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Chirurgia: trapianto cornea e cura cataratta, le novità per i medici su Doctor’s Life

Roma, 26 apr. (Adnkronos Salute) – Tutte le più importanti innovazioni nel campo del trapianto di cornea e nella cura della cataratta saranno al centro di due nuovi corsi di aggiornamento per i medici disponibili presto nell’offerta di formazione continua in medicina (Ecm) sul canale Sky 440 ‘Doctor’s Life’ edito dall’Adnkronos Salute.

“Sicuramente il Covid ha portato ad una riduzione delle prestazioni ospedaliere ambulatoriali non urgenti, ma ora che i contagi scenderanno grazie alle vaccinazioni ci stiamo organizzando per la ripresa degli interventi. Un intervento alla cataratta è vero che non è urgente ma se la vista cala progressivamente non può essere rimandato all’infinito. Ora dobbiamo smaltire le liste d’attesa”. Lo afferma all’Adnkronos Salute Francesco Aiello, specialista in patologie corneali, cataratta e chirurgia refrattiva del Policlinico Tor Vergata di Roma, che curerà i due corsi: ‘Solo endotelio: il trapianto di cornea non è più un problema’ e ‘La chirurgia della cataratta: un’opportunità per togliere gli occhiali’. “Sono una grande opportunità per i medici di capire le tante innovazioni che sono arrivate negli ultimi anni”, aggiunge.

“L’indicazione per il trapianto di cornea sono il cheratocono, malattia degenerativa corneale, e la distrofia corneale endoteliale di Fuchs. Dieci-quindici anni fa per una alterazione di 10 micron si toglieva la cornea e se ne impiantava una nuova con fino a 16 punti di sutura e un lungo decorso di un anno che comportava il rischio di rigetto e infezioni. Con in più una vista non ottimale e un forte astigmatismo. Poi – ricorda Aiello – c’è una stata un’evoluzione e noi chirurghi come amanuensi siamo andati a fare incisioni utilizzando la tecnica ‘Dsaek’, che prevede l’impianto di tessuto spesso dai 120 agli 80 micron e che comprende stroma ed endotelio. E’ stata una rivoluzione del trapianto perché prevede 3 punti di sutura e la vista si recupera molto bene”.

“Oggi c’è una nuova tecnica, ‘Dmek’, che io ho appreso nel Regno Unito in cui si tolgono 10 micron di tessuto e se ne rimettono altri 10 di spessore. Così si rimpiazza solo la parte malata. E’ più difficile dal punto di vista tecnico e il tessuto viene ricavato dalla parte posteriore della cornea di un donatore e composto da un endotelio e da una membrana di Descemet, ma il rischio di rigetto scendo a meno dell’1%, dopo due settimane si torna a vedere come prima. Durante il corso parlerò di questi passaggi e di casi clinici”, sottolinea il chirurgo.

“L’intervento di cataratta è quello più frequentemente eseguito al mondo perché segue la normale evoluzione dell’età della vista che dopo i 60-65 anni può diminuire proprio per il decadimento di una proteina all’interno della ‘lente’ dell’occhio che diventa opaca e giallastra – avverte l’oculista – Se fino a 10-15 anni fa per ridare la vista occorreva togliere il cristallino – spiega – ora le ‘lenti’ sono cambiate e si può intervenire con un’unica operazione alla cataratta eliminando l’astigmatismo e gli occhiali da lontano grazie anche a lenti multifocali”.

Lo specialista rimarca anche la grande importanza “delle donazioni della cornea e delle banche degli occhi”. L’Italia “è il secondo Paese al mondo per i prelievi di tessuto dopo gli Usa”, evidenzia Aiello. “E’ quindi importante sensibilizzare sulla donazione degli organi – conclude – soprattutto nel nostro campo, perché i vantaggi della donazione della corna è che si può prelevare anche ‘post mortem'”.