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Cancro, la storia della malattia dell`antico Egitto a oggi

Il cancro è la malattia più intelligente di tutte ed ha sempre fatto parte della storia dell’umanità a partire dall’epoca preistorica. Ma, soprattutto, è sempre stato considerato come malattia a sé stante, ben distinta dalle altre”. Pier Carlo Muzzio, già Ordinario di Radiologia dell’Università di Padova e Direttore dell’Istituto Oncologico Veneto (IOV), è l’autore di “Nemsu, il tumore del faraone” (ed. Marsilio, pp. 128), una storia del cancro, dalla preistoria all’oncologia moderna, con un approccio innovativo, quello della “archeologia medica”. “È una nuova disciplina – spiega il Prof. Muzzio – che si occupa della malattia e del malato, intrecciandosi con la paleopatologia, alla ricerca di tracce materiali e letterarie. Gli apporti della cultura scientifica, umanistica, cibernetica, sociale, religiosa convergono per leggere insieme i segni che il passato mette a disposizione e sperare così di poter vincere una guerra che sembra infinita. Nonostante il Novecento lo abbia definito ‘il Male del secolo’, il cancro accompagna da sempre il cammino dell’umanità e l’uomo lo ha temuto e combattuto con strumenti via via più raffinati. Oggi possiamo affermare di essere vicini alla vittoria contro la malattia. Questo libro ci conduce alla ricerca del cancro nei suoi segni più lontani, per delineare, partendo dalla realtà geografica, una sorta di atlante storico della presenza della malattia, dei tentativi di ‘stanarla’, del grado di consapevolezza nel corso del tempo, degli sforzi per cercare cure credibili risorgendo da continue sconfitte”. Il volume è stato scritto da Pier Carlo Muzzio con Isabella Colpo, archeologa dell’Università di Padova, con una personale e partecipata prefazione di Cesare De Michelis, presidente di Marsilio Editori. “Per ogni fase storica – sottolinea Isabella Colpo – abbiamo cercato di rispondere a tre domande fondamentali. La prima: quanto fosse nota la malattia, e, quindi, come venisse diagnosticata e dove fosse riconosciuta. La seconda: quale fosse la spiegazione oncogenetica teorizzata. La terza: quali fossero le cure proposte”.

Riconosciuta già a partire dal II millennio a.C. (alla prima metà si datano i papiri egizi che per primi parlano di nemsu, mentre alla fine della seconda metà compaiono notizie anche nei testi vedici), la malattia (karkinoma/cancer) è ben nota alla medicina greco­romana, tanto nella fase ippocratea quanto all’epoca di Galeno, quando le acquisizioni anatomiche, ottenute dai medici alessandrini anche con la vivisezione su carcerati (una pratica di per sé vietata, ma tollerata) portano a una più approfondita conoscenza della patologia. “Il salto di qualità nella conoscenza del cancro avviene nel V secolo a.C – afferma il Prof. Muzzio -. La teorizzazione dei quattro umori del corpo umano (bile nera, sangue, bile gialla, flegma), che con il loro equilibrio determinano lo stato di salute, getta le fondamenta della medicina occidentale. La malattia assume connotati precisi a partire dalla grande scuola medica di Cos. A Ippocrate si deve l’introduzione del termine karkinos/karkinoma. La definizione deriva dalla somiglianza della parte malata, nella fattispecie la mammella invasa dal cancro, con l’animale da cui prende il nome. Il seno colpito dal tumore, con prolungamenti radiati e vene dilatate simili a chele, appare come un granchio”. Soprattutto a partire dal IV secolo a.C., si svela sempre di più il vero volto della malattia tumorale e si inizia a comprendere che l’unico rimedio possibile per sperare nella guarigione è la completa asportazione chirurgica fino alla parte sana. Con la fine del Medioevo si chiude la fase classica delle conoscenze, anche se la teoria umorale di fatto persiste fino alla piena età dei lumi e oltre. È solo con le scoperte dei grandi padri dell’anatomia, della fisiologia e della patologia, che nasce di fatto la medicina moderna. Alla fine dell’Ottocento la scoperta della radioterapia apre una nuova stagione di scoperte e ricerche. “Il XX secolo non è più ‘storia del cancro’, ma è ormai, pienamente, oncologia moderna – conclude Pier Carlo Muzzio -. La letteratura scientifica del Novecento è ampia e in continua evoluzione. Ne conosciamo bene i padri e gli autori. Nomi straordinari, ai quali dobbiamo i più recenti progressi nella cura dei pazienti”.

Ufficio stampa
Intermedia