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Covid: aumentata violenza su donne, al via campagna social Fondazione Onda

Roma, 12 mag. (Adnkronos Salute) – La pandemia ha frenato l’economia e la cultura ma non ha fermato, anzi ha incrementato in modo esponenziale, le manifestazioni di violenza sulle donne e contro le donne. ‘Violenze’, appositamente al plurale, che nella maggior parte dei casi si consumano tra le mura domestiche, delle relazioni ‘affettive’ e famigliari. Le violenze soprattutto domestiche, e che risultano aumentate in tutto il mondo. In epoca Covid la convivenza forzata con i propri aguzzini ha ulteriormente peggiorato la situazione, rendendo ancor più complessa la possibilità di chiedere aiuto, di difendersi, di fuggire. È per questo che Fondazione Onda, l’Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, ha avviato una campagna che parte nel mese di maggio per avere il suo culmine nella settimana del 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

La campagna (https://ondaosservatorio.it/it/progetto/laviolenza-ha-molti-volti/) – riferisce una nota – viaggerà principalmente attraverso il web, soprattutto tramite i social (Instagram, Facebook, Linkedin, Twitter e Youtube), con una serie di video che avranno l’obiettivo di portare l’attenzione su questo doloroso e drammatico problema. Numerosi sono i testimonial della campagna che appartengono al mondo della cultura, dello spettacolo, della scienza, dell’innovazione e dello sport. A loro il compito di lanciare un messaggio di sensibilizzazione chiaro e conciso con breve video di circa un minuto e mezzo per dire semplicemente ‘basta’. L’intento è offrire il proprio contributo per mutare idee, pensieri, stereotipi, pregiudizi, azioni e oppressioni. Per cambiare il punto di vista di tutte e di tutti in modo radicale, per dare una svolta ai fatti di cronaca.

Al momento hanno già aderito diversi scienziati, divulgatori scientifici, giornalisti, esponenti del mondo della cultura, dell’università, dello sport e dell’associazionismo. “Le violenze contro le donne – afferma Francesca Merzagora, presidente di Fondazione Onda – sono aumentate in tutto il mondo: in Cina del 300%, in Libano del 45%, in Uk sono raddoppiate rispetto alla media degli ultimi 10 anni, solo per citare tre paesi. Anche nel nostro Paese assistiamo a una progressione (basti guardare i dati Istat) di questo fenomeno che occorre fermare. Con la filosofa e saggista Nicla Vassallo abbiamo ideato questa campagna, a cui hanno aderito personalità di rilievo, intellettuali impegnati nella tutela dei diritti umani e civili ma anche sportivi e personaggi dello spettacolo, uomini e donne. Ci auguriamo che sia una campagna dirompente. Perché partiamo ora? Perché le violenze si consumano ogni giorno e devono essere condannate ogni giorno”.

“A partire dallo scorso marzo – ha dichiarato Nicla Vassallo – mi sono interrogata più del solito sulla sorte delle donne. Tentavo di farmi una sorta di ‘affresco’ ai tempi pandemici: loro, noi chiuse e rinchiuse nelle case. Senza scampo. Il 2020 si è rivelato un annus horribilis, che ha rivelato, come se ne sentisse ancora il bisogno, che le violenze avvengono nell’ambito del contesto familiare, in più dell’80% dei casi. La situazione era già drammaticamente chiara. E ogni giorno lo diventa, al punto che ci si stupisce se non compare, in proposito, alcuna notizia quotidiana su qualche media o social, o qualche strumentalizzazione. E, poi, quando si trova il coraggio di denunciare il crimine subito, si finisce nell’assurda condizione del dover dimostrare di non essere stata complice, di non essere stata ‘attiva’, perché le donne devono essere passive, di non aver detto subito, anche con ore in anticipo, ‘no'”.

“Mi sono interrogata più che mai anche sulle bambine. La loro sorte ai tempi di questa pandemia?”, prosegue Vassallo. “L’amico e il cugino dei genitori, il padre. Abusate, molestate, violentate. Serrate in casa. Ai miei tempi si poteva nuotare, sciare, giocare, andare a scuola. Cosa si riesce a immaginare, a ipotizzare? Pochi i dati. Chi consegna chi nelle mani del carnefice? Da bimbe non ci si riesce a prospettare neanche la possibilità di chiedere aiuto. Il resto va da sé. Non si tratta solo di ferite, sempre che si sopravviva. Si tratta di traumi – conclude – a cui mancherà sempre e per sempre la persona che si era, la bambina, la ragazza, la donna che non era stata ancora violentata. Tutto ciò va oltre l’angoscia. Con un grazie a tutte e tutti”.