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Coronavirus: il report, è boom di App, 89 in 17 regioni

Roma, 23 apr. (Adnkronos Salute) – E’ boom di applicazioni nelle sanità regionali per effetto dell’emergenza coronavirus. Un’accelerazione che avrà ricadute sulla rivoluzione digitale del Ssn. “Sempre più ‘app’ sviluppate e in uso nelle regioni italiane per tracciare i contagi, ma soprattutto, in questa fase, per gestione e assistenza da remoto ai pazienti. Sono globalmente 89 le soluzioni digitali adottate in 17 regioni su 20 (tranne Friuli Venezia Giulia, Molise e Calabria), sia a livello regionale che di singola azienda sanitaria”. E’ quello che emerge dal quarto Istant Report Covid-19, una iniziativa dell’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari (Altems) dell’Università Cattolica, che mette confronto in modo sistematico l’andamento della diffusione di Sars-Cov-2 a livello nazionale, per la prima volta prendendo in considerazione 20 Regioni italiane.

“La mappatura mostra come 28 delle soluzioni sono dedicate strettamente alla gestione dei pazienti Covid-19”, evidenzia il report. Entrando nel merito delle ‘app’ per analisi di spostamenti e assembramenti “il Lazio ha attivato il Portale (Roma) segnalazione assembramenti. Sul fronte della segnalazione anonima dei cittadini del loro stato di salute si è attivata la Lombardia con la app ‘AllertaLom’. Il Lazio invece ha la applicazione ‘LazioDrCovid’ per l’interazione periodica del cittadino coi servizi, sempre in merito al proprio stato di salute”.

“Poi ci sono tantissime iniziative digitali adottate dalle singole aziende sanitarie su uno o più reparti, per gestire i pazienti, specie quelli con malattie croniche, da remoto – osserva il report – infatti, delle 89 soluzioni, ben 57 sono invece state adottate in queste settimane per la migliore gestione ‘a distanza’ dei pazienti affetti prevalentemente da diabete (10 soluzioni), patologie cardiovascolari (9) e per i pazienti oncologici (6). Sono invece 8 le soluzioni digitali per la medicina di famiglia. Tutti pazienti che, in questo periodo, hanno dovuto rinunciare a recarsi in ospedale o in ambulatorio per via dell’emergenza”.

Così, il 39% di queste soluzioni assicura visite a distanza, il 34% soluzioni per il monitoraggio dei pazienti a casa e il 10% si rivolge a pazienti in Rsa. Il 30% delle soluzioni utilizza una combinazione tra contatto telefonico e scambi di posta elettronica. Il 27% usa il web (siti internet dedicati), il 24% è basato su specifiche piattaforme per teleconsulto e contatto domiciliare e il 19% è costituito da app per smartphone.

“Questa sembra essere una delle prime ricadute dell’emergenza Covid-19 sul sistema sanitario e forse ci mostra l’Ssn prossimo venturo – riflettono i ricercatori – Infatti la difficoltà di accedere ad ospedali e ambulatori, comunque in situazioni di necessità e bisogno, ha accelerato l’introduzione di soluzioni innovative che, con ogni probabilità, ridefiniranno i confini del Servizio sanitario nazionale. Certamente – conclude il report – in tutte le Regioni le soluzioni digitali stanno oggi integrando (e forse nel futuro sostituiranno) i servizi ambulatoriali più tradizionali soprattutto per l’assistenza ai pazienti non-covid che, in questa fase hanno dovuto ritardare o rimodulare la propria domanda di salute per dare priorità all’emergenza”.