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Combattiamo le fake nel luogo più difficile, proprio nei social

Roma, 27 feb. (Adnkronos Salute) – “Sappiano che oggi l’educazione alla salute passa anche attraverso la rete e in particolare i social network, che ci premettono di avvicinarci alle persone con tempestività ed efficacia. I nuovi canali multimediali e le forme di comunicazione non tradizionali possono essere potenti strumenti per veicolare una corretta informazione sulle patologie, i rischi e soprattutto sulla prevenzione. In questa direzione va il nostro ecosistema digitale integrato, Msd Salute, che è oggi un punto di riferimento per la comunicazione scientifica digitale per circa 155.000 professionisti della salute, ma anche per i pazienti e del grande pubblico in generale”. Lo spiega in un’intervista all’Adnkronos Salute Nicoletta Luppi, presidente e amministratore delegato di Msd Italia.

“Msd Italia – fa notare – è stata pioniera nella digitalizzazione della Salute. Un percorso iniziato ormai da alcuni anni e che ci ha portato a essere riconosciuti, oggi, come un’azienda leader nella trasformazione digitale nelle Life Sciences. Lo testimoniano i numerosi riconoscimenti che ci sono stati conferiti dalla comunità scientifica nella quale operiamo, e le tante virtuose partnership e alleanze che abbiamo messo in campo con un unico comune obiettivo: fornire un’informazione referenziata e di qualità ai nostri utenti, siano essi medici, operatori sanitari, pazienti o semplici cittadini”.

“Siamo presenti su quasi tutti i canali sociali (Fb, Linkedin, Twitter, Instagram) – afferma Luppi – con una strategia di comunicazione differenziata in base alle opportunità offerte dal canale. Per noi digitalizzazione significa anche sperimentare nuove forme di comunicazione come cortometraggi, web-series, postcast, video musicali e progetti di crowdfunding, spesso facendoci affiancare da testimonial famosi che prestano il volto alle nostre campagne di educazione sanitaria. L’imperativo che guida la nostra strategia social è parlare con una narrativa semplice, ma al tempo stesso innovativa e sempre scientificamente validata, per arrivare in modo capillare e diretto a tutti gli utenti e opporsi all’onda delle fake news e degli ‘esperti improvvisati’ che dilagano sui social”.

Ma quanto i social contribuiscono a ‘sfatare’ miti anche sulle stesse aziende farmaceutiche, viste con sospetto da una parte degli italiani? “In generale – evidenzia Luppi – direi che le persone oggi si fidano sempre di più delle aziende che hanno un buon profilo reputazionale, o per meglio dire, che hanno un chiaro ‘purpose’, un ‘senso profondo’ che guida gli obiettivi e le strategie di business. E il settore farmaceutico non è esente da questo trend. Sappiamo che oggi il mercato azionario è guidato principalmente dagli asset intangibili generati dalle aziende, tanto è vero che si parla sempre più di Reputation Economy, dove è importante non tanto ‘cosa fai’ ma ‘chi sei’ e ‘come lo fai’. Numerose indagini mettono in luce come siano elevate le aspettative da parte delle persone, soprattutto tra i Millennial e la ‘generazione Z’, in merito al ruolo attivo delle imprese rispetto alle sfide più pressanti del nostro tempo e ai grandi temi della sostenibilità”.

“Secondo recenti dati di Reputation Institute – ricorda -il settore farmaceutico gode di una reputazione ‘media’, in crescita nel 2019 e di poco al di sotto rispetto alle aziende che si collocano nella fascia ‘forte’. Alla base di questa aumentata fiducia da parte delle stakeholder c’è non solo il crescente impegno da parte del pharma verso asset valoriali legati alla sostenibilità, ma anche il nuovo modo di comunicarli, mettendo sempre al centro della narrativa la persona, il cittadino, il paziente e l’impatto che una cura, un progetto, un’iniziativa ha su di loro. In Msd crediamo fortemente nei valori della cittadinanza d’impresa per favorire un più ampio accesso alla salute, operare in modo etico, proteggere l’ambiente e tutelare il benessere delle persone. Sono orgogliosa di poter dire che ogni anno Msd investe nel mondo circa 2 miliardi di dollari in programmi umanitari di responsabilità sociale e tra questi voglio menzionare l’autorevole partnership con l’Oms per la distribuzione, per uso compassionevole, del vaccino per Ebola Zaire V920 nella Paesi coinvolti dall’epidemia”.

