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Covid: +10% suicidi giovani nel 2020, studio UniTo su effetti pandemia

Torino, 23 nov. (Adnkronos Salute) – Durante la pandemia, 1 ragazzo su 6 ha avuto almeno un pensiero suicidario e 1 su 33 ha tentato il suicidio, con un incremento del 10% del numero dei suicidi nel 2020 rispetto al 2019. Anche i casi di ideazione suicidaria e di tentato suicidio sono aumentati rispetto al periodo pre-pandemico, con un incremento più accentuato nella fase post-acuta della pandemia. E’ quanto emerge da uno studio dei Dipartimenti di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche e Scienze Cliniche e Biologiche dell’Università di Torino, coordinato da Paola Dalmasso e Rosanna Irene Comoretto, che ha indagato l’impatto della pandemia da Covid-19 sul fenomeno suicidario nei giovani. I risultati sono stati pubblicati a novembre sulla rivista ‘eClinicalMedicine’ del gruppo Lancet.

La ricerca ha stimato la dimensione del fenomeno suicidario nei ragazzi e ragazze con meno di 19 anni durante la pandemia da Covid-19, attraverso una revisione sistematica della letteratura e la meta-analisi dei dati pubblicati fino a fine luglio 2022, facendo un confronto dell’andamento del fenomeno nei periodi pre- e post-pandemia. Sono stati raccolti i dati riportati da studi condotti in vari paesi del mondo per un totale di circa 70 milioni di ragazzi e ragazze osservati in diversi contesti, come ad esempio nelle scuole (attraverso l’uso di questionari formulati ad hoc) oppure nelle strutture sanitarie.

“Il nostro lavoro rappresenta la prima sintesi disponibile di letteratura sul fenomeno della suicidarietà nei giovani a livello mondiale a seguito dello scoppio della pandemia”, afferma Comoretto. “Nei giovani con vulnerabilità psichiatrica, non si è osservato un incremento significativo del fenomeno suicidario nella fase acuta della pandemia. Tuttavia, dalla seconda metà del 2020, abbiamo evidenziato un aumento del 15% dei casi di ideazione suicidaria e del 26% dei comportamenti suicidari”. “Questi risultati – spiega Dalmasso – sono di grande interesse per la sanità pubblica in quanto evidenziano l’impatto globale delle conseguenze indirette del Covid-19 sulla salute mentale e sul benessere dei giovani, soprattutto i più vulnerabili, e rappresentano una priorità da affrontare con urgenza”.