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Beauty: boom di cosmetici cinesi, 1 donna su 5 si difende in farmacia

Milano, 25 settembre 2012 – E’ boom di cosmetici contraffatti, spesso di origine cinese. Recenti dati della Direzione Generale per la lotta alla Contraffazione del Ministero dello Sviluppo Economico e di Adusbef parlano infatti di un sostanzioso incremento della falsificazione nel mercato dei cosmetici, quantificata, sulla base di dati associativi, in non meno del 264% in più da un anno all’altro, rappresentando un fenomeno che investe ormai ben un prodotto su quattro di quelli sul mercato. Ma cosa provocano? Dermatiti, allergie e, nei casi più gravi, addirittura lo shock anafilattico. L’allarme per i pericoli derivanti dai cosmetici “taroccati” avanza e spaventa le esperte consumatrici italiane che, sempre più spesso, si affidano alla sicurezza delle farmacie e delle para-farmacie per scongiurare dannosi “effetti indesiderati”.

Un report dell’Osservatorio PoolPharma Research certifica una crescita del +1,8% del settore dell’industria della cosmesi farmaceutica, pari al 19% del totale di vendita di tutto il segmento, che aumenta quindi i suoi numeri di pari passo a quelli della falsificazione. I casi di irritazioni da contatto, causate appunto dal contatto della pelle con le sostanze allergizzanti presente in trucchi e creme falsi, sono infatti vertiginosamente aumentate negli ultimi anni, al punto da spingere il 18,4%, ben una donna su cinque, a scegliere la farmacia come canale esclusivo e privilegiato per l’acquisto di articoli di dermo-estetica. A fronte degli oltre 9.000 milioni di euro registrati dal mercato globale del segmento, ecco dunque che il fatturato prodotto dalla sola fetta della cosmesi farmaceutica è arrivato a toccare, nel 2011, i 1.800 milioni, con una crescita media annua del 5%. Un macroscenario che, in ultima analisi, riflette i dati sulla sulle scelte d’acquisto individuali delle italiane: a 486 euro corrisponde la spesa annua media di per i prodotti dermo-estetici venduti in farmacia, più del doppio rispetto ai soli 228 euro spesi utilizzando gli altri canali distributivi, con solari e pigmentanti (+3,9% per 368 milioni di euro) e rassodanti e anti-età (1,7% per 60 milioni di euro) in pole position sulla “lista della spesa”.

Sempre secondo la ricerca dell’Osservatorio PoolPharma Research, al centro di questa “rivoluzione” del wellness, che sancisce un autentico momento di passaggio nel modo di intendere la cosmetica, c’è un nuovo tipo di cliente: donna, sempre più esigente, consapevole e attenta rispetto al passato. La consumatrice di oggi – spiega a proposito l’Osservatorio del gruppo PoolPharma – pretende “di essere assistita nell’acquisto” e chiede al farmacista “prodotti specifici, sicuri e di qualità”: un canale specializzato come quello della farmacia garantisce ingredienti di alta qualità, mettendo al riparo dai rischi legati all’assenza di strutture produttive e laboratori qualificati e dall’utilizzo di componenti a basso costo e di dubbia provenienza. Le donne, sempre più informate grazie anche al web, “vogliono credibilità, risposte esaurienti e su misura” e sono “sempre più orientate all’acquisto di prodotti multifunzione, unendo così costi e benefici”.

Il canale farmaceutico, grazie all’alea di credibilità e alla sua funzione di “filtro”, si sta imponendo prepotentemente anche nel settore dermo-estetico, aprendo nuove prospettive industriali ben interpretate da brand all’avanguardia che hanno saputo riposizionarsi in modo intelligente sul mercato, scegliendo di investire tutto su una tendenza che è business da un lato, benessere dall’altro. Un cambiamento che, all’insegna della lotta all’illegalità, alla contraffazione e all’incentivazione del “sommerso”, mette d’accordo tutti, dal quasi 80% di imprenditori del comparto, che “considera le farmacie un canale fondamentale”, ai farmacisti, 8 volte su 10 “favorevoli ad una collaborazione con le aziende cosmetiche”.

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