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Aids: sondaggio, 30% crede Hiv si contagi con bacio, ancora pregiudizi e stigma

Roma, 1 dic. (Adnkronos Salute) – Lo stigma e il pregiudizio nei confronti delle persone che vivono con l’Hiv continuano ad essere molto radicati. A dirlo è un nuovo sondaggio internazionale reso noto oggi in occasione della Giornata mondiale contro l’Aids. Sostenuto da ViiV Healthcare, azienda globale specializzata nell’Hiv a maggioranza GlaxoSmithKline Plc (Gsk) in partecipazione con Pfizer Inc. e Shionogi Limited, il sondaggio rivela come ben l’88% degli intervistati ritiene che le persone con Hiv siano ancora percepite negativamente, anche se ora l’infezione può essere efficacemente gestita con farmaci antiretrovirali (Arv). Ed è preoccupante che quasi un terzo (30%) delle persone intervistate creda ancora, erroneamente, che l’infezione si possa trasmettere con il bacio.

Il sondaggio, condotto online da The Harris Poll – riferisce una nota – ha intervistato 5.047 adulti in quattro paesi, Australia, Portogallo, Regno Unito e Stati Uniti. I dati hanno rivelato che oltre tre quarti (76%) degli adulti che hanno risposto non sono consapevoli del fatto che una persona con Hiv che sta assumendo un trattamento efficace non può trasmettere il virus ai propri partner perché il livello del virus è non rilevabile nel sangue. In questo senso, negli ultimi anni, un numero estremamente elevato di evidenze cliniche ha stabilito fermamente che il concetto Undetectable = Untransmittable (U=U) (non rilevabile = non trasmissibile) è scientificamente valido, pur tuttavia pregiudizi e stereotipi sull’Hiv continuano a esistere.

Il sondaggio – sottolinea la nota – rafforza l’importanza delle campagne contro lo stigma come ‘Hiv in View’, nata dalla collaborazione tra ViiV Healthcare e Shutterstock Studios con l’obiettivo di creare la più grande libreria di foto online di persone che vivono con Hiv, attraverso immagini di grande impatto che ritraggono in modo autentico e realistico che cosa significa oggi vivere con l’infezione. Lungi dal riflettere la paura un tempo associata all’Hiv, la galleria è piena di esempi che danno l’idea di come e quanto la vita sia cambiata per molte persone Hiv positive.

“Negli ultimi quattro decenni abbiamo visto incredibili progressi nella risposta all’Hiv eppure, come dimostra chiaramente questo nuovo sondaggio ci sono ancora molte idee sbagliate sull’Hiv”, commenta Silvia Petretti, Ceo di Positively Uk, organizzazione benefica gestita da persone Hiv positive che punta a migliorare la salute e la qualità della vita delle persone infettate. “Sono orgogliosa di aver preso parte al progetto fotografico ‘Hiv in View’, per mostrare che le persone possono condurre una vita pienamente soddisfacente e in salute. Spero che aiuti a comprendere la realtà della convivenza con l’Hiv e rimuova il pregiudizio che emerge dai risultati del sondaggio”.

“Oggi in Italia sono circa 130mila le persone che vivono con HIV, e la maggior parte vive una situazione di invisibilità e discriminazione. Nonostante gli enormi traguardi scientifici, noi persone con Hiv ci scontriamo quotidianamente con un immaginario che è rimasto fermo agli anni ‘90″, commenta Daniele Calzavara, cordinatore dell’associazione Milano Check Point.

“La situazione italiana – denuncia – non è differente da quella di Australia, Portogallo, Regno Unito e Stati Uniti. Fatichiamo moltissimo nel nostro lavoro quotidiano a combattere lo stigma e il pregiudizio nel momento in cui le persone si rapportano con noi del Milano Check Point, per un controllo periodico o perché pensano di avere avuto un rapporto a rischio. Il concetto Undetectable = Untransmittable (U=U) non è ancora ben compreso dalla popolazione generale, ma non smetteremo mai di divulgare questo messaggio rivoluzionario, che libera le persone con Hiv da un peso per troppi anni insostenibile, come ben evidente dall’iniziativa ‘Hiv in View’”.

“La comunità Hiv ha fatto passi da gigante nell’affrontare lo stigma e i pregiudizi che ancora circondano le persone che vivono con Hiv, ma è allarmante vedere il livello di incomprensione e i preconcetti messi in luce da questo nuovo sondaggio”, afferma Deborah Waterhouse, Chief Executive Officer, ViiV Healthcare. “Spesso sentiamo dalla comunità Hiv che le interazioni con gli amici, la famiglia, il pubblico in generale e persino con gli operatori sanitari sono talvolta difficili a causa di disinformazione, idee sbagliate e pregiudizi. La nostra speranza è che attraverso campagne anti-stigma come HIV in View, possiamo cambiare il modo in cui il mondo vede l’Hiv così da poter un giorno cancellare definitivamente questo stigma pervasivo”.

“Il nostro impegno a fianco delle persone con Hiv è ad ampio raggio: metterci del nostro per contribuire a promuovere un contesto sociale nel quale le persone con Hiv possano sentirsi meno discriminate e possano vivere più serenamente – commenta Maurizio Amato, General Manager di ViiV Italia e Olanda – è parte fondamentale della nostra cultura che vogliamo sempre più inclusiva. Lo stigma, al pari del virus che uccide le cellule, è ugualmente pericoloso, in quanto destabilizza e uccide la volontà di una persona di vivere bene, soprattutto dopo una diagnosi di Hiv. Ben vengano quindi iniziative come ‘Hiv in view’ che ci offrono spunti di riflessione importanti anche per quanto riguarda il nostro Paese”.