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Cambia il bambino , cambia il pediatra

I bambini e gli adolescenti sono oggi diversi da quelli di 15/20 anni fa? Sicuramente sì, in quanto è cambiato il contesto societario, e il Pediatra è cambiato? Sicuramente sì, anche la figura professionale del medico pediatra convenzionato (pediatra di famiglia) è profondamente mutata nel corso degli ultimi due decenni. Basti pensare che il pediatra di famiglia nacque alla fine degli anni ’70 con compiti e ruoli “fotocopia” di quelli dei medici di medicina generale. Fu un evento storico ma gravato da un difetto: la cura del bambino era intesa come se fosse rivolta ad un piccolo uomo, nella sostanza non erano stati evidenziati gli specifici bisogni e necessità assistenziali del bambino che con il passare degli anni cambiavano. Questa criticità prese coscienza proprio a partenza dai pediatri di famiglia del Veneto, i quali evidenziarono che i bisogni dei bambini erano principalmente raggruppabili in due azioni peculiari della pediatria: le cure primarie, vale a dire delle malattie prevalenti dei bambini (faringotonsillite, otite, broncopolmonite, infezione delle vie urinarie, ecc) e la prevenzione, attuata principalmente con i bilanci di salute , che consistono in valutazioni globali sul singolo bambino per riscontrare l’eventuale presenza, a seconda  dell’ età,  di fasi iniziali di malattie permettendo, così, un  tempestivo intervento terapeutico adeguato e il suo monitoraggio.

Queste nuove azioni si tradussero in pratica con la sottoscrizione di accordi regionali e, a seguire, di accordi aziendali siglati da ogni singola Ulss. L’Ulss 19 sottoscrisse nel 2005, tra le prime Ulss del Veneto, il primo accordo aziendale con il quale sviluppava e metteva in pratica quanto disposto dalle linee guida regionali. Da allora ogni anno l’accordo aziendale è rinnovato e arricchito di contenuti sia per quanto riguarda la gestione delle cure primarie che della prevenzione. Più dettagliatamente, in virtù di questi accordi, per la diagnosi clinica di faringotonsillite, otite, infezione delle vie urinarie, broncopolmonite il pediatra può avvalersi di test diagnostici rapidi a costo zero per il proprio paziente come il tampone faringeo, l’esame urine con il multistick, l’ossimetria.

Nel campo della prevenzione, oltre a promuovere le vaccinazioni sempre con maggiore impegno, l’azione del pediatra di famiglia è volta alla prevenzione del sovrappeso e dell’obesità tramite la promozione e il sostegno all’allattamento materno nel primo semestre, alla prevenzione degli incidenti in generale e domestici in particolare, alla prevenzione della morte in culla, un evento drammatico che si verifica nei primi sei mesi di vita del bambino e per il quale la medicina non ha ancora individuato una causa certa. Sulla morte in culla, però, le società scientifiche internazionali hanno constatato che la posizione supina, a pancia in su del bambino, se adottata durante il sonno riduce di oltre il 50% l’incidenza di tale evento.

I pediatri di famiglia, consapevoli dell’importanza di quest’attività di prevenzione, in occasione della prima visita del neonato informano i genitori di quanto sia importante mettere a dormire il bambino a “pancia in su”, in modo che i piedi del neonato tocchino il fondo del lettino, con le coperte rimboccate e ben ferme. Inoltre l’ambiente deve essere ben aerato; il materasso deve essere su misura, rigido e senza cuscino, e la culla priva dei paracolpi; il bambino può dormire nella stanza dei genitori ma non nel loro letto; la culla deve essere posta lontano da fonti di calore e la stanza deve avere una temperatura ideale d’inverno di 18°-20°C. Tutte queste informazioni sono riassunte in un foglio ideato e predisposto dai pediatri dell’Azienda Ulss 19, che viene illustrato ai genitori e poi inserito nel libretto sanitario del bambino.

Il cambiamento del ruolo del pediatra negli ultimi decenni è stato radicale, ha avuto come fine il perseguire i bisogni dei bambini e, soprattutto, il loro benessere, grazie anche agli accordi aziendali condivisi con il Distretto che consentono al pediatra di famiglia di essere l’osservatore privilegiato delle condizioni di salute in età infantile.