaticamente una maggiore diffusione della Tbc resistente ai farmaci, che può diventare una minaccia planetaria. E pazienti con Hiv potenzialmente suscettibili alle complicazioni di Covid 19, che non vengono più seguiti regolarmente negli ambulatori dedicati, in caso di coinfezione non solo causeranno un aumento dei casi e della possibile insorgenza di resistenze ai farmaci antiretrovirali, ma potenzialmente potrebbero contribuire anche alla diffusione delle stesso Covid e delle sue varianti”.

“Concentrarsi con miopia su un’unica malattia si può rivelare catastrofico non solamente per i Paesi endemici per le maggiori malattie infettive e tropicali, ma anche per noi stessi – incalza Bisoffi – Se a questo aggiungiamo il colpevole ritardo nel favorire l’accesso ai vaccini anti Sars-CoV-2 alle popolazioni dei Paesi poveri, ecco che questa miopia può diventare uno spaventoso boomerang anche per i Paesi ricchi, spingendoli ad affrontare il problema per egoismo, se non per una motivazione etica”.

Il Sacro Cuore Don Calabria, centro di ricerca e monitoraggio su malaria e altre infezioni trasmesse da vettori, e allo stesso tempo punto di riferimento nella lotta a Covid – ricorda una nota – è il secondo ospedale in Italia ad avere il riconoscimento di Irccs per le malattie infettive e tropicali, dopo lo Spallanzani di Roma. “La conferma, oltre ad essere una grande soddisfazione – dichiara il direttore scientifico Pier Carlo Muzzio – è un forte stimolo a migliorare nell’ambito delle malattie infettive e tropicali, ma anche ad allargare il riconoscimento ad altri settori di attività importanti del nostro ospedale che sono preminenti dal punto di vista scientifico”.

“Oltre al Covid – evidenzia – 3 sono le linee di ricerca legate proprio all’ambito dell’Irccs: la malaria e le altre infezioni trasmesse dalle zanzare, tra cui Dengue e West Nile, la strongiloidosi e le malattie tropicali neglette, cioè quelle dimenticate perché a lungo trascurate dalla ricerca”.

Nel corso degli ultimi 3 anni – prosegue la nota – l’ospedale ha effettuato notevoli investimenti in risorse umane, apparecchiature e innovazioni strutturali per lo sviluppo della ricerca nell’ambito delle malattie infettive e tropicali, anche con numerose collaborazioni internazionali, vantando 171 pubblicazioni dal 2019, di cui 23 su Covid-19.

Tra queste lo studio pubblicato su ‘Clinical Microbiology and Infection’ relativamente all’efficacia della vaccinazione, che ha coinvolto gli oltre 2mila operatori del Sacro Cuore Don Calabria e ha anticipato l’indicazione del ministero che per i guariti ha stabilito una sola dose di vaccino, se effettuata entro l’anno dall’infezione. L’Irccs, inoltre, ha fatto parte del trial internazionale Save More pubblicato su ‘Nature Medicine’ riguardo al farmaco anakinra per l’artrite reumatoide, che si è dimostrato capace di ridurre drasticamente il ricovero in terapia intensiva e i decessi causati da Sars-CoV-2. Ora si attende dall’Agenzia europea del farmaco Ema il via libera per inserire l’anakinra tra le terapie Covid.

L’ospedale di Negrar dispone di una biobanca tropicale e di laboratori di biocontenimento, ad alto livello per la manipolazione ai fini di ricerca in vitro di patogeni come il micobatterio della tubercolosi, il virus Sars-CoV 2 e altri virus emergenti.