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Chirurgia: in Italia bisturi sempre più donna, ‘capaci e caparbie più degli uomini’

Roma, 29 nov. (Adnkronos Salute) – Il futuro della chirurgia è sempre più nella mani delle donne. “Sono più capaci e più caparbie degli uomini. Nei prossimi anni ci saranno in Italia sempre più chirurghe, lo vedo anche nella mia attività dove su 27 specializzandi 22 sono donne”. Lo sottolinea all’Adnkronos Salute Antonio Brescia, docente di Chirurgia generale della Facoltà di Medicina e Psicologia dell’Università Sapienza di Roma, e presidente della quinta edizione del ‘Digestive Surgery – surgeon between soul and robot’ che si svolgerà a Roma dal 2 al 4 dicembre. “C’è Micaela Piccoli, bravissima chirurga e direttore della Struttura complessa di Chirurgia generale, d’Urgenza e nuove tecnologie dell’Aou di Modena – ricorda Brescia – Oppure Cecilia Menna, dell’Aou S.Andrea di Roma, che ha realizzato complesse operazioni di chirurgia toracica e ha realizzato il primo trapianto di trachea in Italia”.

Il congresso ha in programma venerdì 3 dicembre una sessione dedicata alle donne in sanità, ‘Leadership femminile e sanità: dal parlarne al proporre soluzioni’, che vede come moderatrice proprio Micaela Piccoli. Ma l’evento porta nella Capitale anche i migliori chirurghi internazionali. “Il ‘chirurgo tra anima e robot’ è il tema di questo congresso, che evidenzia come nel momento tragico della pandemia la tecnologia ha aiutato tutti noi a rimanere in contatto, ma ci ricorca anche come per noi il malato è al centro delle cure e del Ssn – evidenzia Brescia, direttore dell’Unità operativa di week-day surgery al Policlinico S.Andrea di Roma- Quando usiamo tecnologie avanzatissime lo facciamo pensando al bene del paziente. Avremo colleghi americani e asiatici che porteranno le loro esperienze in tanti campi dalla chirurgia oncologica dello stomaca, all’esofago, al colon-retto, fegato e pancreas”.

L’evento prevedete anche una sessione per i giovani chirurghi “che purtroppo sono sempre meno”, avverte Brescia che lancia un allarme sulla specializzazione. “Temo che nessuno vorrà fare più il chirurgo, io ho 67 anni e oggi sono stato tutto il giorno in sala operatoria – rimarca – tra denunce e medicina difensiva il lavoro sta diventando molto difficile. Una volta la chirurgia la faceva da padrona nelle specializzazione, oggi non è più cosi molti medici non vogliono tenere il bisturi in mano”.