Roma, 25 mag. (Adnkronos Salute) – Morto per Covid-19 il dottor Gaetano (Nino) Autore, “primo medico di famiglia a perdere la vita a Napoli, secondo medico in Campania e diciassettesimo collega di medicina generale su 30 camici bianchi morti in Italia”. A riferirlo all’Adnkronos Salute è il segretario generale della Fimmg e presidente dell’Ordine dei medici di Napoli Silvestro Scotti, che aggiunge: “Su sei dottori morti negli ultimi giorni, cinque sono medici di famiglia. Siamo rimasti soli, senza dispositivi. Così in terapia intensiva ci finiamo noi. E’ evidente che qualcuno ha sbagliato, e vorrei almeno le scuse”.
Secondo Scotti, “sono mancati i sistemi organizzativi in grado di tutelare i medici di famiglia, oltre ai dispositivi di sicurezza. Ci siamo mossi da soli, abbiamo adottato dei provvedimenti per ridurre il rischio di contagi e ottenuto delle mascherine tramite conoscenze. Il sindaco di Napoli De Magistris attraverso una donazione della comunità cinese ci ha fatto avere un centinaio di mascherine e stiamo aspettando l’arrivo di altri dispositivi, ma qui siamo all’assurdo”.
“Non so più che inventarmi – confida – E’ troppo tardi parlare di fare più tamponi: i tamponi vanno fatti di routine ai medici. Si deve rendere il medico di famiglia un ufficiale sanitario, in grado di isolare casi sospetti e contatti stretti in casa, e attivare la contumacia, perché adesso le segnalazioni che facciamo alle Asl restano alle Asl, e il virus continua a circolare”.
E se Scotti conosce bene la situazione campana, segnala anche che “colleghi dalla Lombardia mi dicono che ci sono migliaia di persone altamente sospette in casa, che non fanno il tampone: i loro contatti stretti vanno in giro e il virus continua a circolare”. Scotti non ci sta: “Sabato ci sarà un consiglio nazionale e, se non ci danno i dispositivi, dovrò chiedere di chiudere gli studi”, promette.
“Vogliamo sperare che la dematerializzazione delle ricette, il triage telefonico prima di ogni visita ambulatoriale o domiciliare (per noi e per i colleghi medici dei distretti specialisti) come tutte le soluzioni che stanno partendo compreso il consulto a distanza, il videoconsulto, le consulenze specialistiche telefoniche, possano servire a fermare questa strage”, afferma Scotti.
“Purtroppo però ogni giorno mi chiedo se ho dimenticato qualcosa, se potevo fare, pensare o agire qualcosa di più. Sento forte questa domanda dentro di me – insiste – e altrettanto forte il desiderio di continuare a cercare delle soluzioni. Voglio sperare dal profondo del mio cuore che questa stessa condizione riguardi tutti quelli che hanno più di me responsabilità direzionali e di governance a tutti i livelli e che soprattutto valutino se ognuno di loro ha fatto tutto quello che poteva per tutti gli attori della nostra sanità , perché se non fosse così siamo di fronte ad una strage di Stato”, conclude.