L’ad parla poi della sua carriera di donna al timone di una delle principali aziende farmaceutiche nel nostro Paese: “Vivo il mio ruolo di amministratore delegato con lo stesso impegno, resilienza, passione e generosità di quando, ormai 26 anni fa, ho iniziato la mia carriera in Msd come prima donna informatrice scientifica del farmaco. Sono orgogliosa di essere riuscita ad arrivare dove sono semplicemente rimanendo ciò che sono e avrei voluto essere: una donna professionista, appassionata del proprio lavoro e al tempo stesso una madre e moglie presente. Ho due figli, ho voluto fortemente una famiglia e non ho mai messo davanti la carriera alla realizzazione della mia vita privata”.

“Noi donne – sottolinea – forse dobbiamo avere più coraggio di interpretare una leadership in cui davvero ci possiamo riconoscere, e che ci permetta di valorizzare la nostra specificità, le nostre propensioni e peculiarità biologiche e di genere. Le donne sono più propense a valorizzare le differenze (non solo di genere), ad avere un atteggiamento inclusivo, hanno maggiore capacità di ascolto e di collaborazione e mostrano generalmente maggiore empatia. Dobbiamo quindi avere solo più coraggio di essere noi stesse e mostrare più sicurezza del valore che possiamo portare nelle organizzazioni nelle quali lavorano. Le donne rappresentano il 47% della forza lavoro mondiale, ma sono ancora fortemente sotto rappresentate nei livelli più alti delle imprese. Spesso, sebbene la presenza delle donne nei ruoli di leadership sia in crescita, nelle organizzazioni manca una reale cultura dell’inclusione con approccio top-down e attraverso l’impegno e il costante coinvolgimento dell’amministratore delegato. Personalmente – spiega – amo spendermi in prima persona in programmi che supportino l’uguaglianza di genere. Nella mia azienda promuoviamo da sempre un ambiente di lavoro che premi e valorizzi la diversità e l’inclusione. Vantiamo un’occupazione al femminile in ruoli apicali decisamente superiore rispetto alle medie nazionali di settore e non: il 50% del board dei direttori in Msd è costituito da donne e quasi la stessa percentuale la ritroviamo nelle donne dirigenti all’interno dell’azienda. Collaboro inoltre con molte organizzazioni, prestando il mio volto per campagne pubbliche che promuovano la parità di genere e la difesa dei diritti delle donne o condividendo la mia esperienza per essere da esempio e stimolo per le giovani manager del futuro”, conclude Luppi.

Infine, la situazione delle aziende del farmaco nel nostro Paese: “Ritengo che si stia perdendo una straordinaria opportunità di rinnovare una governance farmaceutica che sia realmente allineata al passo dell’innovazione scientifica e al contesto attuale, e che sia quindi in grado di rispondere con efficacia al crescente bisogno di salute determinato dalle dinamiche demografiche ed epidemiologiche. E’ necessario – evidenzia – passare attraverso una riforma strutturale della governance farmaceutica per affrontare e superare le principali questioni che nel corso degli anni hanno messo alla prova la tenuta del nostro comparto industriale e che rischiano di minare il contributo positivo che le aziende farmaceutiche possono continuare a dare alla sanità pubblica e più in generale al Sistema Paese”.

“Le proposte in discussione – ricorda Luppi – sono diverse a cominciare dalla necessità di un adeguato incremento del tetto della spesa farmaceutica, di fatto fermo dal 2017, e l’adozione di un meccanismo di compensazione tra i tetti della spesa farmaceutica che consenta di utilizzare eventuali capienze nel tetto della convenzionata per mitigare gli sforamenti nella spesa per acquisti diretti. Altro punto fondamentale è il corretto finanziamento dell’innovazione farmaceutica e il corretto utilizzo delle risorse a disposizione: la presenza di due fondi per i farmaci innovativi e oncologici innovativi è sicuramente fondamentale, ma la durata del requisito di innovatività, fissato in 36 mesi, può non essere sufficiente per esaurire la portata dell’innovazione e pertanto può essere necessario individuare misure che ne estendano la durata, quando non siano presenti alternative valide, al fine di garantire da parte del Ssn il tempestivo accesso ai farmaci per la cura di gravi patologie. Su ognuna delle questioni citate auspichiamo che si possa trovare una tempestiva soluzione perché, quando parliamo di salute, parliamo della vita delle persone”, conclude l’ad.