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Covid: Istat, 100mila morti in più della media nel 2020, valore più alto da secondo dopoguerra

Roma, 8 lug. (Adnkronos Salute) – Nel 2020 il totale dei decessi per il complesso delle cause è stato pari a 746.146, il valore più alto registrato nel nostro Paese dal secondo dopoguerra. Rispetto alla media 2015-2019 si sono avuti 100.526 decessi in più (15,6% di eccesso). La speranza di vita alla nascita, per il complesso della popolazione (maschi e femmine insieme), scende a 82 anni nel 2020, ben 1,2 anni sotto il livello del 2019. E’ quanto emerge dal rapporto annuale dell’Istat. Per osservare un valore analogo occorre risalire al 2012. Gli uomini sono più penalizzati: la loro speranza di vita alla nascita si abbassa di 1,4 anni, a 79,7 anni, mentre per le donne scende di un anno, a 84,4 anni, ampliando così il differenziale di genere.

Prendendo in considerazione le classi di età, il contributo più rilevante all’aumento dei decessi del 2020 rispetto alla media degli anni 2015-2019 è dovuto all’incremento dei morti ultraottantenni, che spiega il 76,3% dell’eccesso di mortalità complessivo. In totale sono decedute 486.255 persone oltre gli 80 anni (76.708 in più rispetto al quinquennio di riferimento). All’inizio del 2021 l’eccesso di mortalità totale, confrontato alla media 2015-2019, è più contenuto nel primo bimestre (+6,6% a gennaio, +0,9% a febbraio) ma si accentua nel secondo (+13,6% a marzo, +20,9% ad aprile).

A marzo 2021 si riscontra un netto calo dei decessi rispetto allo stesso mese del 2020 (-23,5%), in particolare nel Nord del paese (-40.0%). Il calo persiste ad aprile 2021, con una diminuzione del 14,0% rispetto all’anno precedente, imputabile esclusivamente alle regioni del Nord (-29,9%). Centro Italia e Mezzogiorno, poco toccati dalla prima ondata pandemica, registrano infatti un aumento della mortalità rispettivamente del 4,4% e del 9,8% nel confronto con aprile dello scorso anno.