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Alimenti: olio d’oliva ‘fasullo’, Nas smaschera truffa dell’Oro giallo

Foggia, 14 mag. (AdnKronos Salute) – Olio di semi addizionato di clorofilla e betacarotene, così da sembrare olio extravergine di oliva, venduto a caro prezzo. A smascherare la truffa i Carabinieri del Nas di Foggia, a conclusione dell’indagine denominata ‘Oro giallo’ e condotta dal Nas in coordinamento con Eurojust (agenzia dell’Unione europea che si occupa del coordinamento investigativo nei casi di reati transnazionali) e con Europol (Ufficio di Polizia europeo). L’operazione ha portato all’arresto di 24 persone – 14 in carcere e 10 ai domiciliari – ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una serie di delitti di frode nell’esercizio del commercio, vendita di sostanze alimentari genuine come non genuine, vendita di prodotti industriali con segni mendaci, ricettazione.

Tutti illeciti correlati alla produzione, distribuzione e commercializzazione, sul territorio nazionale e internazionale, “di ingenti quantità di olio di semi, etichettato fraudolentemente come olio extravergine di oliva”. I Nas di Foggia sono stati supportati dai militari del Gruppo Tutela Salute di Napoli con il supporto del Comando provinciale Carabinieri di Foggia e con la collaborazione della Polizia tedesca, e l’operazione è scattata a Cerignola (Foggia), San Severo (Foggia), Lavello (Potenza) e in Germania. L’attività rientra anche nella più vasta azione internazionale denominata Opson, per il contrasto della contraffazione di alimenti e bevande e coordinata da Europol.

L’operazione ha portato inoltre al sequestro di due immobili e di un’azienda olearia, dei mezzi di trasporto riconducibili al sodalizio (tra cui 6 autotreni, dei quali due in Germania), nonché un ammontare di oltre 150 mila litri di olio sofisticato, solo quest’ultimo stimato per un valore commerciale in un milione e 200 mila euro.

Il provvedimento, emesso dal Gip del Tribunale di Foggia Manuela Castellabate, su richiesta del sostituto procuratore Maria Giuseppina Gravina, scaturisce da una imponente attività investigativa, nata da un’ispezione effettuata presso una rivendita di generi alimentari del mercato rionale di Foggia, condotta dai Carabinieri del Nas. In questa occasione è venuta alla luce l’esistenza di un’associazione per delinquere che gestiva il traffico di ingenti quantitativi di olio di semi (di soia o di girasole) ‘taroccato’, venduto come extravergine di oliva “generando un ingiusto notevole guadagno”, sottolineano i militari in una nota.

La vendita avveniva nel Nord Italia, nel Lazio (Roma), in Puglia e soprattutto Germania. La base dell’organizzazione era dislocata in Italia, a Cerignola (Foggia), all’interno di un oleificio regolarmente autorizzato, utilizzato sia come base logistica della sofisticazione che per prendere le decisioni in seno all’associazione. Al titolare dell’oleificio gli associati si rivolgevano per acquistare l’olio di semi già sofisticato da poter rivendere o per acquistare olio di semi da sofisticare in autonomia mediante l’aggiunta di ‘verdone’, ovvero una miscela con altissima concentrazione di clorofilla. Il principale indagato, “dotato di una notevole capacità economica e conosciuto in tutta Italia come commerciante di olio, ha acquistato nel corso dell’indagine milioni di litri di olio di semi da multinazionali con sede nel Nord Italia, che pervenivano regolarmente sul territorio italiano attraverso navi mercantili”.

Successivamente, circa due volte a settimana, l’olio di semi veniva trasportato a Cerignola con delle autobotti. L’organizzazione, avvalendosi di prestanomi, acquistava da una regolare ditta del settore della provincia di Milano degli additivi alimentari: quintali di clorofilla e betacarotene, da utilizzare per la sofisticazione dell’olio di semi ovvero per la predisposizione del verdone da vendere ai piazzisti che sofisticavano in proprio. All’interno dell’oleificio le attività di miscelazione avvenivano attraverso la manovalanza di alcuni operai, “consapevoli del ruolo e delle modalità illecite”, continua il Nas di Foggia. Gli altri associati, procuratisi l’olio da ‘taroccare’, eseguivano le attività di sofisticazione e confezionamento (in bottiglie di vetro da un litro o taniche in latta da 5 litri) presso magazzini o depositi di fortuna, “privi di qualsiasi garanzia di igiene, collocati in posizioni strategiche e di difficile accesso”, per eludere eventuali controlli.

Predisposti i carichi di olio sofisticato, alcuni associati si dirigevano verso il Nord Italia (Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna) o presso ristoranti in importanti città italiane ed estere. Altri soci erano in grado di effettuare trasporti quindicinali in Germania attraverso carichi di interi autoarticolati (23.000 litri per ogni spedizione). Giunto in Germania, l’olio veniva depositato presso aziende specializzate in logistica per la successiva distribuzione a esercizi di ristorazione o grande distribuzione tedesca o con il collaudato sistema del ‘porta a porta’. In Germania era presente una importante rete distributiva costituita da ‘piazzisti’, di origine italiana, che fornivano il supporto logistico e commerciale ai sofisticatori.

La penetrazione commerciale di questa rete distributiva era arrivata a tal punto “da erodere importanti fette di mercato ai canali di lecito di olio extravergine di oliva di origine italiana genuino”. Gli indagati, soprattutto in Germania, sfruttando l’italian sounding (il richiamo alla tradizione e qualità italiana), hanno determinato “un danno di immagine nei confronti del mercato dell’olio extravergine di oliva nazionale, proponendo in maniera preponderante sul mercato un prodotto sofisticato ben lontano dalla qualità merceologica e nutrizionale di tale eccellenza”. Per il pagamento delle forniture di olio, sia in Italia e sia all’estero, gli associati accettavano qualsiasi strumento di pagamento: dal contante, non tracciabile, fino ai moderni mezzi di pagamento quali bonifici bancari o versamenti su PostePay.

In alcuni casi i conti correnti bancari erano intestati a prestanome, ma a volte collegabili o riconducibili agli indagati. Le attività investigative hanno consentito di effettuare 28 sequestri in campo nazionale di olio sofisticato, nonché di individuare e vincolare due strutture presso le quali avveniva il processo materiale di sofisticazione e contraffazione. Nel corso delle indagini, inoltre, sono stati bloccati 6 autotreni carichi con 23.000 litri ciascuno di olio sofisticato, diretti in Germania. Ogni litro di olio sofisticato, compreso il contenitore utilizzato, aveva un costo produttivo di circa 1,20 euro, ma veniva rivenduto sul mercato a prezzi oscillanti tra i 5 e i 10 euro per litro.