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Convegno 10 anni di Pet Therapy al pediatrico Meyer di Firenze

Interagire con un cane addestrato alla pet therapy riduce la pressione arteriosa, diminuendo i fattori di rischio per l’infarto. Ma non solo, l’aiuto che “l’amico a quattro zampe” ci offre spazia in tanti effetti benefici: abbrevia i tempi di visita dal dottore, riduce i tempi di manovre dolorose o fonti di paura come le cure del dentista e il prelievo di sangue, è di sollievo per chi soffre di depressioni e disturbi psichiatrici infantili quali l’autismo, l’ADHD, la sindrome di Down. A dirlo è stato Dennis C. Turner delegato per l’Europa IAHAIO: International Association of Human-Animal Interaction Organization., presente al Convegno in corso nelle due Aule Magne dell’AOU Meyer sul tema“Gli interventi Assistiti con gli animali nell’ospedale pediatrico”, primo appuntamento italiano sulla pet therapy pediatrica organizzato dalla Fondazione Meyer.

Da dieci anni infatti all’Ospedale pediatrico Meyer i cani addestrati alla pet therapy dell’Associazione Antropozoa sono una presenza quotidiana, inserita nelle attività cliniche della  Centro terapia del dolore e Cure Palliative. Un primato italiano che permette di tracciare un primo bilancio proprio sull’efficacia di questo tipo di intervento in ambito ospedaliero. Come hanno evidenziato le dr.sse Simona Caprilli e Laura Vagnoli, psicologhe della Terapia del Dolore del Meyer, la presenza dei cani durante situazioni psicologicamente delicate per i piccoli pazienti (e per i loro genitori) come il prelievo del sangue o durante trattamenti odontoiatrici su bambini con vari tipi di disabilità, possano essere di grande conforto, permettendo rapide procedure anche nei casi più complessi. “I risultati sono stupefacenti – commenta la dott.ssa Laura Vagnoli, Psicologa e ricercatrice presso il Servizio di Terapia del Dolore & Cure Palliative, IAA del Meyer  –in alcuni casi con bambini particolarmente impauriti, determinate procedure avrebbero richiesto tempi lunghi e traumatici, mentre la presenza del cane ha permesso di stabilire una relazione d’accoglienza e di supporto con il piccolo paziente, riuscendo in pochi minuti a completare gli esami o i trattamenti necessari”. Differenti studi sull’efficacia delle attività assistite con i cani svolto nel corso degli ultimi 10 anni in aree differenti del Meyer (Oncoematologia, Odontoiatria Speciale per l’handicap e il Centro prelievo) ne hanno provato la reale efficacia e i reali benefici per i bambini, (distratti dagli amici a 4 zampe non hanno avuto paura di manovre spesso fonte di stress), per i genitori (rasserenati dall’atteggiamento dei figli) e per gli operatori (che hanno potuto concludere le manovre). Ma il cane aiuta anche a ridurre il dolore: in due indagini svolte al Centro prelievi del Meyer, i campioni di bambini (50 bimbi da 4 a 11 anni e 102 piccoli da 3 a 12 anni) sottoposti a prelievo di sangue è stato accertato un “livello di dolore e di distress significativamente inferiore rispetto al gruppo di bambini in cui non c’era la presenza del cane”.

Dall’estate 2002 “lavorano” all’interno del Meyer degli “operatori” piuttosto singolari: si tratta di alcuni cani, addestrati con particolare cura per realizzare momenti di incontro e di animazione con i bambini, e controllati con scrupolo sotto il profilo medico-veterinario

Muffin, Budino, Cannella e Camilla sono solo alcuni degli amici a quattrozampe che per tre giorni alla settimana portano serenità e simpatia ai bambini in cura o ricoverati al Meyer.

La loro presenza in Ospedale è sostenuta dalla Fondazione dell’Ospedale Pediatrico Meyer, che finanzia l’iniziativa, e al Servizio di Terapia del dolore che la ha fatta propria. Istruttrice e protagonista degli incontri con gli animali in Ospedale è la dottoressa Francesca Mugnai, dell’Associazione Antropozoa. I cani della pet therapy “lavorano” in ogni spazio dell’ospedale, dalle sale di attesa, ai reparti, compresa l’Oncomeatologia e la Rianimazione. I bambini giocano con i cani, li portano a spasso, li carezzano, realizzano disegni e poesie sugli animali. Ottima l’accoglienza da parte dei bambini, dei familiari e degli operatori dell’Ospedale.