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Covid: oncologi e cardiologi, ‘vacciniamo subito 400mila fragili con tumori e malattie cuore’

Roma, 17 feb. (Adnkronos Salute) – “Vacciniamo subito contro Covid-19 i pazienti con tumori e malattie del cuore”. E’ l’appello lanciato dalla Federazione degli oncologi, cardiologi ed ematologi (Foce), che chiede che siano proprio gli specialisti di riferimento a occuparsi subito della immunizzazione di questi cittadini fragili, senza aspettare che si concluda il turno degli ‘over 80’.

In Italia, secondo gli specialisti, “400mila cittadini con tumori solidi e del sangue e con gravi patologie cardiovascolari possono essere vaccinati in breve tempo negli ospedali che li assistono, senza difficoltà organizzative. La priorità nelle immunizzazioni concessa agli over 80 rischia – avvertono – ritardare troppo la copertura vaccinale delle categorie in assoluto più fragili. Sono 230mila i pazienti oncologici ed ematologici in trattamento attivo con chemioterapia o immunoterapia e circa 162mila con scompenso cardiaco in classi avanzate, con trapianto di cuore o post-shock cardiogeno. Possono andare incontro a gravi conseguenze se contraggono il virus, con un tasso di mortalità che va da circa il 25% per i pazienti oncologici, al 37% per gli ematologici fino al 50% per chi ha subito un trapianto cardiaco. Percentuali nettamente superiori rispetto alla popolazione generale”.

“In poco tempo siamo in grado di mettere in sicurezza i nostri 400mila pazienti che rischiano di più e devono avere priorità assoluta – sottolinea il presidente Foce, Francesco Cognetti, in una conferenza stampa virtuale – Siamo a disposizione per somministrare i vaccini anti-Covid immediatamente nelle nostre strutture, senza difficoltà o ritardi”.

La campagna di vaccinazione per gli over 80, che sono circa 4.330.000 in Italia, ricorda l’oncologo, “è partita solo da pochi giorni e si stima che, anche per la complessità di questa popolazione anziana, durerà almeno due mesi dal momento in cui tutte le Regioni ne daranno l’avvio. A oggi risultano vaccinati soltanto 70.000 ‘over 80’ e l’esperienza delle due settimane di vaccinazione in questa fascia di età nelle Regioni che hanno già iniziato lascia prevedere che, ove si mantenesse lo stesso ritmo, sarebbero necessari più di 4 mesi per il completamento, quindi fino a giugno”.

“Nel frattempo è iniziata la vaccinazione di molte categorie che hanno un profilo di rischio nettamente inferiore a quello dei nostri pazienti e, in alcune Regioni, sono già stati immunizzati gruppi di malati fragili, ad esempio nel Lazio le persone sottoposte a trapianto di organi solidi o in corso di emodialisi – spiega Giordano Beretta, vicepresidente Foce – Queste decisioni sono sacrosante, ma è opportuno che avvengano alla luce di una riflessione più generale, che deve riguardare tutte le persone fragili del nostro Paese”.

Dunque, si può e si deve “intervenire attraverso la vaccinazione immediata dei cittadini che presentano un reale e consistente rischio di morte – rimarca Paolo Corradini, vicepresidente Foce – Sono stati già individuati ed il loro numero, pari a circa 400mila, non rappresenta un problema non risolvibile. Dal punto di vista organizzativo la loro vaccinazione, a differenza di quella degli ultraottantenni, è più semplice perché potrebbe essere fatta presso le strutture ospedaliere che li assistono”.

“Anche se i pazienti oncoematologici non sono stati inseriti negli studi che hanno dimostrato l’efficacia dei vaccini, i possibili benefici derivanti dalla protezione contro il Covid-19 sono superiori rispetto ai rischi -ricorda Fabrizio Pane, tesoriere Foce – Va sottolineato che questi pazienti presentano tempi di persistenza del virus molto più protratti, con elevate possibilità di incorrere in mutazioni che vengono poi trasmesse alla popolazione generale, aumentando quindi i livelli di contagio”.

“L’esperienza maturata in Israele su mezzo milione di cittadini vaccinati con il prodotto Pfizer ha permesso di rilevare che solo lo 0,01% (uno su mille) ha contratto il virus e sono stati osservati solo 4 casi di infezione gravi e nessun decesso – conclude Cognetti – Una ragione in più per somministrare subito il vaccino alle persone che hanno maggior rischio di mortalità. Alcune Regioni come il Veneto hanno già disposto la vaccinazione dei pazienti oncologici in contemporanea con quella degli ultraottantenni. Altre Regioni hanno considerato di adottare questa soluzione. Il Lazio, inoltre, nel nuovo Piano regionale vaccini, ha già previsto la vaccinazione di tutti i pazienti fragili, negli stessi luoghi di cura ed a carico degli specialisti curanti in contemporanea con gli ultraottantenni”.

La richiesta, dunque, è che “i programmi vaccinali degli ultraottantenni e dei pazienti oncologici, cardiologici e ematologici ad alto rischio siano svolti in concomitanza su tutto il territorio nazionale. Dal punto di vista organizzativo e della logistica la contemporaneità è resa possibile dal più basso numero dei malati fragili e dai differenti ambiti della somministrazione delle vaccinazioni”.