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Covid, il vaccino influenzale può combatterlo?

Sin dal principio della pandemia da Covid-19 ci siamo chiesti quali fossero le reali differenze tra questo virus ed una comune influenza e se il vaccino stagionale antinfluenzali avesse potuto proteggerci. Le differenze tra i due virus sono in realtà molteplici ed allo stato attuale siamo ancora lontani da un vaccino e secondo le previsioni degli scienziati stiamo andando incontro alla “seconda ondata“. Solitamente i casi di influenza stagionale in Italia riguardano quasi 5.000.000 di persone nella stagione autunnale, il rischio per quest’anno sarà quello di potersi allarmare al primo starnuto o colpo di tosse udito in giro. Le analogie tra i due virus sono: la durata dell’ondata (2-3 mesi all’anno e le modalità di trasmissione, per questo è essenziale igienizzare frequentemente le mani con prodotti alcolici o con acqua e sapone. Le principali differenze invece sono: l’esistenza di un vaccino antinfluenzale preparato ogni anno, il Sars-Cov-2 causa improvvisa perdita dell’olfatto e del gusto, inoltre contro di esso il nostro organismo non ha maturato alcun tipo di immunità trattandosi di qualcosa completamente nuovo. Il Covid-19 può arrivare fino agli alveoli più profondi situati all’interno dei polmoni causando una pericolosa polmonite.

 

Confrontiamo i numeri:

Ogni anno in tutto il mondo, il virus influenzale colpisce tra il 5 e il 15% della popolazione adulta (cioè da 350 milioni a 1 miliardo di persone), un’incidenza che raggiunge il 20-30% nei bambini. Tra i 3 e i 5 milioni di casi di influenza riportati annualmente evolvono in complicanze che causano il decesso in circa il 10% dei casi, soprattutto tra i gruppi di popolazione a rischio, quindi, bambini sotto i 5 anni, anziani e persone affette da malattie croniche. Gli effetti del virus influenzale non sono uguali nel mondo. Nei Paesi industrializzati l’influenza si rivela fatale, soprattutto tra le persone di età superiore ai 65 anni. Nei Paesi in via di sviluppo l’impatto non è noto con certezza, ma si stima che l’influenza causi un’elevata percentuale di decessi tra i bambini. All’inizio dello scorso marzo, il demografo dell’Università della California a Irvine, Noymer, osservava che i Paesi di tutto il mondo cominciavano a registrare le prime morti da Coronavirus e rifletteva sul fatto che potevano esserci problemi con i dati. Anche in un inverno normale, alcune vittime dell’influenza vengono attribuite per errore a una polmonite; se può succedere con una malattia conosciuta, era inevitabile che non tutte le morti per Coronavirus fossero registrate.

 

Il vaccino antinfluenzale potrebbe essere utile a combattere il Covid-19?

Il vaccino antinfluenzale non serve in alcun modo a difenderci dal Sars-Cov-2. Tuttavia esso può essere sfruttato in altri modi: evita la possibile confusione tra i sintomi dei due virus, riduce il numero di persone sintomatiche che occuperebbero posti all’interno della Sanità pubblica e nei Pronto Soccorso. Purtroppo per raggiungere questo obiettivo è necessario vaccinare una porzione di popolazione molto ampia.