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Covid: Iss, ecco perché vaccinare i bambini serve

Roma, 10 dic. (Adnkronos Salute) – Vaccinare i bambini 5-11 anni è inutile? Falso perché “anche se in misura minore rispetto all’adulto, nell’ età infantile l’infezione da Sars-CoV-2 può comportare dei rischi per la salute”. E anche perché “nel beneficio di una vaccinazione si deve inoltre considerare non soltanto la protezione dalla malattia, ma anche la possibilità di frequentare con una maggiore sicurezza la scuola e condurre una vita sociale connotata da elementi ricreativi ed educativi che sono particolarmente importanti per lo sviluppo psichico e della personalità in questa fascia di età”. E la risposta dell’Istituto superiore di Sanità – nell’approfondimento pubblicato sul sito ‘Vaccinazione anti Covid ai bambini: cosa sapere’ – alla fake news: “I bambini non si ammalano di Covid e se si ammalano non muoiono, manifestano sintomi lievi e hanno bassa capacità di trasmettere il virus. Inutile vaccinare”.

I numeri confermano che è totalmente infondata l’affermazione che i bambini non si ammalino. “Dall’inizio dell’epidemia nella fascia 6-11 anni – si legge sul sito dell’Iss – ci sono stati oltre 263mila casi, 1453 ricoveri in reparti ordinari, 36 ricoveri in terapia intensiva e 9 decessi, dai dati al primo dicembre. Nelle ultime settimane il numero di contagi in questa fascia di età è nettamente in crescita”. A fronte di questo il vaccino “si è mostrato efficace nel ridurre di circa il 91% il rischio di infezione”.

Per quanto riguarda gli effetti collaterali “come per tutti i farmaci e i vaccini anche quelli messi a punto contro il Covid presentano un rischio di effetti collaterali. La sicurezza dei vaccini anti Covid è monitorata continuamente dalle agenzie regolatorie di tutto il mondo, e anche per le fasce più giovani il rischio di eventi avversi gravi è risultato molto raro. Il rischio di eventi avversi deve essere confrontato con quello di incorrere nelle conseguenze dell’infezione, ed è su questa base che viene calcolato il rapporto rischi-benefici da parte delle agenzie regolatorie. L’Ema, l’agenzia regolatoria europea sui medicinali ha concluso che il rapporto tra benefici e rischi è positivo anche per la fascia d’età 5-11 anni”.