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Covid: Giornata operatori sanità, Fials ricorda infermiere, ‘lottò per Dpi’

Roma, 19 gen. (Adnkronos Salute) – “Tra i 259 sanitari uccisi dal virus, il cui numero è in continuo divenire, c’è Roberto Maraniello, infermiere e segretario generale Fials di Napoli, colpito a morte dal virus a 56 anni il 24 aprile scorso. Sono tantissimi i parenti e gli amici che ancora non se ne sono fatti una ragione. E a tratteggiare un suo ritratto ci ha aiutato il figlio Ciro, anche lui infermiere al Monaldi di Napoli”. Lo ricorda Giuseppe Carbone, segretario generale della Fials, in occasione della prima ‘Giornata nazionale dei professionisti sanitari, sociosanitari, socioassistenziali e del volontariato’ che si celebra il 20 febbraio. “Sindacalista, Roberto lottò per avere i dispositivi di protezione individuale”, rammenta una nota.

“Durante questo lungo interminabile anno di lotta al Covid – dice Carbone – abbiamo visto con sgomento e senso d’impotenza che tanti operatori sanitari e sociosanitari impegnati in prima linea non ce l’hanno fatta. Persone straordinarie, prima ancora che professionisti, colleghi ed amici a cui oggi intendiamo tributare un ricordo commosso e infinita gratitudine. Il loro sacrificio ha costituito e costituisce tuttora il simbolo estremo di generosità e altruismo, di abnegazione e alto senso del dovere, che contraddistingue la nostra società civile”.

“Papà – racconta Ciro, il figlio di Roberto – ha mosso i primi passi prestando servizio all’interno delle carceri di Poggio Reale. Un’esperienza dura per un ragazzo di 26 anni – racconta – ma per lui, amante delle sfide, un inizio di carriera come un altro”. Roberto vince il concorso al Cardarelli, ma all’epoca la figura professionale dell’infermiere è poco valorizzata e per questo decide di dedicarsi a promuoverne l’emancipazione. Una carriera piena di soddisfazioni e riconoscimenti fino alla segreteria provinciale Fials, apprezzato punto di riferimento per tutti i colleghi di Napoli”

“Qualsiasi tipo di criticità lo trovava pronto – ribadisce il figlio infermiere – una delle ultime battaglie fu quella per far avere i Dpi agli operatori sanitari”. Soltanto il 16 marzo scrive sul profilo Facebook: “Siamo eroi, non siamo kamikaze”. E probabilmente proprio durante un incontro per discuterne, si infetta. Esattamente un anno fa. “Non sopportava – aggiunge Ciro – l’ingiustizia di vedere il personale sanitario in quei mesi difficili quasi disarmato di fronte al nemico”.

Quel nemico che lo colpisce senza lasciargli scampo. “Nel giro di un mese e mezzo in ospedale sembrava che andasse meglio – conclude – quando improvvisamente un arresto cardiaco ce l’ha portato via. Ho avuto appena il tempo per salutarlo al Cotugno, ma già era incosciente in rianimazione”.