Vai al contenuto

Artrosi della mano: contributo del Prof. Lanzetta, consulente presso l’Istituto Italiano di Chirurgia della Mano di Monza (Mi)

L’artrosi della mano è una malattia articolare cronico-degenerativa, cioè che tende a progredire nella sua gravità con il tempo e contemporaneamente ad assumere un carattere di forma permanente. Essendo a carattere progressivo, si tratta di una malattia che inizialmente si manifesta in modo tipico a livello di alcune articolazioni della mano, cioè quelle più vicino alle unghie e, se non curata, può estendersi ad altre articolazioni. In Italia l’artrosi colpisce circa 4 milioni di persone, ma si tratta di una cifra probabilmente sottostimata, delle quali, in base ai dati Istat, almeno 640.000 risiedono in Lombardia (280.000 in Emilia Romagna, 360.000 nel Lazio, 320.000 in Veneto). È la più frequente tra le patologie che riguardano principalmente le persone anziane ma, in condizioni particolarmente predisponenti, anche persone più giovani possono soffrirne.

I segni tipici dell’artrosi delle mani possono riscontrarsi all’incirca nell’80% della popolazione oltre i 65 anni di età, ma la malattia compare già intorno ai 45 anni, con una netta prevalenza nel sesso femminile e una certa relazione e peggioramento al momento della menopausa. In questo periodo delicato della vita della donna si hanno delle variazioni ormonali e in alcuni casi una certa ritenzione di liquidi, che tendono a far gonfiare le dita soprattutto al mattino, con una conseguente difficoltà al movimento nella prima parte della giornata.

I tipi di artrosi

L’artrosi più comune si chiama Primaria, cioè si verifica spontaneamente, nella maggior parte dei casi perché esiste una predisposizione genetica, una certa ereditarietà. In questi casi l’asse femminile della famiglia – nonna, mamma, figlia, nipote – presenta una facile tendenza alla malattia delle articolazioni della mano, e molte pazienti riferiscono delle deformità assolutamente identiche a quelle della loro mamma o della loro nonna.

Quando, invece, l’artrosi è Secondaria, di solito, c’è stato un evento traumatico, come ad esempio una frattura, magari in gioventù, che ha comportato una lesione dell’articolazione o della cartilagine di rivestimento di questa articolazione. Con il trascorrere del tempo, lo scorrimento di queste due superfici articolari “anomale” perché rovinate, porta a un’usura da sfregamento molto più rapida e, quindi, a delle immagini radiologiche tipiche dell’artrosi anche in pazienti di 35-40 anni.

Intensità e gradi di artrosi

Naturalmente l’artrosi alle mani può presentare gravità differenti secondo le lesioni e la forma che assume. Esiste una forma erosiva, caratterizzata da una distruzione rapida della cartilagine di rivestimento e, successivamente, del tessuto osseo sottostante, in modo che si vengono a creare delle aree di “vuoto”, cioè delle cavità a livello articolare. La forma deformante invece può non essere così aggressiva, ma porta velocemente a una deviazione dell’asse delle articolazione, ed esteticamente questa condizione risulta più evidente perché le dita sono storte o atteggiate ad uncino. La forma erosivo-deformante è ovviamente la più temibile, soprattutto quando porta a degenerazioni veloci e invalidanti.

I sintomi dell’artrosi

I sintomi dell’artrosi sono facili da riconoscere: le articolazioni delle dita si gonfiano, possono arrossarsi, far male soprattutto dopo giornate di lavoro intense, si notano dei piccoli noduli duro-elastici, i cosiddetti noduli di Heberden, che si formano sul lato dorsale delle articolazioni vicine alle unghie, per intenderci sul lato opposto al polpastrello. Con il tempo, da sei mesi a un anno, il dolore tende ad attenuarsi ma compaiono appunto queste antiestetiche nodosità. Tutto ciò avviene perché le cartilagini tra le ossa si usurano, assottigliandosi sempre di più fino a scomparire, e a questo punto il tessuto osseo che sta sotto la cartilagine si trova esposto allo sfregamento articolare durante i movimenti, e a sua volta si deforma. Le piccole terminazioni nervose che attraversano l’osso portano al centro il dolore causato da questo sfregamento.

Quali sono le cause dell’artrosi?

