Vai al contenuto

Coronavirus: lo studio, ecco come penetra negli occhi

Roma, 11 mag. (Adnkronos Salute) – Attenti agli occhi: scienziati statunitensi affermano che il coronavirus può penetrare nel corpo anche per questa via, attraverso le lacrime o il contatto con mani infette, dopo aver scoperto che proprio gli occhi contengono una proteina ‘chiave’ utilizzata dal virus per legarsi alle cellule. I risultati dello studio condotto da un team della Johns Hopkins University School of Medicine di Baltimora – pubblicato su MedRxiv e non ancora sottoposto a revisione – arrivano dopo le segnalazioni di irritazione agli occhi e congiuntivite da parte dei pazienti. Ma anche dopo che, qualche settimana fa, i ricercatori dello Spallanzani di Roma hanno scoperto che Sars-CoV-2 è attivo anche nelle lacrime e nelle secrezioni oculari dei pazienti positivi.

Il virus è in grado di agganciarsi a particolari cellule all’interno dell’organismo note come recettori Ace. Questi recettori sono nei polmoni e nel sistema respiratorio, ma ora gli scienziati Usa hanno scoperto che anche gli occhi producono Ace2, cosa che li rende un bersaglio. “La superficie oculare potrebbe fungere da porta di accesso” per il virus “attraverso l’esposizione a goccioline aerosolizzate o il contatto occhio-mano. Allo stesso modo, la superficie oculare potrebbe fungere da importante serbatoio del virus”, scrive il team di Lingli Zhou del Department of Ophthalmology della Johns Hopkins University School of Medicine di Baltimora.

Per testare questa teoria, il gruppo ha prelevato e analizzato campioni epiteliali corneali ottenuti da 10 pazienti morti non in seguito a Covid. Nello studio i ricercatori affermano di aver rilevato l’espressione di Ace2 in tutti i campioni testati, insieme a Tmprss2, una proteina che aiuta il virus a penetrare nell’organismo. Per gli autori “questi risultati indicano che la superficie oculare è effettivamente suscettibile alle infezioni da Sars-CoV-2. Particolarmente notevole è l’espressione di Ace2 sull’epitelio corneale e congiuntivale più superficiale, il sito di maggiore esposizione”.