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Carnitina: cos’è, a cosa serve ed eventuali e presunti benefici

La carnitina o l-carnitina, è un aminoacido non proteico, normalmente presente nei tessuti animali, specificamente nella membrana plasmatica dei muscoli scheletrici, del cuore, del rene e dell’intestino. L’organismo umano è in grado di sintetizzare la carnitina a partire dagli aminoacidi metionina e lisina. Si trova nei mitocondri, che sono la centrale energetica della cellula, e svolge diverse funzioni nel nostro organismo: la più importante è quella di trasportare gli acidi grassi a catena lunga all’interno dei mitocondri. Spesso viene impropriamente venduta come integratore termogenico o bruciagrassi, nonostante non abbia proprietà termogeniche o “brucia grassi” diretta. In realtà la carnitina viene utilizzata per svolgere diverse funzioni quali  migliorare o mantenere una buona salute cardiovascolare, infatti è usata in pazienti con malattie cardiovascolari migliorare le capacità cognitive, rallentare il declino della funzione cerebrale, allievare sintomi da affaticamento cronico, migliorare la sensibilità insulinica permettendo di ristabilire una situazione metabolica più fisiologica, e diminuire lo stato di infiammazione latente che ostacola l’uptake di glucosio, tenere sotto controllo i livelli di colesterolo,  svolge effetto “anti-aging” sul mitocondrio, preservandone le funzioni in caso di stress cronici o in caso di età avanzata, riduce lo stress ossidativo e in ambito sportivo viene utilizzata per migliorare le performance atletiche  e ridurre il danno muscolare post allenamento. In commercio si possono trovare diverse forme di carnitina quali l’acetil-l-carnitina (ALCAR), l-carnitina tartrato, l-carnitina semplice o più raramente propionil-l-carnitina.

Le dosi terapeutiche più usate nella supplementazione orale sono tra 500mg e 4g complessivi al giorno soprattutto in chi fa sport (ciclismo, running o palestra), più comunemente tra 2 e 4g al giorno. La supplementazione di carnitina al di fuori del campo medico è spesso usata a scopo dimagrante o termogenico, per stimolare l’ossidazione dei grassi. Di per sè la carnitina non ha proprietà lipolitiche o termogeniche bensi’ abbassa il quoziente respiratorio durante l’attività fisica, come risultato di un maggior consumo di lipidi a scapito del glucosio, ma non di calorie, permettendo un maggior volume di lavoro prima dell’esaurimento in sforzi aerobici di lunga durata.
La l-carnitina è generalmente ben tollerata, non è tossica o teratogena, non ha particolari interazioni farmacologiche, pertanto il suo utilizzo è generalmente ritenuto sicuro. Esiste una controindicazione particolare, nei casi di ipotiroidismo perché si è visto sia in vitro che in vivo sull’uomo, che la carnitina è in grado di antagonizzare l’effetto degli ormoni tiroidei. Infatti è emerso un tangibile beneficio del suo uso nell’ipertiroidismo con conseguente attenuamento dei sintomi, ripristino delle scorte di carnitina e rimineralizzazione ossea. Un possibile effetto collaterale della l carnitina è dovuto al suo metabolismo intestinale. La carnitina non assorbita verrà metabolizzata dai batteri intestinali, ed è stato visto che in base alla composizione del microbiota si può avere un metabolismo della carnitina potenzialmente dannoso. Nel dettaglio, la carnitina (o le fonti alimentari di carnitina) verrebbe metabolizzata a trimetilammina, che a sua volta è facilmente ossidata a N-ossido di trimetilammina (TMAO), un composto con proprietà aterosclerotiche. Questo effetto è più evidente in chi consuma molta carne soprattutto rossa, e nelle donne, a causa della diversa composizione della flora batterica intestinale e del differente livello di androgeni, che inibiscono la conversione in TMAO. Prima di giungere a conclusioni affrettate e demonizzare la carnitina, come integratore che faccia male, è bene ricordare che diversi alimenti considerati cardioprotettivi sono anche importanti fonti di trimetilammina e TMAO: il pesce e i molluschi in particolare il calamaro, il polpo, certi pesci a carne bianca che superano di gran lunga la produzione di TMAO indotta da carne rossa o carnitina.

