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AIDS: educare gli adolescenti alla prevenzione

Secondo i dati dell’Istituto superiore della sanità si riscontra un aumento dell’età media delle persone che contraggono l’infezione dal virus HIV. La via di trasmissione del virus, collegata un tempo alla tossicodipendenza, è ora principalmente il rapporto sessuale, soprattutto eterosessuale, con un incremento dal 15 al 45% dei casi negli ultimi dieci anni, mentre la quota di trasmissione legata alla tossicodipendenza è in continua diminuzione. A fronte dei forti progressi di cura della sintomatologia e, quindi, di una maggior capacità di far fronte al virus dell’HIV e alla malattia dell’AIDS, si è assistito a un abbassamento dell’attenzione sociale e individuale verso il rischio di contrarre questa infezione. Si registra, infatti, una crescente tendenza al ritardo nella diagnosi di sieropositività dovuta al fatto che le persone si accorgono di aver contratto il virus dopo molto tempo e, spesso, solo quando compaiono i primi sintomi della malattia: i dati della sorveglianza nazionale riportano che in Italia circa un terzo di persone sieropositive non sanno di essere malate.

L’Azienda Ulss 19 da anni mantiene un costante impegno sul versante della prevenzione che rimane ancora l’arma più efficace contro il virus dell’AIDS. È appena terminato nelle classi terze delle scuole medie superiori un percorso di informazione e sensibilizzazione su questo tema, attraverso il progetto “Prevenzione HIV-AIDS in età adolescenziale ” che ha coinvolto, in quest’anno scolastico, oltre 300 studenti. La finalità di tale iniziativa è migliorare nei ragazzi la conoscenza su questa malattia, affinché imparino a tutelarsi dal rischio di contrarre l’infezione, attraverso l’informazione, i giochi di ruolo, la visione di filmati e la relativa discussione su quanto visto. Altro obiettivo di quest’attività di sensibilizzazione- precisa il direttore del Dipartimento per le dipendenze Andrea Finessi- è superare l’idea, molto radicata, che l’infezione dell’HIV interessi solo i tossicodipendenti o gli omosessuali mentre, invece, può riguardare tutti: non è più un problema di categorie di persone a rischio ma di comportamenti a rischio.

Il consumo di droghe influisce, comunque, nella trasmissione diretta e indiretta del virus in quanto l’effetto delle sostanze psicoattive, e le alterazioni che queste sostanze provocano, abbassano la percezione del rischio facendo incorrere maggiormente in situazioni di rischio che sarebbero evitate in stato di sobrietà.