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Covid: i pipistrelli si infettano ma non si ammalano, ecco perché

Milano, 28 lug. (Adnkronos Salute) – Infetti, ma sani. La capacità dei pipistrelli di convivere con diversi tipi di virus, compresi i coronavirus di cui fa parte il Sars-CoV-2 responsabile della pandemia di Covid-19, è stata studiata da un gruppo di scienziati dell’università Statale di Milano in un lavoro pubblicato sul ‘Journal of Royal Society Interface’. I ricercatori del Center for Complexity & Biosystems (CC&B) dell’ateneo hanno così scoperto che “il successo nel tenere a bada i virus deriva dalle variazioni di temperatura corporea caratteristiche dei pipistrelli”.

I pipistrelli comprendono più di 1.400 specie, rappresentando circa un quarto di tutti i mammiferi – spiegano da UniMi – e popolano ogni tipo di habitat. Alcune specie di pipistrello sono capaci di andare in letargo durante la stagione invernale, quando la temperatura diminuisce, le prede sono scarse e il fabbisogno di cibo può facilmente superare le risorse disponibili. Durante il giorno, la maggior parte di questi mammiferi diminuisce la propria attività ed entra in torpore per cacciare all’alba, quando la temperatura esterna è più bassa e il cibo è più abbondante.

Gli scienziati de CC&B guidati da Caterina La Porta, docente di patologia generale presso il Dipartimento di Scienze e Politiche ambientali della Statale, e Stefano Zapperi, docente di fisica teorica presso il Dipartimento di Fisica, hanno dimostrato che “le peculiari variazioni della temperatura corporea dei pipistrelli sono al centro della loro non convenzionale coesistenza con i virus”.

Utilizzando un modello minimo di interazione virus-ospite e analizzando i dati sperimentali della letteratura – si legge in una nota – i ricercatori sono stati in grado di valutare il contributo del torpore quotidiano nel mantenimento delle infezioni virali croniche nei pipistrelli.

“Abbiamo dimostrato che il torpore quotidiano contribuisce anche a una riduzione della risposta immunitaria, prevenendo i rischi correlati a una infiammazione cronica”, afferma La Porta.

“Il nostro modello di interazione tra virus e risposta immunitaria presenta interessanti caratteristiche matematiche che mostrano come un attrattore quasi periodico non caotico rende il sistema più robusto contro le perturbazioni del ciclo sonno/veglia”, conclude Zapperi.