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Capelli in caduta libera? Prevenire è meglio che curare

La dermatologa Gabriella Fabbrocini fa luce nella selva di test e terapie

caduta_capelli_donnaAlzarsi la mattina e notare un centinaio di capelli sul cuscino, pettinarsi e vedere ciocche di capelli cadere dalla testa: senza dubbio un traumatico risveglio. Ecco che scatta l’allarme: si cerca di correre ai ripari, di districarsi tra le più diverse soluzioni anticaduta che il mercato farmaceutico e parafarmaceutico propone. Ma a quel punto può essere troppo tardi.

La salute del capello prima che dal parrucchiere passa dal medico specialista, dal dermatologo.“Attraverso appositi test effettuati sulla chioma del paziente è possibile dare valutazioni termo-cosmetologiche per combattere la caduta e capirne le cause, soprattutto per evitare che un problema medico-estetico diventi un problema psicologico, specialmente tra i ragazzi in piena età puberale”, avverte la professoressa Gabriella Fabbrocini, docente di dermatologia e venereologia presso l’Università di Napoli Federico II.

Come affrontare al meglio “la prova pettine”, specialmente durante la stagione autunnale quando la salute dei capelli è messa duramente alla prova? Diagnostica, terapia e soprattutto prevenzione.

Prevenire mai come in questo caso è meglio che curare. Dalla Spagna e dalla Francia arriva il monito unanime: un ottimo stato di salute psicofisica mantiene in forma la nostra chioma. I capelli sono il riflesso del nostro stile di vita e se siamo malati, stressati o affiticati questi ne risentono. Evitare perciò, per quanto difficile, le situazioni di stress lavorativo; mangiare sano, equilibrato, anche quando si è assaliti dai serrati ritmi della vita quotidiana, nutrirsi di cibi ricchi di proteine e vitamine B e PP (carne e pesce in primis); non fumare; moderare il consumo di alcolici; evitare di sottoporsi a tinte caserecce o intrugli fai-da-te per arginare eventuali diradamenti.

Consigli scontati, forse, per alcuni; meno scontato conoscere gli appositi test tricologici che nella fase di prevenzione sono utilissimi. Fabbrocini fa chiarezza sui principali test valutativi della salute del capello, preliminari all’adozione di cure specifiche. Per problemi di calvizie precoce e diradamento si può ricorrere ad esami molto rapidi e per nulla invasivi come la tricoscopia o anche meglio dermatoscopia applicata al cuoio capelluto, oggi attuabile anche con l’handyscope un dermatoscopio manuale con applicazione sull’iphone, che permette di capire se siamo di fronte ad una caduta temporanea o ad una vera condizione di alopecia; il tricogramma, una semplice analisi del capello al microscopio che valuta la quota del capello in crescita e quella in caduta e sulla base di tale rapporto ci aiuta a stabilire se siamo in un passaggio da una condizione fisiologica verso una condizione patologica . Per fare diagnosi in caso di patologie complesse , invece, si puo’ intervenire in maniera piu’ invasiva attraverso la biopsia del cuoio capelluto.

Ma la salute dei capelli può essere talvolta correlata ad uno stato di salute generale per cui talvolta puo’ essere utile un’ecografia tiroidea per valutare eventuali alterazioni che possono rendere in maniera particolare i capelli secchi e sfibrati e quindi più fragili o, in caso di pazienti del gentil sesso, a un’ecografia ovarica per valutare se e quanto eventuali problemi tricologici legati soprattutto ad un eccesso di sebo e di fordora dipendando dal corretto funzionamento o meno di alcune ghiandole.

Ultimamente sul mercato vi é anche il test genetico dx per l’alopecia androgenetica, che anche se non affidabile al 100% integrato con gli altri esami può consentire di fare diagnosi precoce e iniziare una terapia efficace perché si sa che in questi casi prima si interviene e maggiori sono le possibilità di riuscita. L’esame clinico, infatti, individua l’alopecia androgenetica quando la malattia è già conclamata. Quando l’assottigliamento diventa visibile, il paziente affetto da tale disturbo potrebbe aver già perso fino a 50% dei capelli in quell’area del cuoio capelluto.

Per quanto riguarda le terapie, il trattamento con finasteride negli uomini e con minoxidil nelle donne rimangono i punti cardine di tale patologia. Interessante il PRP (Platelet-rich plasma) trattamento al plasma ricco di piastrine, già ampiamente sperimentato nei trattamenti di chirurgia plastica, in grado di potenziare i processi di autorigenerazione delle cellule staminali della zona del “bulge” nei follicoli di pazienti affetti da calvizie.

La prevenzione, dunque, quando si tratta di salute dei capelli è fondamentale, anche se spesso tale presa di coscienza avviene solo quando i danni sono ormai irrimediabili. Lo sa bene il popolo americano che, secondo alcune stime, spenderà 3,5 miliardi di dollari nel prossimo anno per combattere la perdita dei capelli.