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Covid: psicologi, ‘più giovani suicidi? Punta iceberg, servono misure urgenti’

Roma, 19 mag. (Adnkronos) – “Sono necessarie misure specifiche con le quali affrontare disagi e dare risposte e soluzioni ai problemi di coloro che sono in difficoltà. Dobbiamo dare strumenti adeguati a coloro che hanno necessità del nostro aiuto: l’aumento dei suicidi, in particolare tra i giovani, è solo la punta dell’iceberg delle problematiche post-pandemia”. Ne è convinto David Lazzari, presidente del consiglio Nazionale Ordini Psicologi, che spiega all’Adnkronos: “Ci si sta avviando ad una normalizzazione dal punto di vista sanitario, e anche lo spostamento del coprifuoco alle 23 è un aiuto, anche se i problemi di natura psicologica continueranno ad essere presenti per lungo tempo”.

“Sono fortemente preoccupato perché il reclutamento di 600 psicologi annunciato dal governo per affrontare i disagi causati dalla pandemia, è un segnale simbolico di aiuto – spiega Lazzari – E’ un numero inadeguato rispetto alle reali necessità, sarebbe uno psicologo ogni centomila abitanti per 24 ore a settima. Sono necessarie risposte concrete e urgenti che serviranno a impedire l’aggravarsi delle situazioni di disagio. Sì certo le riaperture per l’estate, lo spostamento del coprifuoco alle 23, la ripresa di una certa normalità aiuta sicuramente ma i disagi e i disturbi della popolazione ed in particolare i giovani devono essere affrontati con misure specifiche urgenti”.

“Abbiamo realizzato un protocollo con la Scuola – sottolinea Lazzari – che è importante ma che ha bisogno di essere sviluppato. E’ necessario pensare e realizzare una vera struttura di psicologi nella Sanità pubblica: oggi sono solo 5mila gli psicologi nelle strutture pubbliche in tutta Italia, insufficienti per affrontare le problematiche post-pandemia. Va definita una presenza adeguata nei servizi sociali e nel sistema di welfare che si deve riformare. A differenza degli altri Paesi europei, l’Italia non ha sostanzialmente una rete pubblica di promozione e sostegno psicologico”.

“Credo che sia necessario rafforzare in modo particolare la rete psicologica nella scuola, la presenza dello psicologo nei plessi scolastici, soprattutto ora nel post pandemia, non significherebbe prevenire eventuali peggioramenti delle situazioni di disagio e a creare una rete tra scuola e servizi sanitari pubblici specialistici per dare una risposta terapeutica alle situazioni che lo richiedono”.

“In Francia ad esempio hanno messo a disposizione, gratuitamente, a tutti i ragazzi fino ai 18 anni uno psicologo proprio per affrontare disagi e problematiche provocate dalla pandemia. L’importanza del nostro ruolo di psicologi in questo momento e no solo in questo momento è chiara – conclude Lazzari – sia per interventi di cura sia per la prevenzione e per la promozione delle risorse”.