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Covid: pediatra, ‘medici possono convincere 2,5 mln over 12 a vaccinarsi’

Milano, 1 dic. (Adnkronos Salute) – “L’alleanza tra paziente e medico curante può aumentare i sì al vaccino anti-Covid”. Anche di più di 2 milioni. Ne è convinto il pediatra Italo Farnetani che lancia una proposta, una chiamata all’azione rivolta a medici di famiglia e pediatri. “Indubbiamente questi camici bianchi hanno gestito in prima persona l’emergenza Covid e, se in Italia sono stati raggiunti alti livelli di vaccinazione, è per buona parte merito loro”, spiega all’Adnkronos Salute l’esperto che chiede ora un passo in più: “In questa fase potrebbe essere utile che ogni medico individuasse nell’elenco dei propri assistiti quelli che non hanno effettuato ancora la vaccinazione e li contattasse personalmente. Questo ulteriore sforzo, ancora più prezioso dopo mesi di super lavoro, dovrebbe essere anche riconosciuto e premiato con modalità da concordare con le varie categorie professionali”, precisa.

“Ritengo che una campagna di sensibilizzazione da parte dei medici curanti con contatti diretti, di persona, in videoconferenza o anche solo per telefono, potrebbe convincere 2 milioni e mezzo di pazienti a sottoporsi alla vaccinazione”, stima Farnetani. La missione su cui concentrarsi, continua il professore ordinario di pediatria della Libera Università Ludes di Malta, deve essere dunque incrementare il numero di adesioni alla prima dose nelle prossime settimane. “In Italia il 12,72% della popolazione sopra i 12 anni ha rifiutato di sottoporsi alla vaccinazione anti Covid, una quota che corrisponde a 6,8 milioni di persone – sottolinea il pediatra – Una grande maggioranza di questi ha rifiutato il vaccino non per un’avversione ideologica, ma per l’incertezza dovuta alle fake news, pareri discordanti, notizie allarmanti e infondate”.

“Chi meglio del medico curante può esprimere un giudizio sull’opportunità o meno di effettuare la vaccinazione? – si chiede Farnetani – Sicuramente il suo parere sarebbe accettato di buon grado per il rapporto di fiducia che esiste, e in un colloquio il paziente potrebbe esprimere i suoi dubbi, incertezze e paure, parlarne in modo da prendere la miglior decisione consapevole e motivata”.