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Covid: a Latina 15mila lavoratori Sikh, tanti casi e paura per variante indiana

Roma, 26 apr. (Adnkronos Salute) – Un’intera comunità con il fiato sospeso. E’ quella dei lavoratori agricoli indiani di religione Sikh della provincia di Latina, soprattutto residenti nei borghi attorno al capoluogo e a Sabaudia, Bella Farnia e Borgo Hermada. La seconda comunità per dimensioni in Italia, circa 15mila i censiti dall’Istat, indispensabile per le tante aziende agricole della zona, ma spesso abbandonata e poco integrata nei servizi assistenziali durante la pandemia. E oggi, con l’esposione della variante indiana, nell’occhio del ciclone per i rischi correlati. “Al momento non ci sono persone che sono tornate dall’India e che non hanno fatto la quarantena, ma la situazione Covid è grave”, spiega all’Adnkronos Salute Marco Omizzolo, sociologo Eurispes e da sempre impegnato in prima linea nel denunciare i problemi della comunità indiana.

“In questa popolazione – sottolinea – c’è un problema di Covid diffuso per due ragioni”. La prima è che “manca un’assistenza territoriale che segua queste persone, perché se tu vivi l’emarginazione e una povertà culturale, il Covid te lo tieni e lo diffondi all’interno della comunità. La seconda è che vanno comunque a lavorare, alcuni imprenditori li chiamano ugualmente e loro, pur di non perdere la giornata o rischiare di essere sostituiti, accettano il lavoro anche se sono positivi. Se non hai da mangiare – osserva Omizzolo – preferisci andare nei campi al di là di come ti senti. Ma in quelle aziende ci sono 100-150 braccianti, anche italiani, e un positivo diventa un vettore del virus. La scorsa settimana nella comunità di Bella Farnia, nel residence che ospita tantissime famiglie, erano 90 i contagi”.

La pandemia in una comunità chiusa come quella Sikh diventa anche un problema di sanità pubblica, a cui ha cercato di rispondere la prefettura di Latina con l’Asl. “Alcune amministrazioni locali hanno realizzato opuscoli in lingua punjab (la maggior parte dei lavoratori arrivano da quella regione dell’India) – ricorda Omizzolo – ma la circolazione dell’informazione non è adeguata, servirebbero dei video-tutorial dedicati”.

Ora nei campi inizia la stagione del raccolto e “per evitare altri contagi e focolai si deve intervenire ora, già siamo in ritardo – avverte l’esperto – La situazione è piuttosto grave”, conclude Omizzolo che per il suo impegno per il popolo Sikh ha ricevuto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’onorificenza di cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana.