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Coronavirus: studio, possibili rischi da terapia con interferoni

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Milano, 25 giu. (Adnkronos Salute) – Gli interferoni di tipo 3, proteine prodotte durante la risposta immunitaria a virus come quelli dell’influenza o il coronavirus Sars-CoV-2, possono provocare danni polmonari. La possibilità di somministrarli ai pazienti con Covid-19, suggerita da alcune recenti sperimentazioni cliniche, deve essere quindi “valutata con grande attenzione e cautela”. A lanciare il monito sono gli autori di una ricerca pubblicato su ‘Science’, nata da una collaborazione internazionale tra Ivan Zanoni e Benedetta Sposito dell’università degli studi di Milano-Bicocca, Achille Broggi e Sreya Ghosh della Harvard Medical School americana, l’Irccs ospedale San Raffaele del capoluogo lombardo e il Centro di ricerca Humanitas.

“Sebbene gli interferoni di tipo 3 possano essere potenzialmente somministrati come un valido farmaco antivirale nelle prime fasi dell’infezione da Sars-CoV-2 – afferma Zanoni, tra gli autori del lavoro e docente del Dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze in Bicocca – il nostro studio suggerisce che la somministrazione tardiva di interferoni possa aggravare la patologia, e pone l’attenzione su come la durata e la dose di tale somministrazione debba essere attentamente calibrata per prevenire eventuali effetti deleteri a livello dei polmoni”.

Gli studiosi – spiegano dalla Bicocca – hanno analizzato i meccanismi di funzionamento degli interferoni, proteine capaci di interferire con la replicazione dei virus. Il nostro organismo ne produce diversi tipi, definiti interferoni di tipo 1, 2 o 3 a seconda della famiglia di appartenenza. Quando un virus delle vie respiratorie come il Sars-CoV-2 infetta il nostro organismo, alcuni di questi interferoni vengono prodotti per combatterlo. Era noto da tempo che un’eccessiva produzione di interferoni di tipo 1 potesse causare danni a livello polmonare, a causa di una risposta immunitaria troppo aggressiva. Al contrario, si credeva invece che gli interferoni di tipo 3 potessero proteggere dai virus senza provocare danni per il malato.

Il nuovo lavoro ha dimostrato come sia gli interferoni di tipo 1 sia quelli di tipo 3 vengano prodotti solo nelle vie respiratorie più profonde, cioè nei polmoni, dei pazienti Covid-19. Il virus sembrerebbe infatti capace di nascondersi efficacemente al sistema immunitario nelle vie aeree alte come naso o trachea, mentre la sua presenza verrebbe rilevata soltanto una volta giunto nei polmoni. Utilizzando modelli animali, gli autori hanno inoltre verificato come, al contrario di quanto ritenuto finora, una prolungata esposizione agli interferoni di tipo 3 nei polmoni causi un forte danno alle cellule dell’epitelio polmonare, aumentando la possibilità di sviluppare infezioni secondarie al virus.

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