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Cancro al retto: cresce l’incidenza nei soggetti giovani. Ecco una ricerca condotta dal portale specializzato Eccellenza Medica

Negli ultimi anni si è registrato un incremento del cancro al retto in soggetti giovani, ovvero fra i 30 ed i 45 anni: l’inversione di tendenza rispetto al passato è cominciata all’inizio degli anni Novanta.

Questo tipo di cancro è spesso silenzioso: per questo gli esperti consigliano di non sottovalutare i sintomi, per quanto lievi, e di sottoporsi ai controlli di routine.

Il portale specializzato per la prenotazione online di prestazione mediche di alta qualità www.eccellenzamedica.it,  in particolare tramite il sito www.proctologo.eu, ha condotto  un’indagine nel primo trimestre del 2020 chiedendo a vari soggetti fra i 30 ed i 45 anni di età se avessero avuto diagnosi di questo tipo. Lo stesso tipo di indagine è stata  ripetuta nel primo trimestre del 2021. Il confronto dei risultati fra la prima e la seconda indagine ha fornito l’evidenza di un piccolo incremento nell’incidenza di nuove diagnosi, pari cioè al 4%.

Le caratteristiche del cancro al Colon-retto

Il cancro al colon-retto è il terzo tumore in ordine di frequenza nell’uomo e il secondo nella donna, con circa 49.000 nuovi casi diagnosticati in Italia nel 2019. La buona notizia è che la mortalità è scesa dagli anni ’90, ma rimane comunque la seconda causa di decesso per cancro in entrambi i sessi.

Questa neoplasia insorge nel grosso intestino, appunto il colon ed il retto, a partire dalla proliferazione incontrollata delle cellule della mucosa (il rivestimento interno della parete intestinale).

Nella quasi totalità dei casi il cancro al colon si sviluppa a partire da polipi adenomatosi, vale a dire proliferazioni cellulari benigne visibili mediante la colonscopia, che possono evolvere in senso maligno in circa 10-15 anni.

La sintomatologia più comune associata al cancro del colon retto comprende:

  • presenza di sangue (di colore rosso chiaro oppure scuro) nelle o sulle feci;
  • modificazione dell’attività intestinale (costipazione o diarrea) senza motivo per più di sei settimane;
  • perdita di peso senza motivo;
  • dolore localizzato all’addome o all’ano;
  • sensazione di svuotamento incompleto dell’intestino dopo l’evacuazione.
  • In alcuni soggetti senso di spossatezza

Il tumore al retto per un tempo assai lungo rimane asintomatico, ma, grazie ai programmi di screening, è possibile una diagnosi precoce così da poterlo prevenire e curare.

Come può essere diagnosticato?

Tra i vari esami diagnostici senza dubbio la Colonscopia completa con biopsie, vale a dire lo studio endoscopico, è l’esame di prima scelta per la diagnosi di cancro del colon. Ad essa è possibile affiancare la Colonscopia virtuale, ormai nota come la nuova metodica radiologica di studio del colon, alternativa o integrativa della colonscopia tradizionale, in specifiche situazioni cliniche.

La sopravvivenza dei pazienti affetti da tumore del colon varia a seconda della localizzazione e, soprattutto, dello stadio di malattia.

Le probabilità di guarigione aumentano considerevolmente se la malattia è diagnosticata e, di conseguenza, trattata, quando è ancora in uno stadio iniziale.

La prevenzione

Come noto vi è un aumento di diagnosi di cancro al retto nella popolazione giovane (30-45 anni), questo perché i fattori di rischio del tumore del colon-retto sono fattori piuttosto comuni: parliamo di fattori legati alla dieta, geni e ad altre cause di tipo non ereditario.

Molteplici studi hanno dimostrato che una dieta ad alto contenuto di grassi e proteine animali e povera di fibre è associata a un aumento dei tumori intestinali. Di contro, diete ricche di fibre, caratterizzate da un alto consumo di frutta e vegetali, sembrano avere un ruolo protettivo. Obesità e vita sedentaria costituiscono ulteriori fattori di rischio.

È possibile ereditare la predisposizione ad ammalarsi di tumore del colon-retto se nella famiglia d’origine si sono manifestate malattie come le poliposi adenomatose ereditarie: si tratta di malattie trasmesse da genitori portatori di specifiche alterazioni genetiche e possono anche non dar luogo ad alcun sintomo. La probabilità di trasmettere alla prole il gene alterato è del 50 per cento, indipendentemente dal sesso.

Per concludere è bene quindi affidarsi ad uno screening medico se vi è una predisposizione a tal riguardo, ma anche alla prima avvisaglia sintomatologica; oltre che seguire una alimentazione corretta ed uno stile di vita sano e regolare.