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Boom della chirurgia senior

Milano, 25 settembre 2012 – Uomini e donne over 50 ricorrono con sempre maggiore frequenza al bisturi del chirurgo estetico. Sul fronte opposto, invece, aumentano i giovani universitari, specie in America, che vedono la chirurgia estetica ormai alla stregua di una commodity, tanto che nei college USA è in voga regalarsi un ritocco per festeggiare il tanto agognato diploma.

E’ quanto emerge da un’indagine LaCLINIQUE su un campione di 1000 donne e 250 uomini, sul tema della chirurgia estetica presentata durante la terza edizione dell’Osservatorio Nazionale sulla chirurgia Estetica, che ha inquadrato il panorama della chirurgia estetica nel nostro paese. Secondo i dati, infatti, sempre più uomini e donne, sopra i 50 anni, si recano dal chirurgo estetico per ringiovanire il proprio aspetto: in particolare si è passati dal 16% del 2010 al 21% del 2012, dove un buon 19% delle donne intervistate rinuncerebbe persino ad una vacanza per il ritocchino. Ma la sorpresa è che una corposa percentuale (17%) di settanta/ottantenni fa ricorso al ritocco dimostrando che ormai il concetto di vecchiaia è molto relativo.

Gli interventi maggiormente richiesti si confermano lifting al viso (19%), rinoplastica (11%) e blefaroplastica (9%), sui tre gradini del podio per il target femminile.

Gli italiani “di mezza età” non sono più imbarazzati dall’idea di andare dal chirurgo ed hanno superato la barriera psicologica, che consiste soprattutto nella paura del dolore (per il 19% del campione over 45) e nell’eco delle notizie viste su giornali e tv (per il 22%).

Con l’allungarsi delle aspettative di vita e l’allungamento dell’età pensionabile anche dopo i sessanta si è attivi: dal fitness ai viaggi fino agli sport estremi, senza escludere seconde o terze nozze. Ecco che apparire più belli e giovani è importante (come segnala anche il quotidiano argentino El Clarin (http://www.clarin.com/sociedad/mundos-intimos/Crecen-consultas-tratamientos-personas-mayores_0_731926966.html).

La situazione è rovesciata invece negli Stati Uniti, dove si verifica un processo inverso, ossia sono sempre di più i giovani adolescenti ad optare per il ritocchino, accreditato ormai anche quale regalo per il diploma, come riportato da Ben Wolfgang sul Washington Times (http://www.washingtontimes.com/news/2012/jun/27/teens-opt-for-nip-tuck-as-quick-fix-for-body-image/). In particolare, secondo l’American Society of Plastic Surgeons (ASPS), circa 77.000 adolescenti, pari a quasi il 5% degli interventi estetici totali effettuati nel 2011, si sono sottoposti volontariamente a interventi chirurgici l’anno scorso. Non è infatti una sorpresa che i teenagers rifiutino la propria immagine riflessa nello specchio, ma i dati parlano di circa un giovane su 6 (tra i 15 e i 25 anni) ad aver preso in considerazione protesi al seno, rinoplastica, liposuzione e altri interventi estetici. La rinoplastica è in cima alla lista, con 33.892 adolescenti che hanno tentato di rimodellare i loro nasi l’anno scorso (http://www.fox11online.com/dpps/news/strange/plastic-surgery-growing-trend-for-grads_4212503)

Il gap generazionale tra “nonni” e “nipoti”, per quanto riguarda il ricorso alla chirurgia estetica, non è l’unico divario ad essere in via di estinzione; infatti il ritocco è sempre più visto come un bene unisex. Secondo la ricerca LaClinique gli uomini che hanno fatto più di una visita dal chirurgo estetico sono in aumento dell’8%, dimostrando una maggiore attenzione alla propria fisicità. Un interesse mosso dal bisogno di piacere di più al sesso opposto e da un alto livello di “showinismo”. Per il sesso forte scolpire il fisico eliminando le maniglie dell’amore (54%) e rinfoltire la calvizie (39%) sono gli inestetismi principali da correggere per piacere di più nella convinzione, a differenza di quanto sostiene il 46% delle donne in merito, che non siano lo sguardo e il viso pulito dalle rughe ad attrarre l’universo femminile, ma un corpo scultoreo (40%).