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Covid: immunologo Minelli, ‘contro varianti no a misure drastiche indifferenziate’

Roma, 22 feb. (Adnkronos Salute) – “Tenuto conto della differente circolazione di alcuni virus mutati in aree territoriali diverse, più che misure drastiche ingiustamente spalmate in maniera omogenea ed indifferenziata sull’intera superficie nazionale, potrebbe essere più opportuno ‘modulare’ il contenimento, potenziandolo laddove più alta è la circolazione delle mutazioni più a rischio. Naturalmente molto più puntuale e proficuo sarebbe questo ‘stop and go’ se, invece di un grido d’allarme indistinto ad ogni latitudine, si prevedesse anche l’attivazione di una sorveglianza genomica, finalizzata a sequenziare le eventuali mutazioni e tale da permettere, in tempo reale, l’oggettiva entità ed identità del ‘nemico’ da isolare e, semmai, da combattere”. Lo evidenzia all’Adnkronos Salute l’immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud della Fondazione italiana di medicina personalizzata, facendo il punto sull’attuale situazione epidemiologica.

“Va detto subito – prosegue Minelli – che un cambio di passo andrebbe certamente previsto sui programmi vaccinali. Ma per quanto ovvia e scontata possa risultare, questa affermazione è strettamente legata al problema varianti, visto che nel nostro Paese, in cui la vaccinazione delle categorie di popolazione più fragile non ha ancora raggiunto coperture sufficienti, la circolazione di varianti più facilmente trasmissibili può avere un impatto significativo nel momento in cui dovessero non essere adottate opportune misure di mitigazione”.