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Campania al primo posto per spesa pro capite medicinali a carico Ssn

Milano, 23 lug. (Adnkronos Salute) – Nel 2020 in Italia la spesa farmaceutica nazionale totale (pubblica e privata) è stata pari a 30,5 miliardi di euro, stabile rispetto all’anno precedente. E’ quanto emerge dal Rapporto nazionale realizzato dall’Osservatorio nazionale sull’impiego dei medicinali (OsMed) dell’Agenzia italiana del farmaco Aifa, presentato oggi.

La spesa pubblica, con un valore di 23,4 miliardi, ha rappresentato il 76,5% della spesa farmaceutica complessiva e il 18,9% della spesa sanitaria pubblica, ed è rimasta pressoché stabile rispetto al 2019 (-0,8%). La spesa per i farmaci acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche è stata di circa 13,5 miliardi di euro (222,87 euro pro capite), stabile sia nella spesa (+0,9%) sia nei consumi (+1,5%) rispetto all’anno precedente. Nell’anno segnato dalla pandemia Covid, la spesa farmaceutica pro capite, comprensiva dei medicinali acquistati direttamente dalle strutture sanitarie pubbliche e di quelli erogati attraverso il canale della convenzionata, è stata pari a 385,88 euro, in lieve riduzione rispetto all’anno precedente. I consumi sono stati pari a 1.163,4 dosi Ddd (Dose definita giornaliera) per 1.000 abitanti al giorno, stabili rispetto al 2019.

I farmaci cardiovascolari hanno rappresentato la classe terapeutica a maggiore spesa (49,05 euro pro capite) e consumo (484,7 Ddd) nel canale della convenzionata, mentre i farmaci antineoplastici e immunomodulatori e i farmaci del sangue e organi emopoietici sono stati quelli rispettivamente a maggiore spesa (102,88 euro pro capite) e consumo (49 Ddd) tra i prodotti farmaceutici acquistati direttamente dalle strutture pubbliche.

Altro aspetto evidenziato nel rapporto ‘L’uso dei farmaci in Italia’, sono le differenze geografiche. Nel 2020 la Regione con il valore più alto di spesa lorda pro capite per i farmaci di classe A-Ssn è stata la Campania con 197,3 euro, mentre il valore più basso è stato registrato nella Provincia autonoma di Bolzano (114,4 euro), con una differenza tra le due aree del 72%. Anche per quanto riguarda i consumi, la Regione con i livelli più elevati è stata la Campania (1.123,8 Ddd/1.000 abitanti die), mentre i consumi più bassi sono stati registrati nella Pa di Bolzano (708,4 Ddd/1.000 abitanti die).

Per quanto riguarda il capitolo farmaci a brevetto scaduto, questi hanno costituito il 67,6% della spesa e l’84,8% dei consumi in regime di assistenza convenzionata di classe A. La quota percentuale dei farmaci equivalenti, a esclusione di quelli che hanno goduto di copertura brevettuale, ha rappresentato il 20,5% della spesa e il 30,7% dei consumi. Per i biosimilari si confermano un aumento nel consumo delle specialità medicinali disponibili da più tempo e un trend positivo per i farmaci di più recente commercializzazione (anti TNF-alfa, bevacizumab, insuline fast acting, insuline long acting, rituximab e trastuzumab), sebbene sia rimasta una certa variabilità regionale per consumo e incidenza di spesa.

Nel confronto internazionale si evidenzia una bassa incidenza della spesa per i farmaci equivalenti in Italia rispetto agli altri Paesi europei. Al contrario, il nostro Paese si posiziona al secondo e al primo posto nell’incidenza, rispettivamente, della spesa e del consumo per i farmaci biosimilari. Nel confronto sui prezzi emerge come l’Italia, considerando sia i farmaci erogati in ambito territoriale sia quelli in ambito ospedaliero, abbia prezzi superiori solo alla Francia, al Portogallo e alla Polonia.

Nel 2020 sono stati rilasciati 24 nuovi Registri di monitoraggio Aifa, 10 sono stati modificati e 24 chiusi. I farmaci dell’apparato cardiovascolare, quelli della categoria ‘Vari’ e quelli della categoria ‘Dermatologici’ hanno registrato un incremento superiore al 50% in termini di nuovi pazienti inseriti, mentre la categoria ‘Sangue ed organi emopoietici’, includendo i piani terapeutici dei nuovi anticoagulanti orali, è rimasta quella che raccoglie il più alto numero di pazienti all’interno della piattaforma dei Registri di monitoraggio.

I farmaci che nel corso del 2020 hanno beneficiato del requisito di innovatività (piena o condizionata) sono stati 40, appartenenti principalmente alla categoria degli antineoplastici. Secondo il report Aifa, a incidere maggiormente sulla spesa degli innovativi sono stati gli anticorpi monoclonali e le molecole di sintesi (97,8% della spesa). Considerando l’area terapeutica coperta dai farmaci innovativi, emerge che il 72,3% della spesa e il 59,7% dei consumi sono costituiti dai farmaci indicati nei tumori solidi e del sangue.

La spesa dei farmaci orfani di classe H, A, e C – fra acquisti da parte delle strutture sanitarie pubbliche ed erogazione in regime di assistenza convenzionata – è stata nel 2020 di circa 1,4 miliardi di euro, corrispondente al 6% della spesa Ssn. In relazione alla spesa dei farmaci orfani nel periodo 2018-2020, l’Italia (25,3 euro pro capite) risulta al quinto posto per la spesa di questi farmaci, dopo Francia (31,6 euro), Austria (30,9 euro), Germania (27,8 euro) e Spagna (27,2 euro).