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Coronavirus: studio Usa, Trump fonte del 38% disinformazione su Covid

New York, 1 ott. (Adnkronos Salute) – Nell’enorme flusso di disinformazioni, teorie complottiste e falsità circolate sulla Rete in questi mesi sul Covid, emerge una principale fonte di fake news. Donald Trump. E’ quanto riporta uno studio dei ricercatori della Cornell University che hanno analizzato 38 milioni di articoli scritti in lingua inglese sull’epidemia, scoprendo che le citazioni del presidente americano costituiscono quasi il 38% del generale flusso di disinformazione.

“La più grande sopresa è stata che il presidente degli Stati Uniti fosse la singola principale fonte della disinformazione sul Covid”, ha dichiarato al New York Times Sarah Evanega, direttrice della Cornell Alliance for Science e principale autrice dello studio pubblicato oggi.

“La preoccupazione è che sono delle implicazioni sanitarie negative nel mondo reale”, ha aggiunto illustrando i risultati della prima esamina complessiva di quella che è stata già definita “infodemic”, cioè la diffusione epidemica di notizie false sul Covid.

Lo studio ha identificato 11 filoni della disinformazione, tra le quali spiccano le tesi complottistiche sull’origine cinese del virus o addirittura una che sostiene che la pandemia è stata creata dai democratici in coincidenza con l’impeachment di Trump.

Ma l’argomento più prevalente sono state le “cure miracolose” che il presidente americano ha promosso, dal medicinale anti malaria al disinfettante, da bere o iniettarsi, per proteggersi dal contagio.Per esempio il giorno dopo le dichiarazioni fatte da Trump in questo senso, il 24 aprile, la ricerca ha evidenziato 30mila articoli sulle cure miracolose anti Covid contro i 10mila del giorno precedente.

Secondo alcuni esperti di Salute pubblica, la disinformazione sull’epidemia “è una delle maggiori ragioni” per le quali gli Stati Uniti non stanno combattendo il Covid con la stessa efficacia di altri Paesi. “C’e’ una scienza del sentito dire che produce incertezza e paura”, ha detto r. Joshua Sharfstein, vice rettore della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health ed ex vice capo della Food and Drug Administration, sottolineando che fino a quando non ci sarà il vaccino “per salvare vite” abbiamo bisogno di una comunicazione onesta e coerente.