L’insorgere dell’artrosi non può essere attribuita ad una sola causa. Spesso, infatti, è una combinazione di fattori che scatena la patologia. Esistono, però, alcuni elementi che predispongono una persona a soffrire di questo problema:

  1. Ereditarietà: esistono alcune malattie legate al malfunzionamento di muscoli ed ossa che sono annoverate tra le alcune malattie ereditarie, una di queste è proprio l’artrosi. Secondo studi recenti, l’artrosi delle dita è spesso legata ad una trasmissione familiare;
  2. Età: l’invecchiamento del corpo e di conseguenza della cartilagine comporta la perdita di elasticità e resistenza alle sollecitazioni per questo, le persone anziane tendono a soffrire maggiormente di artrosi rispetto a quelle più giovani;
  3.  Fattori meccanici: eccessive sollecitazioni possono indebolire le articolazioni rendendole così più facilmente attaccabili da patologie come quella in questione. Particolarmente diffusa è l’artrosi del ginocchio, piuttosto frequente nella popolazione femminile, a causa di eccessivo uso, di microtraumi ripetuti e di lussazioni. Non a caso gli sportivi professionisti sono tra le categorie più a rischio. Chi lavora, ad esempio, con i martelli pneumatici tende a riscontrare l’artrosi delle spalle, dei gomiti e delle mani, l’artrosi dell’anca è molto diffusa tra le danzatrici professionali, quella del ginocchio nei minatori e quella lombare negli autisti di autocarri o di autobus. Per quanto riguarda i traumi, un colpo violento con relativa frattura può generare un’artrosi per via indiretta.
  4. Obesità e malattie del sistema endocrino: l’obesità è senza alcun dubbio il principale fattore di rischio per lo sviluppo del’artrosi del ginocchio, sia negli uomini che nelle donne, spesso associato a quella all’anca. Pare che anche alcune alterazioni del sistema endocrino, come il diabete mellito e la gotta, indipendentemente dall’obesità, sono state considerate possibili fattori di rischio.
  5. Infiammazione: spesso questo tipo di problemi possono degenerare in artrosi, in particolar modo le forme di artrosi che derivano dalle artriti, soprattutto all’artrite reumatoide.

La diagnosi dell’Artrosi

La diagnosi dell’artrosi si effettua con un esame clinico da parte del chirurgo della mano, che richiederà obbligatoriamente una radiografia e spesso anche un’ analisi del sangue. La radiografia è davvero importante, sia perché fotografa lo stato delle cose e quindi il grado di artrosi presente, sia perché permette di dare una immagine del punto di partenza delle cure, e quando viene ripetuta a distanza di 1-2 anni può mettere in evidenza la velocità della progressione della malattia. Solitamente si consiglia di eseguire una radiografia ogni 12 mesi.

Come si cura l’artrosi alla mano?

Una cosa importantissima da sapere è che l’artrosi si cura!

Di qualunque grado, di qualsiasi gravità, questa malattia è curabile. Quando si tratta di una forma iniziale si ricorre ad un programma specifico di fisioterapia, un tutore in materiale termoplastico da indossare qualche ora al giorno e a una dieta specifica contro l’artrosi. Nelle forme più avanzate si può intervenire con un’infiltrazione radioguidata, cioè effettuata controllando su un monitor radiologico l’esatto posizionamento della sonda, o con l’ utilizzo delle cellule staminali, prelevate dallo stesso paziente attraverso una procedura mini invasiva. La terapia con applicazione cutanea di un gel veicolato con un laser può essere molto efficace, apportando risultati positivi e molto duraturi nel tempo. Nelle forme più gravi si ricorre alla chirurgia, sempre ambulatoriale e in anestesia locale, con risultati ottimi e scomparsa permanente della malattia che non si ripresenterà più nel corso della vita.

Come prevenire l’artrosi?

La prevenzione dell’artrosi si effettua controllando i fattori di rischio. Per questa ragione è fondamentale evitare il sovrappeso, mantenere la stessa posizione molto a lungo ed evitare i carichi eccessivi e ripetuti. Alcuni credono che l’attività fisica possa compromettere le ossa rendendole più fragili e quindi più inclini alla patologia. Non è così. L’insorgere dell’artrosi negli sportivi è spesso conseguenza di traumi. Fare esercizio fisico moderato, controllato e costante non può altro che bene. Inoltre, va ricordato, che anche in caso di artrosi diagnosticati, i medici raccomandano l’attività fisica mirata perché allevia il dolore e migliora la mobilità dell’articolazione.

Prodotti Bestseller consigliati sull’artrosi