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Covid: Altroconsumo, italiani promuovono farmacie e chiedono ulteriori servizi

Roma, 19 ott. (Adnkronos Salute) – Gli italiani promuovono le farmacie per il loro ruolo nella pandemia e chiedono ancora più servizi. Lo conferma un’inchiesta di Altroconsumo, interpellando più di 1.500 connazionali sul loro rapporto con la farmacia, nel periodo marzo-aprile 2021, quindi durante la terza ondata epidemica. In epoca Covid, dunque, le farmacie restano un punto di riferimento importante per i cittadini, anche grazie alla loro presenza capillare sul territorio e a una politica che le vede sempre più coinvolte nella lotta al Covid: dai tamponi antigenici rapidi a prezzo calmierato disponibili in molte farmacie, fino al vaccino in un numero sempre più ampio di Regioni. Fare il vaccino dal farmacista di fiducia sotto casa può dare un nuovo impulso alla campagna vaccinale, soprattutto per gli anziani. Anche la possibilità di stampare gratuitamente il Green pass in farmacia va incontro alla fascia di popolazione che ha poca dimestichezza con gli strumenti informatici. 

Gli intervistati sono per lo più soddisfatti del servizio offerto e vorrebbero sempre più servizi da affiancare a quelli esistenti (controllo della pressione, prenotazione di visite e esami del Ssn): ad esempio la consegna a domicilio dei farmaci in caso di emergenza e un ruolo più attivo del farmacista nel monitoraggio della salute dei pazienti, tra cui poter avere accesso alla loro storia clinica attraverso il fascicolo sanitario e in alcuni casi poter fornire farmaci che richiedono prescrizioni anche in assenza di ricetta. Infine, in caso di non disponibilità del farmaco richiesto, il farmacista dovrebbe indicare in quali altre farmacie trovarlo. A questo ruolo più attivo del farmacista si lega la richiesta degli intervistati di uno spazio nelle farmacie in cui la privacy sia garantita.

“Il nostro ruolo – ha spiegato  Marco Cossolo, presidente di Federfarma – è cambiato perché il cittadino chiede servizi professionali e prestazioni sanitarie che vanno al di là della sola dispensazione del farmaco. C’è una valorizzazione del ruolo del farmacista anche per la presa in carico dei pazienti nel seguire l’aderenza terapeutica. Basti pensare che la media nazionale di aderenza alla terapia per le patologie croniche è al 40%, vuol dire che il 60% non si cura adeguatamente. Con tutti i costi per la sanità che questo comporta. Per ovviare a questo problema una volta ricevuta una diagnosi e una prescrizione bisogna accertarsi che il farmaco sia giusto e che il paziente lo prenda nel modo corretto”.

Come? “Con un meccanismo di ‘dispensazione attiva’ che è già stato finanziato nel Pnrr sulle farmacie rurali e che chiediamo sia esteso su tutto il sistema delle farmacie”. Ecco come funziona: “attraverso gli strumenti informatici vengono messe in circuito le farmacie e anche i medici di base per monitorare l’aderenza alla terapia. Ad esempio, se risulta dispensata una scatola da 30 pastiglie e dopo 35 giorni il paziente non viene a prendere la seconda scatola, vuol dire che non sta seguendo correttamente la terapia. A quel punto si segnala al medico di base”.