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Al via il Festival dei Saperi Educativi di Vitorchiano

Alla firma la Convenzione per la didattica e la ricerca tra l’Istituto Superiore Universitario di Scienze Psicopedagogiche e sociali “Progetto Uomo” (IPU) e la Facoltà di Filosofia e Scienze Umane dell’Università Saint Esprit di Kaslik (USEK) in Libano.Durante la cerimonia di inaugurazione del Festival dei saperi educativi – EDU 2013 che si terrà venerdi 24 maggio, verrà firmata la Convenzione per la didattica e la ricerca, stipulata fra la Facoltà di Filosofia e Scienze Umane dell’Università Saint Esprit di Kaslik (USEK), Libano, e l’Istituto Superiore Universitario di Scienze Psicopedagogiche e sociali “Progetto Uomo” (IPU), Affiliato alla Università Pontificia Salesiana di Roma (UPS).

Si tratta di un evento di particolare importanza in quanto si stabilisce un ponte fra due mondi accademici: europeo e mediorientale, che riconoscono la necessità e l’importanza di sviluppare programmi formativi in ambito educativo, soprattutto nel filone della Pedagogia speciale, ramo particolare della pedagogia che si occupa di persone con problemi anche gravi a livello psicofisico od esistenziale, talora emarginate dalla società, che necessitano di interventi peculiari, con personale educativo qualificato.

L’impegno formativo e l’alleanza accademica sono alquanto impegnative e congruenti ai climi sociali che stiamo vivendo, sulle due sponde del Mediterraneo pur culturalmente differenti,

Gli obiettivi, che i due Enti Universitari si prefiggono, constano nel formare educatori professionali/sociali e personale docente in grado di: cogliere e di rispondere adeguatamente ai bisogni differenziati e plurimi della popolazione, soprattutto dei minori e di tutti gli studenti, a partire dai più deboli; creare inclusione,cioè riconoscere e rispondere efficacemente ai diritti di individualizzazione di coloro che hanno una qualche difficoltà di funzionamento psicofisico.

Infatti, come afferma Ianes D., soprattutto a scuola si trovano alunni con difficoltà nell’ambito dello sviluppo di competenze. In questa grande categoria possiamo includere varie difficoltà: dai più tradizionali disturbi specifici dell’apprendimento: difficile, rallentato, con uno scarso rendimento scolastico. Al disturbo da deficit attentivo con o senza iperattività, a disturbi nella comprensione del testo, alle difficoltà visuo-spaziali, alle difficoltà motorie, alla goffaggine, alla disprassia evolutiva oppure con ritardo mentale e ritardi nello sviluppo, originati dalle cause più diverse, con difficoltà di linguaggio o disturbi specifici nell’eloquio e nella fonazione. Ci sono anche gli alunni con disturbi dello spettro autistico, dall’autismo più chiuso con ritardo mentale alla sindrome di Asperger o all’autismo ad alto funzionamento. Nelle classi troviamo anche alunni con varie difficoltà emozionali o quelle riferibili alla dimensione psichica e psicopatologica oppure comportamentali e nelle relazioni .

L’ambito familiare degli alunni, inoltre, può creare anche notevoli disagi: famiglie disgregate, patologiche, trascuranti o con episodi di abuso o di maltrattamento, agli alunni che hanno subìto eventi drammatici . O molte altre di origine sociale ed economica: povertà, deprivazione culturale, difficoltà lavorative ed esistenziali. Sempre più troviamo alunni che provengono da ambiti culturali e linguistici, come gli alunni migranti.

E il mondo accademico non può ignorare tali situazioni, sia nella ricerca pedagogica sia nella formazione e aggiornamento di figure professionali attente al “prendersi cura” della persona, fuori da parametri clinici e dentro a dinamiche educative e, in un certo senso, riabilitative collegate al concetto di salute espresso dall’OMS: “Uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non la semplice assenza di malattia”.