Il consumo di questi alimenti è dimostrato avere effetti positivi sulla salute, pertanto finchè non saranno disponibili dati definitivi che associno TMAO, fonti alimentari di trimetilammina e rischio cardiovascolare, è bene non escludere questi alimenti da una dieta varia.  In commercio esistono diverse forme di carnitina  quali la L- carnitina o carnitina pura,  perché più concentrata, più economica anche se se un po’ meno biodisponibile, l’ Acetil-l-carnitina o acetil carnitina o ALCAR a cui  è  stata aggiunta un gruppo acetile, che ne migliora l’assorbimento e ne permette il passaggio attraverso la barriera ematoencefalica. Inoltre, la presenza del gruppo acetile costituisce un substrato per la sintesi di un fondamentale neurotrasmettitore: l’acetilcolina. Questa forma è più raccomandata della semplice carnitina per la riduzione della stanchezza cronica, il miglioramento della cognizione e potenzialmente per ridurre l’invecchiamento cerebrale, attraverso una riduzione dell’accumulo di lipofuscina, lipide tipico dell’invecchiamento. Poi abbiamo la Carnitina tartrato o l-carnitina tartato o LCT che differisce dalla forma base per essere un sale dell’acido tartarico: ne permette una migliore solubilità in acqua e un migliore assorbimento, la Propionil-l-carnitina o propionil carnitina o PLC che  è una forma di uso poco comune, molto simile all’acetil carnitina; la differenza sostanziale è la presenza del gruppo propionato rispetto all’acetato. Analogamente all’acetil carnitina, è la migliore forma per migliorare le funzioni cognitive e potrebbe essere ancora più utile per i benefici effetti sulla salute cardiovascolare in persone compromesse durante un evento ischemico o forte stress cardiaco. Per quanto concerne l’assunzione, sopratutto in concomitanza di un pasto, specialmente glucidico, ne favorisce la deposizione nel muscolo. Questo è dovuto alla stimolazione dell’insulina, ma non è comunque controindicata l’assunzione fuori pasto o in diversi momenti della giornata, semplicemente sarà meno assorbita. Rimane comunque una buona regola generale, se si assumono più dosi di carnitina, dividere l’assunzione in più momenti della giornata a causa dello scarso trasporto intestinale.

In sintesi Acetil carnitina e propionl carnitina sono migliori per gli effetti positivi sulla cognizione e l’affaticamento mentale Per la prestazione sportiva, il controllo dello stress ossidativo e l’affaticamento fisico vanno bene tutte le forme , per la salute cardiovascolare tutte le forme, in particolare la propionil-l-carnitina

Da prestare attenzione se si soffre di patologie tiroidee consultando il proprio medico prima di deciderne l’assunzione.

 

Dott. Nicola Barbaro

Biologo Nutrizionista, ha conseguito la laurea magistrale in Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione Umana al Dipartimento di Scienze Agrarie, degli Alimenti e dell’Ambiente di Foggia e dal 2018 iscritto all’albo dei Biologi sez. A. Ha iniziato a lavorare come libero professionista e ha svolto attività di frequenza volontaria presso il reparto Dialisi dell’Ospedale Lastaria di Lucera svolgendo attività di consulenza nutrizionale e cercando di aggiornare costantemente la formazione seguendo corsi di nutrizione relativa alle patologiche metaboliche, alle patologie autoimmuni e nutrizione sportiva approfondendo studi di nutrizione in età pediatrica, mimadigiuno e chetogenica. Elabora piani alimentari, con l’ausilio di strumentazione avanzata per la valutazione della composizione corporea(massa grassa, massa magra, acqua corporea totale extracellulare e intracellulare) tramite bioimpedenziometria (BIA) al fine di migliorare le condizioni generali fisiche e psichiche del paziente.

 

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