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Coronavirus: la corsa dei 4 candidati vaccini più promettenti

Roma, 29 lug. (Adnkronos Salute) – Al momento, secondo i rilevamenti effettuati dall’Organizzazione mondiale della sanità e dalla London School of Hygiene and Tropical Medicine, i candidati vaccini sono in totale 218: 27 basati su Dna, 15 su Rna, 45 su vettore virale, 17 su virus attenuato o inattivato, 66 su proteine, e 48 che utilizzano altre piattaforme o per i quali non si hanno dettagli. Lo ricorda in un aggiornamento l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani. Lo stesso Istituto collabora con le società italiane Rei-Thera e Takis, che stanno lavorando su due diverse piattaforme alla realizzazione di altrettanti vaccini e “i primi test sull’uomo sono previsti nel mese di agosto”. Ma sono 4 i candidati vaccini più avanzati nel mondo.

Il 20 luglio, ricorda ‘NewScientist’, il team guidato da Sarah Gilbert dell’Università di Oxford e la società farmaceutica AstraZeneca hanno dimostrato che il loro vaccino ChAdOx1 nCoV-19 ha prodotto le risposte immunitarie desiderate senza mostrare gravi reazioni avverse. Ora il siero è in fase di test su molte altre migliaia di persone. Sei giorni prima, la società americana Moderna e il National Institute of Allergy and Malattie infettive degli Stati Uniti hanno rivelato che 45 persone avevano ricevuto il loro vaccino mRNA-1273 mostrando una risposta anticorpale. Lunedì è partita la sperimentazione di fase III su questo candidato vaccino, con la partecipazione di 30.000 adulti sani.

Gli altri due prodotti più promettenti provengono dalla CanSino Biologics in Cina, che ha pubblicato gli incoraggianti risultati della sperimentazione di fase II lo stesso giorno del team di Oxford, e il candidato vaccino frutto della ricerca della società tedesca BionTech con il colosso farmaceutico Pfizer, che ha diffuso dati promettenti e annunciato l’avvio della fase 2/3 proprio in questi giorni.

In questa fase, non sappiamo ancora quale vaccino avrà successo. “Gli occhi del mondo sono su quelli più avanzati. Ma senza essere pessimista, sono realista, ricordo che lo sviluppo di farmaci è un affare rischioso”, afferma Sheuli Porkess dell’Association of the British Pharmaceutical Industry. I trial di fase 3 nei prossimi mesi daranno un’idea migliore di quale vaccino potrebbe essere distribuito per primo. Qualsiasi vaccino che abbia successo negli studi clinici dovrà comunque essere prodotto su larga scala, cosa che influenzerà il tempo necessario per ottenere un vaccino per l’uso generale nella popolazione. “Stiamo assistendo a cose che accadono a una velocità senza precedenti. Forse qualcosa potrebbe” essere autorizzato e ampiamente disponibile “entro 18 mesi da oggi”, afferma Porkess.