Vai al contenuto

Animali: bocca malata per 80% cani ‘over 3’, taglie ‘toy’ più a rischio

Milano, 20 mag. (AdnKronos Salute) – Anche Fido e Micio possono soffrire di disturbi del cavo orale, esattamente come l’uomo. Anche per loro l’alitosi è un campanello d’allarme che può nascondere problemi seri a denti e gengive. E anche per loro lo spazzolino è l’arma fondamentale con cui difendersi quotidianamente dagli attacchi dei batteri, che nei quattrozampe possono con facilità mettere a rischio la salute di tutto l’organismo, dal cuore al fegato. Eppure l’informazione sull’igiene orale dei pet “è poca” e il problema viene “troppo spesso sottovalutato”, avverte Mirko Radice, senior president della Siodocov, Società italiana di odontostomatologia e chirurgia orale veterinaria.

“Nonostante patologie come la parodontopatia, che è quella che veniva definita ‘piorrea’ nell’uomo, siano estremamente diffuse”, spiega l’esperto all’AdnKronos Salute. Solo considerando i cani, “l’80% di quelli con un’età al di sopra dei 3 anni ne viene colpito”. Con un accanimento particolare per le taglie mini, i cosiddetti ‘toy dog’. Proprio ai Fido d’Italia e alla salute della loro bocca è dedicata la campagna di informazione ed educazione in corso fino alla fine di maggio, il Mese dell’igiene orale del cane 2019, promosso da Mars Italia in collaborazione con la Siodocov, con cui l’azienda – attraverso i suoi brand Pedigree*, Dentastix* e Greenies* – vuole mettere i petowner in contatto con medici veterinari specializzati.

I proprietari di cani potranno recarsi per tutto il mese nei negozi specializzati per incontrare esperti e ricevere consigli su come prendersi cura dell’igiene orale del proprio pet. Anche nelle principali catene della grande distribuzione sarà possibile trovare dei punti informativi sul tema. Il messaggio di quest’anno: “Anche i cani hanno le mani: sono i denti”, il loro mezzo di contatto col mondo, con cui comunicano, mangiano, giocano, afferrano. E la prima ‘spia’ che qualcosa non va, spiega Radice, “o almeno il campanello d’allarme percepito dai proprietari è sicuramente l’alitosi. Nel momento in cui c’è questo problema, significa che qualcosa non sta funzionando in maniera corretta all’interno del cavo orale. La parodontopatia porta a retrazione gengivale e alla formazione di tasche parodontali nelle quali i batteri proliferano e danno vita a delle forme di putrefazione dei residui di alimenti che rimangono nella cavità orale, con la produzione di solfuri che sono poi i responsabili del cattivo odore”.

La tendenza, prosegue lo specialista, “molto spesso è quella di considerare la parodontopatia e patologie di questo tipo come legate esclusivamente al cavo orale. In realtà è stato dimostrato da numerosi articoli pubblicati come ci siano delle ripercussioni a livello sistemico estremamente importanti. Ci può essere un interessamento ad esempio del cuore con delle forme di endocardite – elenca Radice – un interessamento a livello renale con delle forme di glomerulonefrite e quindi un’insufficienza renale che può essere acuta o cronica. E ancora, si può avere un interessamento a livello epatico con un’insufficienza epatica; eventuali formazioni di ascessi sia a livello epatico che cerebrale per un fenomeno di tromboembolismo, quindi di passaggio dei batteri dal cavo orale attraverso il circolo ad altri organi”.

Esistono dei fattori di rischio e delle predisposizioni, aggiunge l’esperto: “I cani di piccola taglia hanno una predisposizione decisamente superiore rispetto ai cani di grossa taglia”. E quindi razze come barboncini, yorkshire, volpini di Pomerania, maltesi, pastori dello Shetland. Nonostante ciò, solo il 10% dei proprietari ne è consapevole. Questa predisposizione è determinata “sia dalle caratteristiche genetiche sia dal fatto che il rapporto fra le dimensioni del dente e la quantità di osso presente è decisamente a sfavore dell’osso nei soggetti di piccola taglia”, dice lo specialista. Risultato? “Una piccola tasca parodontale in un cane di grossa taglia può non influire in maniera pesante”. Mentre in un mini dog, “in cui la quantità di osso e quindi di supporto del dente è decisamente minore, anche un tasca di piccole dimensioni può comportare un problema grave”.

Purtroppo, ragiona Radice, “viene fatta decisamente poca informazione da questo punto di vista. E invece tutti i petowner dovrebbero sapere che la profilassi rappresenta il punto principale per il trattamento e la prevenzione di queste patologie. Bisognerebbe dunque abituare i cani – e anche i gatti, con i quali è certamente più difficile – a farsi spazzolare i denti giornalmente”.