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Chirurgia plastica, nuovo trend: regole più severe in tutta Europa

In diversi Paesi nuove leggi per regolamentare il settore. Anche in Italia con la legge Martini da luglio solo alcuni  specialisti autorizzati ad eseguire interventi al seno, vietati per minorenni. «I pazienti così hanno più garanzie» dice il presidente di Aicpe, Giovanni Botti. Più regole per la chirurgia plastica in tutta Europa. Nuove leggi per regolamentare il settore stanno comparendo in numerosi Paesi, come risposta a un’esigenza diffusa di maggiore severità in un settore che per anni è stato in balia di sedicenti specialisti e chirurghi improvvisati. «Si tratta di un trend senza dubbio positivo, in quanto si danno maggiori garanzie ai pazienti che hanno così la sicurezza di essere operati da veri specialisti, con le competenze necessarie per evitare brutte sorprese» afferma Giovanni Botti, presidente di Aicpe, associazione scientifica di specialisti in chirurgia plastica con particolare competenza in chirurgia estetica.

L’ultima in ordine cronologico ad averlo fatto è l’Austria, che ha introdotto regole restrittive e piuttosto severe. «I punti più importanti della normativa austriaca, che entrerà in vigore dal 2013 prevedono l’esclusione da qualsiasi tipo di intervento a fine estetico nei pazienti minori di 16 anni – afferma il presidente di Aicpe –. Per quelli compresi tra i 16 e i 18 anni, invece, è richiesto non solo il consenso dei genitori, ma anche una valutazione psicologica obbligatoria. Inoltre gli interventi dovranno essere eseguiti solo da chirurghi plastici veri e “certificati”». Altri specialisti dovranno limitarsi ad eseguire quegli interventi per i quali hanno avuto una preparazione specifica. Le autorizzazioni sono rilasciate dall’Ordine di Medici Austriaco (Austrian Medical Association), che potrà eventualmente stabilire eccezioni alla regola. Inoltre, sono obbligatorie due settimane di tempo tra il primo incontro con il medico e la firma del consenso. Norme più severe anche nella pubblicità: basta con promozioni commerciali di bassa lega, che poco hanno a che fare con l’etica medica, mentre dovrà essere esplicitato quando in un’immagine è stato usato il fotoritocco.

Come è già avvenuto in diverse nazioni, si nota una tendenza a limitare l’esercizio della chirurgia estetica solo ai medici che hanno avuto un percorso formativo specifico nel settore. Anche in Austria, molti medici eseguono per operazioni di questo tipo pur non avendo qualifiche adeguate: per questo dal prossimo anno potrà eseguire interventi di chirurgia estetica solo chi, dopo aver frequentato corsi universitari specifici, riceverà l’autorizzazione dall’Austrian Medical Association.

Dopo anni di crescita indiscriminata del settore, in cui molti dottori si sono proposti come esperti nella materia senza avere effettivamente seguito studi specifici, è insomma tempo di fare chiarezza per lasciare spazio solo ai veri professionisti. «Purtroppo ci sono voluti scandali internazionali come quello delle protesi mammarie PIP, riempite con silicone industriale, per far capire in modo drammatico quanto una maggiore regolamentazione nel settore non fosse più rinviabile» afferma Botti. A oltre due anni di distanza dallo scandalo delle protesi francesi, esploso nel febbraio 2010, già diversi Paesi sono corsi ai ripari prendendo provvedimenti. Tra questi la Francia, che ha limitato l’esecuzione di alcuni interventi agli specialisti, i soli che hanno l’autorizzazione ad operare nelle strutture dedicate e, l’Inghilterra che, dopo lo scandalo Pip, ha condotto una approfondita indagine governativa su caratteristiche, usi e costumi della medicina e della chirurgia estetica inglese che, si prevede, porterà a regole più severe non solo per ciò che riguarda i requisiti delle cliniche e dei professionisti, ma anche in materia pubblicitaria, in particolar modo nei confronti del marketing più aggressivo. In Italia da luglio di quest’anno è entrata in vigore la legge Martini, che vieta le operazioni su minorenni e stabilisce che solo chirurghi specialisti possono eseguire interventi chirurgici per l’aumento del seno.

«Nel nostro paese i chirurghi plastici che hanno una documentata formazione e una competenza specifica, possono essere facilmente riconosciuti in base all’iscrizione alle due associazioni che raccolgono solo chi ne possiede i requisiti, ovvero Aicpe e Sicpre. Sui siti si trova l’elenco completo» conclude Botti.

 

AICPE: L’Associazione Italiana Chirurgia Plastica Estetica, la prima in Italia dedicata esclusivamente all’aspetto estetico della chirurgia, è nata con l’obiettivo di dare risposte concrete in termini di servizi, tutela, aggiornamento e rappresentanza. Pur essendo una novità per il nostro Paese, non lo è affatto in molte altre nazioni europee e non, dove esistono da tempo associazioni che raccolgono tutti coloro che si interessano di chirurgia estetica. Ad Aicpe al momento hanno aderito oltre un centinaio di chirurghi in tutta Italia, tra cui si annoverano professionisti di fama e docenti universitari. Caratteristiche dell’associazione sono avere come associati solo professionisti, specialisti in chirurgia plastica, che hanno come attività principale la chirurgia a fine estetico e la rigida adesione a un codice etico e di comportamento da seguire non solo quando si indossa il camice, ma in tutti i momenti della vita. Scopo di Aicpe è tutelare pazienti e chirurghi plastici in diversi modi: disciplinando l’attività professionale sia per l’attività sanitaria sia per le norme etiche di comportamento; rappresentando i chirurghi plastici estetici nelle sedi istituzionali, scientifiche, tecniche e politiche per tutelare la categoria e il ruolo; promuovendo la preparazione culturale e scientifica; elaborando linee guida condivise. Tra gli obiettivi c’è anche l’istituzione di un albo professionale nazionale della categoria.