Vai al contenuto

Biotecnologie mediche, al via ciclo di incontri di Ateneo e Azienda Ospedaliero Universitaria

I nuovi metodi della diagnostica anatomopatologica capaci di dare indicazioni sempre più personalizzate su prognosi e terapia saranno il motivo conduttore della sesta edizione del ciclo di incontri sulle “Biotecnologie mediche” organizzato dal Centro interdipartimentale di Medicina rigenerativa dell’Università di Udine e dall’Azienda ospedaliero universitaria del capoluogo friulano. Il primo seminario si terrà giovedì 14 febbraio, alle 15, nell’aula anfiteatro del padiglione 1 dell’ospedale di Udine. Il professor Gianni Bussolati dell’Università di Torino, parlerà, in particolare, del sistema neuroendocrino diffuso e il suo possibile collegamento tra i sistemi nervoso ed endocrino.

«I seminari – spiega il professor Carlo Alberto Beltrami, direttore del Cime – oltre a presentare le nuove metodiche utilizzate nella diagnostica anatomopatologica farà una comparazione tra quanto avveniva in un passato anche recente e le nuove acquisizioni che consentono una diagnosi quanto più possibile personalizzata». Per ulteriori informazioni sui seminari: 0432 554245, [email protected].

Seguiranno altri sei incontri, sempre alle 15, presso il complesso dell’Azienda ospedaliero universitaria di Udine. Il 14 marzo (aula anfiteatro, padiglione 1) Vincenzo Eusebi (Università di Bologna) spiegherà l’utilizzo della genomica e della bioinformatica nella diagnostica dei tumori della mammella e valuterà l’impatto di tali tecniche per una migliore comprensione delle neoplasie mammarie. L’11 aprile Gaetano Thiene (Università di Padova) parlerà della morte improvvisa nei giovani, un evento che colpisce spesso atleti che non hanno mai presentato segni di malattia cardiovascolare. «Da qui l’importanza delle nuove ricerche – spiega Beltrami – volte a tenere sotto controllo in fase preclinica i soggetti a rischio».

Il 16 maggio Marco Chilosi (Università di Verona) presenterà le novità nelle metodiche utilizzate nella diagnosi anatomo-patologica. Il 6 giugno Giorgio Stanta (Università di Trieste) illustrerà le problematiche delle banche di tessuti biologici. Oggi come non mai si va affermando l’importanza di conservare per tempi lunghi (anche decenni) il materiale bioptico ottenuto dai pazienti al momento della biopsia o dell’intervento chirurgico. «Questo materiale – sottolinea Beltrami – serve subito per la diagnosi e per la ricerca di tutti i marcatori oggi noti utili per guidare la terapia, ma lo stesso materiale può diventare indispensabile in un futuro anche lontano per individuare la presenza di nuove molecole utili quali possibili bersaglio di terapia».

Il 20 giugno Giovanni Lanza (Università di Ferrara) parlerà, in particolare, dell’importanza dello screening del cancro del colon e delle ricadute che questo ha sulla diagnosi precoce della malattia. Infine, il 31 ottobre Carlo Alberto Beltrami spiegherà gli sviluppi dell’anatomia patologica negli ultimi decenni, dagli attuali campi di maggiore interesse al possibile futuro per scienziati e pazienti.